Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Standard aggiornati FDA eliminano una barriera inutile ai test di farmaci di Alzheimer

Standard aggiornati della FDA eliminano una barriera inutile per testare i farmaci di Alzheimer

Dopo anni a far affidamento su standard obsoleti per la valutazione di nuovi farmaci per l'Alzheimer e altre malattie neurologiche, la FDA sta finalmente modernizzando il suo approccio. Questa è una buona notizia per i ricercatori che lavorano per sviluppare farmaci così necessari per queste condizioni.


Il cambiamento ha a che fare con gli endpoint (obiettivi) che la FDA richiede negli studi clinici. Uno standard allentato in vigore dagli anni '90 richiedeva agli esperimenti clinici di dimostrare che un nuovo farmaco per il morbo di Alzheimer (MA) migliorava sia la cognizione che la funzionalità dei pazienti.


Ma questo non è in linea con la nostra attuale comprensione della malattia ed è stato probabilmente un fattore che ha contribuito all'alto tasso di insuccessi negli studi sul MA. Le alterazioni della cognizione (che include memoria, funzione esecutiva, linguaggio e altri aspetti del pensiero e del ragionamento) sono caratteristiche peculiari del MA. I disturbi funzionali (problemi con le attività quotidiane come vestirsi, lavarsi i denti, cucinare, guidare e simili) sono generalmente dovuti a problemi cognitivi.


Secondo lo standard dual-endpoint (a doppio obiettivo), la FDA ha chiesto agli sviluppatori di farmaci di dimostrare i benefici della cognizione nei pazienti con MA con sintomi di demenza che sono "clinicamente significativi", dimostrando miglioramenti nella funzionalità. Ma così possiamo ora riconoscere gli stadi precedenti del MA, come un lieve deterioramento cognitivo, in cui i pazienti non hanno problemi con la funzione quotidiana. In questo ampio gruppo di pazienti, è difficile, se non impossibile, mostrare miglioramenti nella funzionalità, perché è soddisfacente.

In altre malattie, la FDA richiede che le sperimentazioni cliniche si concentrino su un singolo endpoint. Ora sta applicando questo approccio al MA. È molto simile allo "standard modernizzato" che io e il collega George Vradenburg abbiamo chiesto l'anno scorso. E la FDA è andata ancora oltre per gli studi clinici che comprendono pazienti in fase iniziale.


La bozza delle nuove linee guida delinea tre stadi del MA e offrono una guida allo sviluppo di farmaci per ciascuno di essi. Queste linee guida lungimiranti riconoscono i progressi nella nostra comprensione del MA.

  1. Gli individui con Alzheimer di stadio 1 non hanno sintomi clinici della malattia, ma hanno biomarcatori che la provano. Questi possono includere scansioni PET positive del cervello o test positivi per amiloide-beta o tau, due proteine ​​che sono caratteristiche del morbo. Per gli studi clinici che coinvolgono questi pazienti asintomatici, cognitivamente normali, la FDA afferma che i miglioramenti dei biomarcatori rilevanti potrebbero ora servire come base per l'approvazione accelerata del farmaco.
  2. Gli individui con stadio 2 dell'Alzheimer hanno evidenza di biomarcatori della malattia e di lieve deterioramento cognitivo, ma nessun problema con la funzionalità. Per gli esperimenti su questa popolazione, la FDA considererà ora "argomenti fortemente giustificati" l'uso della sola cognizione come endpoint.
  3. Gli individui con MA di stadio 3 hanno evidenza di biomarcatori della malattia, più deterioramento cognitivo e funzionale; in altre parole, hanno ciò che è attualmente chiamato lieve deterioramento cognitivo. La FDA suggerisce che gli studi di sperimentazione di terapie per questo gruppo dovrebbero includere misure di cognizione e funzione, ma incoraggia nuovi approcci per valutare questi risultati.


La domanda ora è come progettare gli studi clinici di Alzheimer per soddisfare queste linee guida.

È chiaro che gli studi devono ora specificare e definire lo stadio del MA dei partecipanti al momento dell'iscrizione e la fase prevista alla sua conclusione. È anche chiaro che i biomarcatori dovrebbero essere usati come criterio per l'iscrizione allo studio, per monitorare la progressione della malattia e per indicare le risposte al farmaco.


Le nuove linee guida FDA sono un grande passo avanti. Definiscono i primi stadi del MA, riconoscono il ruolo vitale dei biomarcatori e aprono le porte a nuovi bersagli farmacologici. Resta da vedere esattamente come si applicheranno le nuove linee guida agli sviluppatori di farmaci. Il compito immediato è trovare nuovi biomarcatori e test più sensibili di cognizione e funzionalità.


Ora che la FDA ha segnalato che è pronta ad accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci per l'Alzheimer, la sfida per noi è dimostrare che funzionano.

 

 

 


Fonte: Howard M. Fillit, direttore esecutivo, fondatore e direttore scientifico della Alzheimer’s Drug Discovery Foundation, professore di geriatria e cure palliative, medicina e neuroscienze della Icahn School of Medicine del Mount Sinai.

Pubblicato in STAT (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.