Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quella canzone è bloccata nella tua testa, ma ti sta aiutando a ricordare

Se guardavi la TV negli anni '90, ti saranno rimaste probabilmente bloccate in testa una o più colonne sonore delle sitcom di quel tempo. Nuove ricerche eseguite alla University of California Davis suggeriscono che queste esperienze sono più che una seccatura effimera; hanno un ruolo importante nell'aiutare a formare i ricordi, non solo della canzone, ma anche degli eventi di vita correlati, come le uscite con gli amici.


"Gli scienziati sanno da tempo che la musica evoca ricordi autobiografici e che queste sono tra le esperienze emotive con la musica che le persone amano di più", ha detto Petr Janata, professore di Psicologia alla Uc Davis e coautore dello studio. "Ciò che non si era capito fino ad oggi è il modo in cui quei ricordi si formano all'inizio e come diventano talmente resistenti che solo sentire l'accenno di una canzone può innescare ricordi vividi".


La ricerca è pubblicata online nel Journal of Experimental Psychology: General. I coautori sono Janata e Benjamin Kubit, ricercatore post-dottorato in neuroscienze cognitive, entrambi del Dipartimento di Psicologia, e del Centro per la Mente e il Cervello dell'UC Davis.


Questa nuova ricerca offre uno sguardo iniziale su questi meccanismi e, un po' sorprendentemente, trova che le canzoni che rimangono bloccate nella tua testa aiutano quel processo di rafforzamento dei ricordi quando si formano inizialmente, hanno detto gli autori. Pertanto, questa è la prima ricerca a collegare due dei fenomeni più comuni che le persone sperimentano con la musica: i tormentoni (una canzone bloccata nella testa) e il ricordo evocato dalla musica.


Per il loro ultimo studio, i ricercatori hanno lavorato con 25/31 persone diverse in ciascuno dei tre esperimenti, su tre giorni diversi, a distanza di settimane. I soggetti hanno prima ascoltato musica non familiare, e poi, una settimana dopo, hanno ascoltato di nuovo la musica, questa volta accoppiata con clip cinematografici non familiari. In un caso, i film sono stati mostrati senza musica.


I soggetti di ricerca, tutti studenti e laureati della UC Davis, sono stati successivamente invitati a ricordare quanti più dettagli potevano da ogni film mentre ascoltavano la musica. Sono anche stati interrogati sul loro ricordo delle melodie associate e sulla frequenza con cui avevano sperimentato ciascuna delle melodie come tormentone. Nessuno di loro aveva una formazione musicale formale.

 

Ripetizione e precisione

I risultati: più spesso un motivo risuonava nella testa di una persona, più accurato diventava il ricordo della melodia e, in modo cruciale, più dettagli la persona si ricordava dalla sezione specifica del film alla quale era abbinata la melodia.


Con una sola settimana tra quando hanno visto il film, e quando è stato chiesto di ricordare tanti dettagli del film mentre ne ascoltavano la colonna sonora, l'effetto di sentire ripetutamente una melodia dalla colonna sonora come tormentone è risultato in una conservazione quasi perfetta dei dettagli del film.


I ricordi di queste persone, infatti, erano buoni come quando avevano visto il film per la prima volta. Inoltre, la maggior parte dei soggetti è riuscita a segnalare ciò che in genere stavano facendo quando erano presenti i loro tormentoni, e nessuno di loro ha menzionato i film associati che venivano in mente a quei tempi.


"Il nostro studio mostra che, anche se stai ascoltando quella canzone nella tua mente e non stai tirando fuori esplicitamente i dettagli dei ricordi, ciò comunque aiuterà a solidificare quei ricordi", ha detto Janata.


"In genere pensiamo ai tormentoni come fastidio casuale oltre il nostro controllo, ma questi risultati mostrano che i tormentoni sono un processo naturale della memoria che aiuta a preservare esperienze recenti nella memoria a lungo termine", ha detto Kubit.


Gli autori sperano che la ricerca, che continua, possa alla fine portare allo sviluppo di interventi non farmacologici e basati sulla musica per aiutare le persone che soffrono di demenza e altri disturbi neurologici a ricordare meglio eventi, persone e compiti giornalieri.

 

 

 


Fonte: Karen Nikos-Rose in University of California - Davis (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Benjamin Kubit, Petr Janata. Spontaneous mental replay of music improves memory for incidentally associated event knowledge.. Journal of Experimental Psychology: General, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.