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Socialità può far bene alla salute mentale, ma il beneficio dipende da quanti amici hai

dementia friendships

Sappiamo che avere amici, in generale, fa bene alla felicità e al benessere mentale. Allo stesso modo, mantenersi socialmente attivi e impegnarsi in attività sociali formali, come il volontariato, è stato collegato a una migliore salute mentale.


Ma è anche possibile avere (o fare) troppo una cosa buona. In uno studio recente (rif.ti sotto), abbiamo rintracciato le persone over-50 di 13 paesi europei, per due anni, per esaminare come il volontariato, l'istruzione, la partecipazione a gruppi religiosi o politici, fare sport o essere membri di club sociali, ha influenzato la loro salute mentale.


Abbiamo anche controllato quanti rapporti sociali stretti avevano le persone, il tipo di relazioni in cui discutono le questioni personali importanti. Abbiamo scoperto che le attività sociali, in particolare, hanno dato benefici agli individui che erano relativamente isolati socialmente (con massimo tre rapporti stretti).


Per le persone con un numero maggiore di relazioni strette, l'impegno in attività sociali non sembra abbia migliorato la salute mentale. Potrebbe anche essere dannosa per alcuni.

 

Chi trae vantaggio dalle attività sociali

L'isolamento sociale è un problema importante per la salute. Oltre a compromettere la salute mentale degli individui isolati, è legato a molti altri esiti sanitari negativi, come la demenza, le malattie cardiache, l'ictus e la morte prematura. Ma le persone che soffrono di isolamento sociale possono adottare misure per migliorare la loro situazione: per esempio, impegnandosi in attività sociali formali.


Tra gli individui che erano relativamente isolati socialmente (le persone con non più di tre rapporti stretti), abbiamo trovato che il maggiore impegno in attività sociali si è collegato a una migliore qualità della vita e un minor numero di sintomi di depressione.


A livello di popolazione, le nostre stime suggeriscono che se queste persone dovessero coinvolgersi regolarmente in attività sociali, vedremmo un aumento del 5-12% di persone che riferiscono una migliore qualità della vita e una riduzione del 4-8% di persone che presentano sintomi di depressione. Questo sarebbe un cambiamento sostanziale per la salute mentale della popolazione, dato oltre il 70% delle persone nel nostro campione (età 50+, in Europa) ha non più di tre rapporti stretti.


Ci sono molte ragioni per cui essere socialmente attivi è legato a una migliore salute mentale e benessere. Le attività sociali possono essere un modo per stabilire nuove relazioni, fornire opportunità di sostegno sociale e promuovere un senso di appartenenza all'interno di una comunità.

 

‘Troppa’ attività sociale

Mentre la ricerca finora ha suggerito che avere più rapporti sociali è sempre meglio, il nostro studio indica che questo può non essere sempre il caso. Proprio come troppa attività fisica può compromettere la salute mentale, anche troppa attività sociale può ritorcersi contro.


Quando abbiamo esaminato come le variabili dello studio (qualità di vita, sintomi di depressione) si mappavano in relazione alle nostre due variabili di interesse (numero di attività sociali, numero di rapporti stretti), abbiamo trovato curve a forma di U. Cioè, cattive condizioni di salute mentale a livelli bassi di attività sociali, buona salute mentale a livelli moderati di attività sociale, e di nuovo cattiva salute mentale a livelli alti di attività sociale.


La depressione sembrava essere minimizzata quando le persone riferivano di avere da 4 a 5 rapporti stretti e di essere impegnati in attività sociali su base settimanale. Con qualsiasi attività sociale più di queste, i benefici iniziavano a calare, scomparire o diventare negativi.


Questa flessione era particolarmente evidente tra gli individui che segnalavano da 7 rapporti stretti in su. Per queste persone molto occupate, l'impegno in attività sociali si è collegato a un aumento dei sintomi depressivi. Le persone di solito riferiscono di avere in media 5 amici stretti. Gli estroversi tendono a segnalare di avere più amici, ma pagano il prezzo con amicizie più deboli.


Perché il nostro capitale sociale (sostanzialmente il tempo che abbiamo da dedicare alle interazioni sociali) è limitato, e più o meno lo stesso per tutti, gli estroversi in effetti preferiscono spalmare sottilmente i loro sforzi sociali su molte persone. Questo è in contrasto con gli introversi che preferiscono concentrare i loro sforzi sociali su un minor numero di persone per garantire che quelle amicizie funzionino davvero bene.


Questo bilanciamento è al centro della nostra capacità di impegnarci in attività sociali. Se ti coinvolgi con troppe, il tuo tempo sociale si divide sottilmente tra di loro. Questo investimento sottile potrebbe indurti a diventare un membro periferico di numerosi gruppi nella comunità, piuttosto che essere incorporato nel centro sociale dove puoi trarre benefici dal sostegno delle connessioni.


Un'altra possibilità è che troppa attività sociale diventi un fattore di stress. Questo può portare a esiti negativi, come un eccessivo coinvolgimento sociale, esaurimento emotivo e cognitivo, stanchezza o senso di colpa, quando le relazioni sociali non sono nutrite adeguatamente a causa del tempo limitato.


Ciò solleva un'altra considerazione importante, anche se non siamo stati in grado di indagare empiricamente su di essa nel nostro studio. La famiglia è una parte importante del nostro mondo sociale, non l'ultima in termini emotivi e di altre forme di sostegno che fornisce. Dedicare troppo tempo alle attività comunitarie implica dare meno tempo alla famiglia. Questo collo di bottiglia potrebbe anche rivelarsi dannoso per il benessere, a causa delle tensioni che potrebbe generare nei rapporti familiari.


Allora, qual è il messaggio da portare a casa? Forse proprio questo: se vuoi avere una vita felice e soddisfatta, sii attivamente sociale ... ma fallo con moderazione.

 

 

 

 


Fonte: Ziggi Ivan Santini (ricercatore University of Southern Denmark), Paul Jose (prof. di psicologia, Victoria University di Wellington), Robin Dunbar (prof. di psicologia evolutiva, Università di Oxford) e Vibeke Jenny Koushede (capo dipartimento di psicologia, Università di Copenhagen)

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ziggi Ivan Santini, Paul Jose, Ai Koyanagi, Charlotte Meilstrup, Line Nielsen, Katrine Madsen, Carsten Hinrichsen, Robin Dunbar, Vibeke Koushede. The moderating role of social network size in the temporal association between formal social participation and mental health: a longitudinal analysis using two consecutive waves of the Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE). Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, 9 Oct 2020, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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