Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Necessario migliorare la formazione del personale che si occupa di demenza

Il personale che lavora con pazienti di demenza deve avere una formazione specifica sulla condizione, come componente obbligatoria sia dei criteri di lavoro che dei programmi di sviluppo del personale, dicono dei ricercatori australiani.

"Qualsiasi tipo di tale istruzione o formazione dovrebbe riguardare tutto il personale che viene potenzialmente a contatto con pazienti affetti da demenza", dicono.


Il continuo invecchiamento della popolazione comporta che le stime attuali prevedano di arrivare a 900.000 persone con demenza in Australia entro il 2050, con un aumento corrispondente del numero di operatori sanitari necessari per prendersi cura di queste persone vulnerabili, nota Wendy Smyth (Townsville Hospital nel Queensland) e relativo team. "Tuttavia, studi precedenti hanno dimostrato il deficit di conoscenza della demenza dei responsabili della diagnosi, dell'attuazione dei piani di trattamento e dell'assistenza quotidiana ai pazienti".


Usando l'Alzheimer's Disease Knowledge Scale (ADKS), una versione aggiornata dell'Alzheimer's Disease Knowledge Test, più vecchio e usato, il team ha scoperto che, in un gruppo di 360 operatori del servizio sanitario, il punteggio complessivo medio di conoscenza della demenza è dell'80% (24 su 30). L'analisi di regressione multivariata ha dimostrato che le persone con esperienza personale (non relativa al lavoro) di prendersi cura di una persona con demenza hanno significativamente 0,7 punti in più nel punteggio ADKS previsto, rispetto a quelli senza esperienza personale. Allo stesso modo, coloro che erano stati sottoposti a formazione specifica formale sulla demenza mostrano un punteggio previsto di 0,8 punti percentuali in più rispetto a quelli senza tale formazione.


Il gruppo professionale è anche un predittore indipendente significativo della conoscenza della demenza, poichè le persone con una professione a contatto diretto con i pazienti (medici, infermieri e altri sanitari) mostrano livelli significativamente più elevati di conoscenza di coloro che ricoprono ruoli di supporto (amministrazione, pulizia, sicurezza, o trasporto del personale).


Come riportato in BMC Geriatrics, ci sono deficit in quasi tutti gli intervistati delle aree specifiche valutate. I punteggi della maggior parte (5 su 7) dei domini ADKS (impatto sulla vita, fattori di rischio, sintomi, trattamento e gestione, valutazione e diagnosi, assistenza prestata) sono simili e nella gamma 80-87%. Tuttavia, i punteggi per gli ambiti fattori di rischio e decorso della malattia sono sensibilmente inferiori, 65% e 75% rispettivamente. Il gruppo osserva che gli intervistati con formazione medica hanno punteggi particolarmente elevati nel dominio dei fattori di rischio rispetto a infermieri, altri sanitari, o gruppi di sostegno, mentre i punteggi del personale di supporto sono i più bassi tra tutti i gruppi in tutti i domini.


"La crescita prevista del numero di persone anziane con demenza in ambienti acuti suggerisce che il personale a tutti i livelli entrerà in contatto con questo gruppo a un certo punto; è opportuna quindi istruzione e formazione per aiutare a dare assistenza di qualità alla demenza", suggeriscono la Smyth e gli altri.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Sally Robertson in News-medical.net il 8 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.