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Perché spazi verdi, quartieri praticabili ed edifici più vivibili aiutano contro la demenza

two people seated in green area and building

Trent'anni fa la demenza era una condizione meno capita di quanto lo sia ora, e si presumeva che facesse parte dell'invecchiamento normale. È una condizione che colpisce la memoria, può influenzare anche la vista, l'udito, l'equilibrio, il cammino, la comprensione visiva e spaziale, la navigazione e la differenziazione tonale, e può causare allucinazioni.


Oggi, la demenza colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo e si prevede che raddoppierà entro 20 anni a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della sua consapevolezza e delle diagnosi. La demenza è diventata una questione globale.


La progettazione dell'ambiente può avere un profondo impatto sul modo in cui una persona con demenza percepisce, sperimenta e si impegna con i luoghi e gli spazi in cui vive. Eppure, gran parte della guida alla progettazione attualmente disponibile è supportata dalla ricerca eseguita nei paesi sviluppati.


La ricerca ha dimostrato che, piuttosto che attingere alle esperienze degli anziani, delle loro famiglie e dei professionisti dell'assistenza, gli architetti che progettano per l'anzianità hanno più probabilità di attingere dalle esigenze e dalle esperienze presunte della persona anziana, immaginate da loro stessi.


Ciò solleva la questione di chi guiderà la sfida globale per garantire che spazi ed edifici supportino questo aumento della prevalenza della demenza, pur mantenendo tutta la bellezza, la gioia e la qualità della vita che può dare una buona architettura e il design.

 

I principi di progettazione per la demenza

Il progetto per la demenza è un approccio non medico per contribuire a ridurre alcuni dei sintomi associati alla demenza, come agitazione, aggressività, confusione, incontinenza e disturbi visivi, spaziali e di orientamento.


Il consenso internazionale sui principi concorda che il progetto per la demenza dovrebbe incorporare i seguenti concetti: dovrebbe compensare le disabilità, massimizzare l'indipendenza e migliorare l'autostima e la fiducia. Deve anche dimostrare di occuparsi delle esigenze del personale, essere comprensibile e orientare, rafforzare l'identità personale, accogliere i parenti e la comunità locale, e consentire il controllo degli stimoli (es.: riducendo i rumori indesiderati associati ai sistemi di allarme).


I principi della progettazione per la demenza sono nati alla fine degli anni '80, quando lo sviluppo di unità Confused and Disturbed Elderly nel Nuovo Galles del Sud (Australia) ha istituito delle linee di progettazione che si prendevano cura di principi specifici per supportare le persone con demenza. Poco dopo, è stato istituito il Dementia Services Development Centre (DSDC) all'Università di Stirling, che divenne influente in questo campo.


A quel tempo, i leader del settore hanno invitato gli architetti a prendere in considerazione la demenza non come una malattia, concentrando il progetto su spazi che supportano il declino fisico, ma piuttosto come una disabilità in cui il centro della progettazione si sposta verso spazi che possono mantenere le funzioni di tutti i giorni delle persone con demenza. L'importanza di questa contrapposizione non deve essere sottovalutata e si può capire meglio nel contesto del cambiamento epocale che stava accadendo nella legislazione sull'ambiente costruito nel Regno Unito.


Il Disability Discrimination Act del 1995 ha fissato l'obbligo per gli spazi per essere liberi da discriminazione: l'ambiente come fattore invalidante che danneggia l'opportunità di partecipare alla vita di ogni giorno. La nuova legge ha provocato una revisione radicale del modo in cui l'ambiente costruito supporta - o no - quelli con disabilità fisiche.


L'architettura e i codici che la disciplinano sono stati rinnovati. I proponenti della progettazione per la demenza hanno assistito a questo e hanno fatto pressioni perché questo approccio includesse le persone con demenza, ma ci sono stati pochissimi progressi su questo tema fino a tempi recenti.

 

La progettazione per la demenza oggi

Sviluppi della ricerca sulla demenza riconoscono che la condizione non fa parte dell'invecchiamento naturale, ma che il rischio di svilupparla aumenta con l'età. Anche alcool, fumo, colesterolo e diabete aumentano il rischio di demenza, e l'inquinamento atmosferico ha un impatto sulla salute del cervello.


C'è un interesse globale crescente per l'adozione dei principi di progettazione della demenza. Alzheimer's Disease International ha dedicato il suo Rapporto Mondiale di Alzheimer 2020, alla progettazione correlata alla demenza, e i responsabili politici stanno lavorando per incorporare le evidenze nelle linee guida ambientali.


Si stanno anche sempre più spingendo i principi di progettazione per un modo intergenerazionale di vivere e i principi di progettazione per la demenza sono integrati in progetti amichevoli con l'invecchiamento, come le residenze per pensionati e gli edifici comunitari.


In gran parte questo è incoraggiante. Una città amichevole con gli anziani potrebbe favorire un invecchiamento sano e attivo, costituendo e mantenendo tale qualità per tutta la vita delle persone. Potrebbe sostenere lo sviluppo di funzioni cerebrali sane fin dai primi anni, aiutare le persone a mantenere la cognizione più avanti e supportare il declino cognitivo nell'invecchiamento.

 

Un problema di sanità pubblica

Pensando in avanti e considerando i fattori causali complessi, i tassi in aumento di diagnosi e l'ambito multidisciplinare delle terapie della demenza, le persone con la condizione e le loro famiglie potrebbero trarre vantaggio da una risposta globale coordinata in ogni paese e in tutte le culture.


I primi proponenti della progettazione per la demenza hanno insistito che la demenza fosse considerata una disabilità che richiede spazi che mantengono le funzioni. Credo che sarebbe anche utile riconoscere la demenza come un problema di salute pubblica e usare la progettazione per affrontare alcune delle sfide che questo comporta.


Ciò consentirebbe ad architetti e progettisti di integrare i principi della progettazione per la demenza in un modo simile a quello in cui il Disability Discrimination Act ha supportato le persone con disabilità fisiche. Essi potrebbero impiegare gli strumenti di valutazione dell'impatto sulla salute per pianificare luoghi che favoriscono la prevenzione, riducendo il rischio di sviluppare alcune delle condizioni sanitarie sottostanti menzionate in precedenza.


Nella lotta contro la demenza, potrebbe aiutare la disponibilità di spazi verdi, di percorsi attivi e di gioco, di quartieri percorribili a piedi, di migliore biodiversità e qualità dell'aria. Per comprendere appieno i benefici, c'è un urgente bisogno di discussione critica e di ulteriori ricerche, e di progetti architettonici con istruzioni che sfidano i progettisti ad affrontare questo importante problema globale.


Riconoscendo più di 30 anni di progettazione per la demenza, il Dementia Services Development Centre della Stirling University ha lanciato 'Architecture for dementia: 2008-2020', una selezione di progetti notevoli da tutto il mondo. Ognuno ha ricevuto una medaglia d'oro dal DSDC, come edificio amichevole per la demenza.


Se c'è mai stato un momento per celebrare la progettazione per demenza basata sulle evidenze, è ora. Questo record resterà come linea di base per lo sviluppo dei prossimi 30 anni di progetti inclusivi della demenza e per contribuire a migliorare la qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo che vivono con questa condizione debilitante.

 

 

 


Fonte: Lesley Palmer, architetto capo del Dementia Services Development Centre, Università di Stirling

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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