Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'impatto dell'isolamento sociale e della solitudine

Dolly, una anziana che vive da sola, ogni giorno non vede l'ora di giocare a bridge per diverse ore con le sue amiche. Cioè, fino al COVID-19. Con le raccomandazioni per gli anziani di rimanere a casa, Dolly non ha alcuna interazione sociale da più di due mesi e sente che questo sta prendendo un pedaggio alla sua salute mentale, citando sentimenti di solitudine e attacchi di depressione durante questo periodo.


Dolly non è l'unica a sentirsi socialmente isolata e sola. Mentre il COVID-19 lo ha amplificato, anche prima della crisi più di un terzo degli adulti oltre i 45 anni di sentiva solo, e un americano su cinque diceva di sentirsi solo o socialmente isolato. Vivere da soli può essere uno dei fattori di rischio che contribuiscono alla solitudine e, secondo il Census Bureau degli USA, il 28% degli anziani vive da solo.


“La solitudine è diventata un tema ‘caldo’ a causa del COVID-19. La ragione per cui le persone ora discutono apertamente è che possiamo ‘incolpare’ il virus per la nostra solitudine, e ciò elimina lo stigma di solito legato alla solitudine“, ha detto il dott. Ami Rokach, psicologo clinico e autore di Loneliness, Love and All That’s Between (Solitudine, amore e tutto quello che è in mezzo).


Secondo le National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM), la solitudine è la sensazione di essere soli, a prescindere dalla quantità di contatto sociale, mentre l'isolamento sociale è una mancanza di connessioni sociali. È importante notare la differenza: l'isolamento sociale può portare alla solitudine in alcune persone, mentre altri possono sentirsi soli, senza essere socialmente isolati.

 

L'impatto dell'isolamento sociale e la solitudine su:

Mese della salute mentale

Mentre il distanziamento sociale e il resta-a-casa stanno aiutando ad appiattire la curva della pandemia, ci sono implicazioni indesiderate sulla salute mentale e cognitiva. Secondo la Kaiser Family Foundation, circa il 45% degli adulti negli Stati Uniti dicono che preoccupazioni e stress legati alla pandemia stanno avendo un impatto negativo sulla loro salute mentale.

Per coincidenza, maggio è il mese della salute mentale, osservato dal 1949 negli Stati Uniti, per portare consapevolezza e per fornire strumenti pratici per la cura della salute mentale. Si tratta di un richiamo particolarmente importante oggi a prendersi cura della salute mentale di ognuno, mentre le persone possono sperimentare livelli più elevati di stress, di solitudine (*) e di depressione durante questo tempo, con rischi gravi di salute come la demenza.

 

Demenza

Anche se non ci sono stati molti studi sugli effetti a breve termine dell'isolamento sociale e della solitudine, un rapporto recente della NASEM ha indicato che “alti livelli di solitudine, contatti sociali infrequenti e basso livello di partecipazione a gruppi” è associato a circa un 50% di aumento del rischio di demenza.

E in uno studio della Florida State University del 2018, la solitudine ha mostrato di aumentare il rischio di demenza del 40%. Inoltre, la solitudine aumenta il rischio di depressione, che è associata a un 4% di aumento del rischio di demenza.

 

Economia

Con l'invecchiamento delle persone, aumenta la probabilità di diventare socialmente isolate a causa della perdita dei propri cari, della mancanza della famiglia, della perdita di contatti sociali dovuta al pensionamento, e del declino della salute. Secondo l'AARP Public Policy Institute, l'isolamento sociale tra gli anziani avrà un costo per Medicare di 6,7 miliardi di dollari ogni anno. L'AARP cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica e di evidenziare i fattori di rischio della solitudine e dell'isolamento sociale con la loro scheda di dati.

 

L'importanza dell'interazione sociale e di rimanere in contatto

Gli studi dimostrano che l'interazione sociale e altri fattori modificabili di stile di vita (come sonno sufficiente, esercizio fisico e alimentazione sana) nell'insieme possono prevenire il rischio di demenza del 35%. E la ricerca ha dimostrato che la prevenzione della demenza è stata ancora maggiore nei paesi a basso reddito: India (41%), Cina (40%), e un campione di paesi dell'America Latina (56%).


È importante per le persone impegnarsi regolarmente in una interazione sociale significativa per mantenere la salute del cervello a tutte le età. Uno studio condotto dalla dott.ssa Lisa Berkman della Harvard University ha scoperto che gli individui socialmente attivi avvertono meno declino della memoria. Quelli con la maggiore socialità hanno riferito la metà della perdita di memoria rispetto a quelli meno sociali. Nonostante la correzione per altri dati demografici come età, sesso, razza e salute, le statistiche sono rimaste invariate.


Se continua lo stare-a-casa, e non sono possibili incontri sociali fisici o attività, ci sono molti altri modi e attività virtuali per sentirsi collegati, meno soli, e migliorare la salute cognitiva. Jonathan Kanter, direttore del Center for the Science of Social Connection della Università di Washington incoraggia le chicchere via video e di chiamare regolarmente gli amici e la famiglia. Il National Institute of Health ha determinato che soli 10 minuti di interazione sociale quotidiana aumentano le prestazioni sulle valutazioni cognitive e possono dare un importante vantaggio cognitivo con l'avanzare dell'età.


Sono una grande sostenitrice del collegamento con amici e persone care per migliorare la salute cognitiva. Tuttavia, è importante notare che solo perché una persona è circondata da altri simili non significa che si senta meno sola o che diminuisca la probabilità di demenza. Perché siano spuntate entrambe le caselle, gli individui devono essere impegnati e partecipare alle attività sociali al di fuori della famiglia, quindi il semplice vivere con i familiari non fornisce il tipo giusto di interazione sociale per assicurare benefici cognitivi.


Tuttavia, siamo in circostanze straordinarie in questo momento, per cui usa la tecnologia come alternativa per fare quelle connessioni significative: fissa date di cene con gli amici o prepara pasti sani insieme, tutto via videoconferenza. È anche importante riformulare il proprio pensiero. Invece di vederlo come isolamento sociale o sentirsi soli, vedilo come un'opportunità per fare introspezione e un tempo per sperimentare cose nuove che non hai fatto prima o che forse davi per scontate.


Quando la polvere del COVID-19 si deposita e torniamo alla nostra vita normale, è importante tenere il passo con i collegamenti che abbiamo fatto e rimanere socialmente impegnati; che sia entrare in un club di bridge, fare volontariato in gruppi di comunità, o viaggiare per incontrare nuove persone e provare nuove esperienze.


Gli esseri umani sono creature sociali ed è inerente alla nostra salute cognitiva e mentale collegarci uno con l'altro, ora e in seguito, per arricchire la nostra vita e aiutarci a superare i momenti difficili.

 

 

(*) In una meta-analisi del 2017 eseguita anche da Julianne Holt-Lunstad PhD, professoressa di psicologia e neuroscienze alla Brigham Young University, la solitudine è risultata dannosa per la salute come il fumo di 15 sigarette al giorno, e due volte più dannosa dell'obesità per la salute fisica e mentale. L'isolamento sociale può aumentare la mortalità del 29%.

 

 

 


Fonte: Mylea Charvat PhD, psicologa clinica, neuroscienziato traslazionale, amministratrice delegata / fondatrice della società di valutazione cognitiva digitale Savonix.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.