Se siete come la maggior parte delle persone intervistate in un recente sondaggio dell'AARP, siete preoccupati dell'insorgenza dell'Alzheimer.
Se è così, allora probabilmente siete pronti per qualche buona notizia in merito a mantenere il cervello acuto invecchiando.
Uno studio recente nel prestigioso New England Journal of Medicine rivela con sorpresa che oggi abbiamo meno probabilità di avere l'Alzheimer e la demenza di quanto ne avessimo 20 anni fa. Gli autori dello studio danno il merito di questa tendenza positiva al miglioramento degli stili di vita, così come all'istruzione continua.
Questo è un bel passo avanti, perchè il numero di persone che incorrono in questa malattia ruba-memoria sono previsti in aumento dall'Alzheimer's Association dagli attuali 5,4 milioni a ben 20 milioni entro il 2050. Forse le loro previsioni sono state fatte prima della pubblicazione di quell'articolo, o forse la previsione potrebbe ancora essere accurata se le persone non seguono strettamente i consigli sullo stile di vita che previene l'Alzheimer.
Come presidente e direttore medico dell'Alzheimer's Research and Prevention Foundation, forse mi interessa di più la dichiarazione del co-autore dello studio, il Dr. Kenneth Langa, che ha detto: "I nostri risultati suggeriscono che, anche se non troviamo una cura per l'Alzheimer (cioè un farmaco-bacchetta magica), ci sono fattori di stile di vita che possiamo affrontare per ridurre il nostro rischio".
Questa nozione è sostenuta da due recenti studi. Il primo, fatto all'Albany University, suggerisce che l'Alzheimer è un tipo di diabete del cervello di cui è colpevole il cattivo metabolismo degli zuccheri nel sangue. Inoltre, uno studio svedese ha rivelato che le donne che hanno avuto un grave stress in mezza età, come un divorzio, una morte in famiglia, o problemi al lavoro, hanno un rischio di Alzheimer più alto del 21 per cento.
Questa nuova ricerca è molto importante per me, perchè negli ultimi due decenni il mio lavoro è ruotato intorno a ciò che chiamiamo i "quattro pilastri della prevenzione di Alzheimer." Infatti, nel lontano 1993, la nostra fondazione ha per prima proposto lo stile di vita come un modo per prevenire l'Alzheimer. Ho anche rivelato questi pilastri nel mio libro best-seller Brain longevity, pubblicato nel 1997. I quattro pilastri sono:
- Dieta: una dieta mediterranea a base di piante si è infatti dimostrata in grado di bilanciare lo zucchero nel sangue e ridurre il rischio di Alzheimer.
- Gestione dello stress soprattutto tramite la meditazione yoga, fondamentale per la riduzione del rischio. Come notato sopra, lo stress aumenta il rischio di Alzheimer.
- L'esercizio fisico e mentale è di fondamentale importanza per mantenere un cervello acuto.
- Infine, lo sviluppo del benessere psicologico e spirituale ha dimostrato di ridurre l'incidenza dell'Alzheimer.
Lo Yin e lo Yang della prevenzione dell'Alzheimer
La ricerca di un farmaco per porre fine all'Alzheimer va avanti, come pure la nostra ricerca sullo stile di vita. Infatti, il 7 novembre 2013, hanno avuto luogo due incontri molto interessanti. Erano come lo yin e lo yang della prevenzione di Alzheimer, due facce della stessa medaglia.
E' stata convocata a New York una riunione, dalla New York Academy of Sciences, collegata soprattutto ai farmaci e sponsorizzato da un certo numero di aziende farmaceutiche. L'attenzione del meeting, come traspare dall'ordine del giorno pubblicato, era sul tentativo di creare nuovi composti che aiuteranno a prevenire e curare l'Alzheimer, anche se i risultati sono stati certamente deludenti finora. Ecco l'ordine del giorno pubblicato: "Questa conferenza riunirà leader del settore, accademici, e le parti interessate del governo, per discutere come prevenire e trattare efficacemente l'Alzheimer entro il 2025, attraverso il coordinamento con gli sforzi governativi per costituire risorse per la ricerca, ri-progettare i nostri sistemi di sviluppo e di valutazione attuali dei farmaci, ed individuare tecnologie innovative e modelli di finanziamento. L'esito di questo incontro comprenderà un programma di ricerca che potrà delineare i percorsi necessari per trattare e prevenire l'Alzheimer entro il 2025 in modo efficace".
Casualmente, lo stesso giorno, l'ARPF ha tenuto un seminario su come mantenere un cervello acuto con l'età e prevenire l'Alzheimer attraverso le scelte di vita di cui sopra. Abbiamo avuto oltre 700 iscrizioni.
Per oltre un decennio, il nostro obiettivo principale all'ARPF è ruotato attorno al secondo pilastro: lo yoga e la meditazione. La nostra ricerca innovativa, condotta su caregiver molto stressati da pazienti con demenza, che effettuano una semplice meditazione di canto chiamata Kirtan Kriya, per 12 minuti al giorno per 8 settimane, ha rivelato un'inversione della perdita di memoria, un miglioramento del flusso sanguigno cerebrale, una riduzione dei numerosi fattori di rischio per la demenza come la depressione e l'infiammazione, e un aumento nel cosiddetto enzima dell'immortalità conosciuto come telomerasi. Questo lavoro è stato pubblicato in molte riviste mediche prestigiose, tra cui il Journal of Alzheimer's Diseaase.
Oltre a ciò, in uno studio recente finanziato dal governo, di cinque anni, condotto alla Harvard Medical School, le persone sotto stress che praticavano la meditazione hanno dimostrato di essere in grado di migliorare molti effetti biologici del corpo e del cervello.
Sono in corso ulteriori ricerche su tutti i quattro pilastri della prevenzione di Alzheimer e stanno dimostrando di essere positive. Se questa è l'ultima analisi, allora forse la ricerca di un farmaco costoso, e non ancora sviluppato, per
prevenire l'Alzheimer potrebbe essere inutile.
In ogni caso, mentre aspettiamo, prendiamoci cura del nostro cervello. E' l'unico che abbiamo.
Dharma Singh Khalsa, MD
Scritto da: Dharma Singh Khalsa, MD, Presidente e Direttore Medico della Alzheimer's Research and Prevention Foundation, ricercatore leader nello studio della meditazione e della memoria, e scrittore.
Pubblicato in huffingtonpost.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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