Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloide e tau, ad accumularsi nel cervello e a danneggiarlo, causando l'Alzheimer (AD). Qual è la forza motrice che sta dietro la demenza? La risposta: entrambe, secondo un nuovo studio condotto alla Douglas University.


Il team guidato dal Dr. Pedro Rosa-Neto, scienziato clinico della Douglas e assistente professore di neurologia, neurochirurgia e psichiatria alla McGill University, riferisce sulla rivista Molecular Psychiatry la prima prova che è l'interazione tra le proteine ​​amiloidi e tau a portare ai danni cerebrali nei soggetti cognitivamente intatti.


"In particolare abbiamo scoperto che entrambe le proteine ​​enfatizzano reciprocamente i rispettivi effetti tossici e causano una disfunzione cerebrale considerata la firma dell'AD. Questa scoperta sfida le teorie polarizzate precedenti, secondo le quali l'anomalia di una singola proteina è la forza trainante della progressione della malattia", spiega il Dr. Rosa-Neto, il cui team fa parte della rete di ricerca CIUSSS de l'Ouest-de-l'Île-de-Montréal.


Questa ricerca punta anche verso nuove strategie terapeutiche per mitigare la progressione dell'AD. "Fino ad ora, gli studi clinici terapeutici hanno puntato un singolo processo patologico. La nostra scoperta apre la strada a nuove strategie terapeutiche per la prevenzione o la stabilizzazione dell'AD. Ad esempio, si dovrebbero usare contemporaneamente terapie combinate contro l'accumulo di proteine sia di amiloide che di tau​​", dice il Dott Tharick A. Pascoal, autore principale dello studio.


Il team di Rosa-Neto ha analizzato le prestazioni di 120 individui cognitivamente intatti per due anni (stesso numero di maschi e femmine, età media 75 anni). Misurando i livelli di amiloide con scansioni PET e di proteine ​​tau con l'analisi del liquido cerebrospinale, i ricercatori sono riusciti ad identificare i pazienti a rischio di danni cerebrali associati all'AD.


Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Alzheimer è la causa più comune di demenza, che colpiva più di 30 milioni di persone in tutto il mondo nel 2015. Nel 2011, c'erano 747 mila canadesi con l'Alzheimer e altre forme di demenza, e il costo combinato tra quello diretto (medico) e quello indiretto (mancato guadagno) della demenza ammonta a 33 miliardi di dollari (fonte: Alzheimer Society of Canada).

 

******
Questo lavoro è stato finanziato dal Canadian Institutes of Health Research, dall'Alan Tiffin Foundation e dall'Alzheimer's Association. Gli individui valutati in questo studio facevano parte dello studio Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative (ADNI).

 

 

 


Fonte: McGill University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: T A Pascoal, S Mathotaarachchi, S Mohades, A L Benedet, C-O Chung, M Shin, S Wang, T Beaudry, M S Kang, J-P Soucy, A Labbe, S Gauthier, P Rosa-Neto. Amyloid-β and hyperphosphorylated tau synergy drives metabolic decline in preclinical Alzheimer’s disease. Molecular Psychiatry, 2016; DOI: 10.1038/mp.2016.37

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.