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Russare forte e apnea del sonno possibili segni di declino precoce di memoria e pensiero

Un forte russare e l'apnea del sonno possono essere legate al declino della memoria e del pensiero in età precoce, secondo un nuovo studio pubblicato il 15 aprile 2015 online su Neurology®, la rivista medica della American Academy of Neurology.


La ricerca suggerisce anche che il trattamento dei disturbi con una macchina per la respirazione può ritardare il declino.


"Gli schemi anoali di respirazione durante il sonno, come il forte russare e l'apnea del sonno, sono comuni negli anziani, colpendo circa il 52 per cento degli uomini e il 26 per cento delle donne", ha detto l'autore dello studio Ricardo Osorio, MD, del Langone Medical Center alla New York University di New York.


Per lo studio sono state riviste le storie mediche di 2.470 persone da 55 a 90 anni di età. I partecipanti sono stati classificati come privi di problemi di memoria e pensiero, nelle prime fasi del lieve decadimento cognitivo (MCI), o con Alzheimer.


I ricercatori hanno esaminato anche persone con problemi respiratori del sonno non trattati confrontandoli con quelli senza i problemi respiratori del sonno, e anche quelli non trattati in confronto a persone trattate con problemi respiratori del sonno.


Lo studio ha scoperto che le persone con problemi respiratori del sonno hanno avuto la diagnosi di MCI quasi 10 anni in media prima delle persone senza problemi respiratori del sonno.


Ad esempio, quando i ricercatori hanno esaminato solo le persone che hanno sviluppato MCI o Alzheimer durante lo studio, quelli con problemi respiratori del sonno hanno sviluppato l'MCI ad un'età media di 77 anni, a fronte di un'età media di 90 anni per coloro che non avevano problemi respiratori del sonno.


In quel gruppo, coloro che avevano problemi respiratori del sonno hanno anche sviluppato l'Alzheimer cinque anni prima rispetto a quelli senza problemi respiratori del sonno: a un'età media di 83 contro 88 anni.


I ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno curato i problemi respiratori del sonno con una macchina a «ventilazione positiva continua delle vie areree» (Continuous Positive Airway Pressure - CPAP) hanno avuto la diagnosi di MCI circa 10 anni più tardi rispetto alle persone i cui problemi non sono stati trattati: a 82 anni invece che a 72.


"L'età di insorgenza dell'MCI per le persone i cui problemi respiratori sono stati trattati era quasi identica a quella delle persone che non avevano alcun problema di respirazione", ha detto Osorio. "Dato che ci sono così tanti anziani con problemi respiratori del sonno, questi risultati sono interessanti; dobbiamo capire se l'uso della CPAP può aiutare a prevenire o a ritardare i problemi della memoria e del pensiero".


Osorio osserva che sono necessarie ulteriori ricerche. "Questi risultati sono stati realizzati in uno studio osservazionale e, come tale, non indicano un rapporto di causa-effetto", ha detto Osorio. "Tuttavia stiamo ora concentrando la nostra ricerca sul trattamento CPAP e sul declino della memoria e del pensiero nel corso di decenni, così come esaminiamo specificamente i marcatori della morte e il deterioramento delle cellule del cervello".

 

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Lo studio è stato finanziato dall'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, dal National Heart, Lung, and Blood Institute, dalla Foundation for Research in Sleep Disorders e da James B. Kuhn.

 

 

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ricardo S. Osorio, Tyler Gumb, Elizabeth Pirraglia, Andrew W. Varga, Shou-En Lu, Jason Lim, Margaret E. Wohlleber, Emma L. Ducca, Viachaslau Koushyk, Lidia Glodzik, Lisa Mosconi, Indu Ayappa, David M. Rapoport, Mony J. De Leon. Sleep-disordered breathing advances cognitive decline in the elderly. Neurology, April 2015 DOI: 10.1212/WNL.0000000000001566

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