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Aumenta il binge drinking tra gli anziani, cosa potrebbe provocare?

Binge drinking

Anche se permettersi un bicchiere di vino rosso di quando in quando può essere salutare per il cuore e per l'intestino, bere troppo alcol può metterti a rischio grave di sviluppare molte condizioni importanti di salute.


Il consumo di alcol è stato collegato a una serie di problemi sanitari, come alcuni tipi di cancro, ictus, malattie cardiache e del fegato, e danni cerebrali. Negli anziani, livelli non sani di alcol possono essere ancora più dannosi per la salute, e possono causare la perdita di memoria, pressione alta, problemi di equilibrio, e peggiorare la salute mentale.


Ma mentre molti potrebbero pensare che l'alcol è dannoso solo per coloro che bevono regolarmente oltre i limiti raccomandati, la ricerca ha dimostrato che anche il binge drinking (bere frenetico per far baldoria) può essere altrettanto dannoso. Il binge drinking è definito il consumo di almeno 8 unità di alcol per gli uomini (circa 2,2 litri di birra), e 6 unità per le donne, in una singola occasione. Il binge drinking ha dimostrato di aumentare il rischio di morte per malattie a lungo termine, di incidenti e di lesioni.


Le attuali linee guida raccomandano di non bere più di 14 unità di alcol alla settimana. Ciò equivale a 4 litri di birra, o poco più di una bottiglia di vino alla settimana. Anche se binge drinking è spesso associato con i giovani, circa un over-65 su 10 si impegna nel binge drinking.


Recentemente, i ricercatori hanno esaminato l'uso di alcol e modelli di consumo a rischio nelle persone anziane, in particolare la sua relazione con altri disturbi mentali, come la depressione e la demenza. Si è riscontrato che un bevitore di alcol su quattro consuma più dei limiti settimanali e più di un bevitore su 5 ha segnalato un binge drinking negli ultimi 12 mesi.

 

 

Salute mentale e abuso di alcol

I ricoveri ospedalieri per disturbi mentali legati all'alcol sono aumentati del 21% negli ultimi 5 anni per gli over-50. Questi ricoveri sono dovuti a una serie di disturbi mentali che vanno da dipendenza e intossicazione da alcol ai disturbi della memoria come la demenza e la sindrome di Korsakoff. Purtroppo questa è una tendenza che è solo peggiorata negli ultimi 15 anni, quando è invecchiata la generazione dei “baby boom”.


Per comprendere meglio l'impatto del consumo di alcol sui disturbi mentali, i ricercatori hanno esaminato 190 pazienti over-65 che erano stati arruolati in un servizio di salute mentale per anziani. I pazienti avevano una serie di disturbi mentali, come depressione e demenza. Solo un terzo dei pazienti era di sesso femminile.


Utilizzando l'Alcohol Use Disorders Identification Test (AUDIT), i ricercatori hanno fatto ai partecipanti una serie di domande per valutare il rischio di danni correlati all'alcol.


Dallo studio è emerso che gli uomini avevano una probabilità una volta e mezzo più alta (rispetto alle donne) di avere problemi attuali o passati legati all'alcol, come ad esempio lesioni dovute al consumo di alcol. Essi hanno inoltre avuto punteggi di 2 punti in meno, in media, su un test di individuazione della demenza, il che significa che erano suscettibili di avere un rischio più alto di demenza.


C'era anche una notevole variazione nei modelli di consumo all'interno di partecipanti. Circa un paziente su 8 ha riferito di bere una volta al mese o meno, e il modello più comune è di 1 o 2 unità al mese. Tuttavia, ciò non indica quanto quella persona ha bevuto in quelle occasioni, e se avrebbe potuto essere classificato come binge drinking. Questo potrebbe essere scoperto solo con il questionario AUDIT, che chiede anche del binge drinking.


Le pratiche cliniche di routine che non usano l'AUDIT spesso chiedono ai pazienti solo la quantità media bevuta alla settimana, piuttosto che quella massima di un singolo giorno. Ciò significa rinunciare a preziose informazioni sul binge drinking.

 

 

Dare supporto

Questo studio dimostra che molti anziani non ricevono molto sostegno quando si tratta di monitorare e ridurre i loro comportamenti di consumo. Ha dimostrato che a molti anziani non viene chiesto spesso delle loro abitudini di consumo - una cosa che i professionisti sanitari sono più propensi a chiedere alle persone giovani.


Chiedendo più spesso, i professionisti dela salute potrebbero contribuire a ridurre i comportamenti di consumo a rischio, fornendo il sostegno e l'aiuto giusti per ridurre il consumo di alcol.


Lo studio ha anche scoperto che gli uomini più anziani che bevono regolarmente sopra il limite settimanale o hanno episodi di binge drinking hanno un rischio più alto di alcuni tipi di demenza. La demenza legata all'alcol è diversa da altri tipi di demenza, poiché danneggia i lobi frontali del cervello e può portare a cambiamenti di personalità, come essere più impulsivi e avere difficoltà a controllare le emozioni.


Non solo la diagnosi di un esperto può aiutare con il trattamento, ma implica anche che la demenza legata all'alcol può essere rilevata all'inizio, e alcuni dei suoi effetti parzialmente invertiti.


Nuovi servizi clinici che possono valutare sia i disturbi legati all'alcol che i disturbi di salute mentale potrebbero essere una strada per garantire che gli anziani ricevano sostegno e cure necessarie sia per la salute mentale che per il bere disordinato.


Il governo [della GB] ha anche creato una guida per aiutare a rilevare e ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol per le persone anziane. I disturbi mentali e il bere rischioso possono essere presenti allo stesso tempo nelle persone anziane, ma la percezione comune è che questi sono problemi che interessano solo i più giovani.


Creare maggiore sostegno e senso di comunità per coloro che soffrono, può aiutare nel trattamento e impedire al binge drinking di restare un problema non rilevato nelle popolazioni anziane.

 

 

 


Fonte: Tony Rao, Visiting Lecturer di psichiatria geriatica al King College di Londra

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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