Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Animali con demenza? Aiutare l'animale domestico ad invecchiare

Un paio di mesi fa vi abbiamo detto come l'età di alcuni animali selvatici sia determinata. Da allora, alcuni di voi si sono interrogati sui cambiamenti legati all'età in questi animali.


Ora che è Settembre, il Mese Mondiale dell'Alzheimer, il morbo che rappresenta fino all'80 per cento di tutti i casi di demenza, e in cui le capacità mentali declinano e impediscono le funzioni quotidiane, abbiamo chiesto ad alcuni esperti se gli animali selvatici e quelli domestici soffrono di demenza o di sintomi simili alla demenza.


La risposta è: e (probabilmente) no.


Cani e gatti domestici, che vivono in ambienti sicuri e ricevono cure veterinarie, possono vivere abbastanza a lungo da sviluppare disfunzioni cognitive. Ci sono pochi dati sugli animali anziani in natura; ma, anche se essi possono raggiungere la vecchiaia, se dovessero sviluppare sintomi di tipo demenza, non durerebbero molto a lungo. 


In una ricerca pubblicata all'inizio di quest'anno in Ageing Research Reviews, i ricercatori hanno scoperto che in 334 studi, 175 specie animali hanno mostrato evidenze di senescenza, il processo di invecchiamento.

 

Demenza difficilmente presente negli animali selvatici

Il coautore dello studio Dan Nussey, dell'Istituto di Biologia Evoluzionistica dell'Università di Edimburgo, ha detto via email che alcune delle prove più forti e gli studi più approfonditi sulla senescenza provengono dagli ungulati selvatici (come i cervi, le pecore bighorn, e le capre di montagna) e dagli uccelli marini, come gli albatros longevi.


Nussey ha detto che gli animali selvatici possono mostrare deterioramento fisico come l'artrite o l'usura dei denti, ed in natura può presentarsi un po' di deterioramento cognitivo, ma qualsiasi cosa grave come la demenza o l'Alzheimer non permetterebbe semplicemente loro di durare.


"Gli animali selvatici hanno una vita dura", conviene David Mizejewski, naturalista della National Wildlife Federation. "Anche deterioramenti [fisici] precoci, come i denti o le giunture usurati dall'età, rendono più difficile per loro sopravvivere". Ulteriori problemi cognitivi li renderebbero semplicemente troppo vulnerabili per sopravvivere.

 

Animali domestici soggetti

Dall'altra parte, gli animali domestici tendono a vivere in ambienti sicuri e a ricevere regolari cure veterinarie. Ciò significa che molti gatti e cani vivono abbastanza a lungo per sviluppare disfunzioni cognitive.


Jennifer Bolser, medico capo della Società Umanitaria di Boulder Valley in Colorado, ha detto che i veterinari stanno scoprendo sempre più casi di sindrome da disfunzione cognitiva, comunemente chiamata disfunzione cognitiva canina (CCD). Questo è probabilmente perché i cani domestici vivono più a lungo, grazie a una migliore assistenza medica e preventiva a partire dalla giovane età e i veterinari che sono più abili a riconoscere i sintomi.


I segni più drammatici che i proprietari possono notare sono che i cani "sono disorientati, camminano in cerchio, o restano con lo sguardo fisso sugli angoli o sul muro". Altri sintomi includono aggressività, cambiamenti nel ritmo del sonno, perdita di interesse per i famigliari, e incapacità di controllare la minzione o la defecazione "più che per incontinenza, quasi come se stessero dimenticando l'educazione ricevuta per stare in casa", ha detto la Bolser. I proprietari di gatti possono anche notare i loro animali domestici miagolare casualmente nella giornata.


Si devono però escludere altre malattie, prima di diagnosticare definitivamente la disfunzione cognitiva. "Di solito si tratta di una diagnosi per esclusione", ha detto Bolser. "Se tutto il resto è nella norma", allora probabilmente è disfunzione cognitiva.


Amy Johnson, assistente professore di medicina degli animali di grandi dimensioni e di neurologia all'Università della Pennsylvania, ha detto che non sa se ​​anche i cavalli sono soggetti. Ma lei riceve chiamate dai proprietari di cavalli anziani che riferiscono cambiamenti nel comportamento degli animali e chiedono se il cavallo potrebbe avere l'Alzheime.
Per escludere cambiamenti strutturali del cervello o tumori cerebrali sono necessari test medici, come la risonanza magnetica. La maggior parte dei proprietari di cavalli non vogliono affrontare la spesa o correre il rischio di mettere il loro animale in anestesia, quindi queste domande di solito restano senza risposta.

 

Come si può aiutare l'animale domestico ad invecchiare?

La Bolser dice che, anche se non c'è una cura, ci sono dei modi per gestire la disfunzione cognitiva. "Tenere attivo il cervello [dell'animale], anche in età avanzata", ha detto. "Insegnare loro nuovi trucchi, portarli fuori, e sfidare il loro cervello con nuovi stimoli ambientali è molto importante per aiutare il cervello a deteriorarsi più lentamente".


Inoltre aggiungere antiossidanti alla loro dieta per aiutare la salute del cervello. E' disponibile una dieta prescritta potenziata con antiossidanti, acidi grassi, e L-carnitina, ha detto. Ci sono anche alcuni farmaci, il principale dei quali é la selegilina, che è stata usata come inibitore antidepressivo MAO nelle persone ed è talvolta usata pure nel consumo umano di pazienti di Alzheimer e di Parkinson, secondo la Bolser.


Mizejewski ha avuto qualche esperienza personale con la CCD, dopo aver perso due cani per vecchiaia. La chiave per mantenerli vivi e sani, ha detto, era un regolare esercizio fisico, la stimolazione mentale, l'interazione sociale, e una buona dieta."C'è della compassione quando pensiamo ai nostri animali domestici che perdono le funzioni cognitive", ha detto "Ma dall'altra parte, penso che se i miei cani fossero stati lupi selvaggi sarebbero periti per qualche altro motivo prima di arrivare a questa fase della vecchiaia e alla demenza. Che sia domestico o selvatico, ogni animale muore ad un certo punto. E in definitiva, non credo che un modo di finire la vita sia necessariamente migliore di un altro".

 

 

 

 

 


Pubblicato da Liz Langley in National Geographic (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)