Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: L'enigma dell'alcol

Association alcohol dementia 1a riga: associazione tra consumo di alcol/settimana e rischio di demenza tra gli attuali bevitori, usando tecniche epidemiologiche standard. Piccole dosi quotidiane di alcol sembrano proteggere dal rischio di demenza.
2a riga: associazione tra consumo settimanale di alcol previsto geneticamente e rischio di demenza usando l'analisi di randomizzazione mendeliana non lineare tra gli attuali bevitori. Ora non sembra esserci alcun effetto protettivo nella gamma di dosi bassa. (Fonte: Zheng et al / eClinicalMedicine)

Non c'è alcun disaccordo sul fatto che un consumo eccessivo di alcol sia negativo per il cervello. Una revisione del 2019 ha rilevato che un consumo forte di alcol nell'uomo era universalmente associato negli studi di scansione cerebrale ad un aumento del rischio di demenza per tutte le cause e a un volume ridotto della materia grigia.


Nei modelli animali, l'assunzione cronica di quantità moderate di alcol esacerba i cambiamenti comportamentali e patologici dell'Alzheimer nel cervello dei topi transgenici. Questi cambiamenti includevano un aumento della formazione di placca amiloide e dei livelli di Aβ40 nel CSF. I topi transgenici hanno anche mostrato deficit nella costruzione del nido, una metrica di auto-cura, e una maggiore attività, anche a livelli moderati di assunzione di alcol.


E che dire del consumo moderato di alcol negli esseri umani? Questo è stato definito come un massimo di 2 bevande al giorno nei maschi e 1 nelle femmine. È praticamente impossibile fare studi randomizzati e in doppio cieco sugli effetti dell'alcol nell'uomo. Questo perché sappiamo che l'alcol può essere neurotossico ed è probabilmente non etico dare una tossina nota ai volontari assegnati in modo casuale. Quindi, invece di studi randomizzati e in doppio cieco, ci restano una serie di studi su grandi banche dati che si basano su quanto riferito dal paziente.


Molti ma non tutti questi studi, incluso questo recente su Jama Network Open, riferiscono che le persone che bevono alcolici nella gamma moderata hanno meno probabilità di sviluppare in seguito la demenza rispetto a quelli che non bevono alcolici. Sembra fantastico, vero? Le quantità moderate di alcol possono essere protettive? Mi spiace, la risposta probabilmente è no. Il problema con questi studi non randomizzati e non in cieco è che non tengono conto della distorsione. Gli scettici puntano il dito sulla probabilità di distorsioni per astinenza: alcuni non bevitori e bevitori leggeri possono essere già malati e quindi con meno probabilità di bere alcolici.


Gli autori di uno studio pubblicato di recente su eClinical Medicine hanno dichiarato di aver “usato dati della UK Biobank per studiare la relazione tra il consumo di alcol e il rischio di demenza in 313.958 britannici bianchi, bevitori correnti, partiti senza demenza nel 2006-2010, e seguiti fino al 2021. Il consumo di alcol era auto-riferito e calcolato secondo la linee guida del servizio sanitario nazionale. L'obiettivo primario era la demenza per qualsiasi causa, identificata da registrazioni ospedaliere e di mortalità. Abbiamo usato modelli multivariabile di Cox con spline cubiche ristrette per l'analisi convenzionale e le analisi di randomizzazione mendeliana (MR) lineare e no per valutare le relazioni causali, impiegando un punteggio genetico basato su 95 polimorfismi a singolo nucleotide identificati da uno studio di associazione a livello meta-genoma di 941.280 europei”.


E concludono che "questo studio ha identificato una relazione causale lineare positiva tra consumo di alcol e demenza tra gli attuali bevitori. L'associazione a forma di J trovata nell'analisi epidemiologica convenzionale non era supportata da analisi MR non lineari. I nostri risultati suggeriscono che non c'era alcun livello di consumo di alcol sicuro per la demenza".


Non pretendo di comprendere le tecniche epidemiologiche utilizzate per raggiungere questa conclusione e non riesco a valutare la correttezza di questa analisi. Ma sospetto che si rivelerà vera. Fino a quando non avremo una risposta più certa alla domanda se l'alcol possa aiutare a prevenire la demenza, consiglierei a coloro che hanno già una diagnosi di demenza di smettere del tutto con l'alcol. Io ho fatto proprio questo e ora mi godo una birra non alcolica al giorno, che secondo la legge contiene al massimo l'1% di alcol. Non sento più lo sballo [dell'alcol], ma mi sento meglio con il mio cervello.

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.