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Alcune conversazioni vengono dimenticate non appena sono finite, mentre altri scambi possono lasciare impronte durature. Sandie Keerstock e Rajka Smiljanic, ricercatrici della University of Texas di Austin, vogliono capire perché e come gli ascoltatori ricordano alcune espressioni vocali più chiaramente di altre. Stanno studiando specificamente i modi in cui la chiarezza dello stile discorsivo può influenzare la memoria.


La Keerstock, studentessa di dottorato della UT Austin, e la Smiljanic, professoressa associata e linguista che dirige l'UTsoundLab, descriveranno il loro lavoro al 176° Meeting della Acoustical Society of America, tenuto in concomitanza con la 2018 Acoustic Week della Canadian Acoustical Association, dal 5 al 9 novembre al Victoria Conference Centre di Victoria, in Canada.


In un esperimento, 30 ascoltatori di inglese nativo e 30 non nativi hanno ascoltato 72 frasi, suddivise in sei blocchi di 12 frasi ciascuno. Queste frasi - come "Il nonno beveva il caffè nero" o "Il ragazzo portava la sedia pesante" - venivano prodotte alternativamente in due stili diversi: parlato "chiaro" (in cui l'oratore parlava lentamente, articolando con grande precisione), e un modo "colloquiale", più informale e veloce.


Dopo aver ascoltato ogni blocco di una dozzina di frasi, agli ascoltatori è stato chiesto di ricordare testualmente le frasi che avevano sentito, scrivendole su un foglio di carta, dopo aver ricevuto un indizio come "nonno" o "ragazzo".


Entrambi i gruppi di ascoltatori, nativi e non nativi, hanno ricordato meglio quando le frasi sono state presentate in stile discorsivo chiaro. Ciò è in linea con il loro precedente studio in cui le frasi pronunciate chiaramente erano riconosciute meglio delle frasi informali, ascoltate in  precedenza da entrambi i gruppi di ascoltatori.


Le ricercatrici dell'UT Austin offrono una possibile spiegazione di questi risultati: quando un oratore parla più velocemente o non riesce a enunciare con chiarezza, gli ascoltatori devono lavorare di più per decifrare ciò che viene detto. Di conseguenza questo compito esige più risorse mentali, lasciandone di meno per il consolidamento della memoria.


Un discorso prodotto chiaramente potrebbe portare benefici agli studenti in classe e ai pazienti che ricevono istruzioni dal loro medico [o che interagiscono con il caregiver] ha detto la Smiljanic. "Questo sembra essere un modo efficace per convogliare informazioni, non solo perché possiamo sentire meglio le parole, ma anche perché possiamo trattenerle meglio".


Nel loro prossimo ciclo di esperimenti, lei e la Keerstock si concentreranno sugli oratori piuttosto che sugli ascoltatori, per vedere se quello che dicono influisce chiaramente sulla loro stessa memoria. "Se stai facendo prove per una lezione e leggi il materiale ad alta voce in modo iperarticolato", si chiede la Keerstock, "ti aiuterà a ricordare meglio?"

 

 

 


Fonte: Acoustical Society of America via Science Daily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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