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L'intelligenza protegge dalla demenza

Nel 1947, tutti i bambini scozzesi di 11 anni sono stati sottoposti a un test del Quoziente di Intelligenza (QI).

Settant'anni dopo, ricercatori di Edimburgo sono stati curiosi di sapere cosa erano diventati questi bambini, così li hanno rintracciati.

Hanno scoperto che i bambini di 11 anni che erano di intelligenza superiore alla media, avevano avuto meno probabilità di sviluppare la demenza a 70 anni. Altri risultati sono stati altrettanto interessanti.

Antiossidanti • Tutti abbiamo sentito che l'assunzione di antiossidanti protegge dalla demenza. Quelle persone con un QI superiore sono stati più propense a prendere gli antiossidanti. Quindi è stato il potere dell'alto quoziente intellettivo, e non gli antiossidanti, a proteggere contro la demenza. Inoltre le vitamine del gruppo B non hanno dato alcuna protezione contro la perdita di memoria.

Alcool • Allo stesso modo, quelli con maggiore intelligenza erano più propensi a bere più alcool. E, come è avvenuto con gli antiossidanti, avere un QI più alto, piuttosto che bere un bicchiere di vino, ha messo le persone al riparo dalla demenza.

Bevande contenenti caffeina • Caffè macinato e espresso, e non il tè, hanno fermato il declino della memoria.

Attività sociali • Quando sono state rettificate con l'effetto dell'intelligenza, le attività sociali hanoo avuto poco effetto sullo sviluppo di problemi di memoria.

Istruzione superiore • Quelli con quoziente intellettivo più alto sono più propensi a perseguire l'istruzione superiore. Anche in questo caso, non è l'istruzione superiore che protegge contro la demenza, è intelligenza.

L'attività fisica • L'esercizio migliora la cognizione, un risultato riflesso anche in altri studi.

In conclusione • Mentre non si può controllare il proprio quoziente intellettivo, si deve fare il possibile per ridurre il rischio di demenza, esercitandosi regolarmente e bevendo un caffè espresso al giorno.

 

 


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Dr. John MorleyScritto dal Dr. John Morley, medico SLUCare, direttore di geriatria all'università di St. Louis e geriatra al St. Louis University Hospital e Des Peres Hospital.

Pubblicato in STL Today il 13 ottobre 2011Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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