Un po' di ciò che ti piace potrebbe fare molto per proteggere il cervello dagli effetti dell'invecchiamento.
Mentre gli scienziati devono ancora capire perché alcune persone evitano condizioni cerebrali come la demenza quando invecchiano, gli esperti credono che la risposta potrebbe essere semplice: mantenere il cervello attivo.
Ma questo non vuol dire correre a comprare programmi costosi o decine di libri di Sudoku. Il professore Yaakov Stern, esperto internazionale della Columbia University, dice che mentre non esiste una ricetta magica, sembra che le esperienze quotidiane possono svolgere un ruolo enorme nella riduzione delle probabilità di una persona di sviluppare demenza. La sua teoria si basa sul concetto di riserva cognitiva, la quale riconosce al cervello di alcune persone di affrontare meglio l'invecchiamento a causa delle esperienze che hanno da tutta la vita.
"L'epidemiologia suggerisce che le persone che hanno una maggiore istruzione, maggiore realizzazione professionale, impegno in più attività di svago, forse si esercitano di più o fanno più attività fisica sembrano superare meglio il processo di invecchiamento", ha detto il professor Stern all'AAP. "La riserva cognitiva è una funzione molto flessibile, quindi in qualsiasi punto della tua vita sembra che l'attività in cui ti impegni possa avere un impatto su questa riserva. E può essere qualsiasi cosa. Anche se non si ha avuto l'educazione più emozionante o il lavoro più interessante, potrebbe aiutare proprio rimanere attivi e impegnati in attività che piacciono come il giardinaggio, stare insieme con gli amici o camminare".
Il Prof. Stern, che ha condotto diversi studi sulla riserva cognitiva, ha detto che le esperienze di vita sembrano aiutare il cervello a mantenere la sua funzione. "Abbiamo guardato questo con studi sulle scansioni cerenrali", ha detto. "Le reti del cervello o le aree del cervello che utilizzano in realtà le persone con riserva cognitiva per svolgere un compito sembrano funzionare meglio. Possono essere più efficienti". Il cervello rimane "plastico" anche in età avanzata e, contrariamente all'opinione popolare, è ancora possibile far crescere nuove cellule cerebrali, ha aggiunto.
Ma il professor Stern ha riconosciuto che tutte le esperienze di vita, l'educazione e l'esercizio fisico del mondo non sono la garanzia di evitare la demenza o l'Alzheimer, in particolare per le persone con un rischio ereditario. "Impegnarsi in queste attività va bene ma questo non significa che non si contrarrà l'Alzheimer," ha detto. "Significa che si ha una probabilità più bassa".
Il Professore associato Sharon Naismith, direttore del Brain and Mind Research Institute dell'Università di Sydney, sta mettendo sotto test la teoria del Prof Stern in gruppi di formazione cerebrale che sta dirigendo, come parte di un progetto di ricerca. Ha detto che i risultati sono incoraggianti e, prima si comincia a costruire una riserva cognitiva con attività stimolanti, meglio è.
"Pensiamo che sia come l'esercizio fisico", ha detto. "Quando si allena un muscolo diventa vigoroso, ma quando non si va in palestra per tre settimane va giù di nuovo. Il cervello è probabilmente così, ma abbiamo ancora bisogno di fare più studi".
Il Prof. Stern e il dottor Naismith illustreranno le loro teorie in un simposio a Sydney Mercoledì nell'ambito della conferenza dell'Australian Psychological Society's College of Clinical Neuropsychologists.
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Pubblicato in The Sydney Morning Herald il 1 novembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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