Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova ricerca rivela un potenziale percorso per rallentare l'Alzheimer

Se fossimo in grado di superare la perdita di un processo nel cervello chiamato 'RNA editing' (modifica dell'RNA), potremmo essere in grado di rallentare il progresso del morbo di Alzheimer (MA) e di altri disturbi sinaptici, secondo quanto ha dimostrato un nuovo studio.


L'RNA editing è un meccanismo genetico che modifica le proteine ​​essenziali nelle connessioni tra le cellule nervose del cervello, chiamate 'sinapsi'. L'RNA editing è deregolamentato nel cervello delle persone con MA, ma non sappiamo se questo può causare la malattia.


In questo studio, il team scientifico del Centre for Neuroscience & Regenerative Medicine (CNRM) dell'University of Technology Sydney ha replicato questo processo deregolamentato nel cervello di topi, e ha scoperto che ha portato alla perdita di sinapsi, come accade nel MA.


I risultati, pubblicati sulla rivista Molecular Brain, potrebbero avere implicazioni per un nuovo modo futuro per trattare il MA, dice il professor Bryce Vissel, l'autore senior dello studio:

"Capire i meccanismi che portano alla perdita delle sinapsi è essenziale per capire come i pazienti di MA iniziano a perdere la memoria, e per evitare che ciò accada".

"Molti scienziati ritengono che il MA derivi dall'accumulo di una sostanza chiamata amiloide nel cervello. Di conseguenza, hanno concentrato i loro studi sulla rimozione dell'amiloide. Tuttavia, l'evento più importante è in realtà la perdita di connessioni (sinapsi) tra le cellule nervose che sono note per essere essenziali per formare la memoria.

"Il nostro studio è estremamente importante perché ora abbiamo dimostrato un meccanismo che può portare alla perdita di sinapsi come si verifica nel MA".


Il dott. Gary Morris, scienziato che ha contribuito allo studio, afferma che:

"Poiché le sinapsi sono importanti per l'apprendimento, la loro perdita porta alla perdita di memoria. Il nostro studio suggerisce che, se fossimo in grado di superare la perdita di RNA editing nel cervello, potremmo potenzialmente essere in grado di rallentare la malattia".


Il prof. Vissel dice che il prossimo passo del team è capire come salvare le sinapsi e il deficit di memoria nel MA, superando la perdita di RNA editing nel cervello di Alzheimer:

"Abbiamo buone ragioni per pensare che, in ultima analisi, questo potrebbe essere un approccio estremamente utile per risolvere il MA e potenzialmente altre malattie neurodegenerative come il Parkinson".

 

 

 


Fonte: University of Technology Sydney via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lyndsey Konen, Amanda Wright, Gordon Royle, Gary Morris, Benjamin Lau, Patrick Seow, Raphael Zinn, Luke Milham, Christopher Vaughan, Bryce Vissel. A new mouse line with reduced GluA2 Q/R site RNA editing exhibits loss of dendritic spines, hippocampal CA1-neuron loss, learning and memory impairments and NMDA receptor-independent seizure vulnerability. Molecular Brain, 27 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.