Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Persone con demenza hanno un rischio più alto di Covid-19

Uno studio guidato da ricercatori della Case Western Reserve University ha scoperto che i pazienti con demenza hanno un rischio significativamente maggiore di Covid-19, e il rischio era ancora maggiore per gli afroamericani con demenza.


La revisione delle cartelle cliniche elettroniche di 61,9 milioni di americani ha permesso ai ricercatori di scoprire che il rischio di contrarre il Covid-19 era il doppio per i pazienti con demenza rispetto a quelli senza di essa, mentre tra quelli con demenza, gli afroamericani si avvicinano al triplo del rischio di essere infettati da Covid-19 rispetto ai caucasici.


In più, i pazienti con demenza che hanno contratto il Covid-19 avevano esiti significativamente peggiori in termini di ricoveri e di morte (precoce) rispetto a quelli che avevano il Covid-19 ma non la demenza.


Lo studio, pubblicato il 9 febbraio su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association, evidenzia la necessità di proteggere le persone con demenza, in particolare gli afroamericani, nell'ambito della strategia per controllare la pandemia.


L'Alzheimer's Association stima che 5,8 milioni di americani over-65 e 50 milioni di persone in tutto il mondo abbiano il morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza. Pamela Davis, preside emerita della Facoltà di Medicina della Case Western Reserve e coautrice dello studio, ha detto:

"I nostri risultati enfatizzano l'importanza di impedire a coloro che hanno la demenza di acquisire il SARS-Cov2, poiché hanno un rischio più elevato per una grave malattia rispetto a quella senza demenza. Questi pazienti possono costituire un'altra categoria vulnerabile. Tuttavia, è necessario più lavoro per comprendere il meccanismo con il quale si verifica".


Gli autori dello studio includono anche altri due ricercatori della Facoltà di Medicina: Rong Xu, autore senior della ricerca, professore di informatica biomedica e direttore del Centro Intelligenza Artificiale per la Scoperta di Farmaci, e Quanqiu Wang, specialista di intelligenza artificiale. Il coautore senior Mark Gurney è fondatore e CEO di Tetra Therapeutics, una società di sviluppo di farmaci focalizzata sui disturbi e sulle ferite del cervello con sede a Grand Rapids/Michigan e controllata interamente da Shionogi & Co. Ltd.


Essi hanno ipotizzato che il rischio di Covid-19 avrebbe potuto essere maggiore per i pazienti con demenza per diverse ragioni, tra cui: le persone con demenza possono essere più suscettibili a contrarre il Covid-19 a causa del danno alla barriera emato-encefalica, che può consentire a determinati virus e batteri di raggiungere più facilmente il cervello.


Inoltre, la demenza può interferire con la capacità di una persona di indossare la mascherina, di mantenere la distanza fisica dagli altri o di pulirsi spesso le mani. Inoltre, condizioni come le malattie cardiovascolari, il diabete, l'obesità e l'ipertensione sono fattori di rischio sia per la demenza che per il Covid-19 e sono associati a esiti peggiori.


"A nome dei milioni di persone che vivono con MA e altre forme di demenza che rappresentiamo, questi risultati preliminari suggeriscono una realtà terrificante della vulnerabilità associata alla demenza", ha affermato Maria Carrillo PhD, responsabile scientifica dell'Alzheimer's Association. "È cruciale sviluppare e implementare strategie che assicurano l'equilibrio tra mantenere le persone, in particolare i residenti in case di cura a lungo termine, al sicuro dal Covid-19, e proteggerli dai danni sulla salute associati all'isolamento sociale".


I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche elettroniche (anonime) di 360 ospedali e 317.000 fornitori a livello nazionale, che rappresentano il 20% della popolazione degli Stati Uniti. Dei 61,9 milioni di adulti nella popolazione dello studio, più di un milione aveva la demenza, 15.770 avevano il Covid-19 e 810 avevano entrambi.


"La disponibilità di un ampio database de-identificato elettronico di dati dei pazienti, analizzato con tecniche informatiche moderne, ha dato al nostro studio il potere di rilevare le vulnerabilità nei pazienti raggruppati per malattia", ha detto Xu.


I ricercatori hanno anche aggiustato i dati per tenere conto dei fattori come età, sesso, razza, altre condizioni di salute e se le persone vivevano in una casa di cura. Hanno usato un rapporto di probabilità aggiustato per determinare il rischio.


Le loro scoperte:

  • Mentre nel complesso le probabilità di contrarre il Covid-19 erano il doppio nei pazienti con demenza, rispetto a quelli senza demenza, il rischio variava per condizione. I pazienti con demenza vascolare avevano il rischio più alto (con probabilità più che tripla), seguiti da pazienti con demenza presenile, demenza senile, MA e demenza post-traumatica.

  • Le probabilità degli afroamericani con demenza di contrarre il Covid-19 erano quasi tre volte superiori a quelle dei caucasici con demenza. Generalmente, il genere non aveva effetti aggiuntivi sul rischio di Covid-19 nei pazienti con demenza, mentre l'età non aveva effetti aggiuntivi nei pazienti con demenza in generale e in modo specifico per il MA.

  • Il rischio generale di ricovero in ospedale durante i sei mesi, per gli adulti con Covid-19 era del 25%. Ma tra i pazienti con Covid-19 e demenza, il 59% di loro sono stati ricoverati in ospedale, e la percentuale era ancora superiore (73%) tra i pazienti afroamericani, rispetto al 54% dei caucasici con entrambe le condizioni.

  • Il rischio di mortalità complessiva per i pazienti con Covid-19 era del 5,64%. Ma tra coloro che avevano anche la demenza, il 21% è morto, e la percentuale più alta era per gli afroamericani (23%) rispetto ai caucasici (19%).

 

 

 


Fonte: Case Western Reserve University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: QuanQiu Wang, Pamela Davis, Mark Gurney, Rong Xu. COVID‐19 and dementia: Analyses of risk, disparity, and outcomes from electronic health records in the US. Alzheimer's & Dementia, 9 Feb 21, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.