Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza e disturbi alimentari: un problema di memoria (semantica)

Patrice Browne: Eating disorders

Per la prima volta viene dimostrato che i deficit di memoria semantica, quella che utilizziamo per riconoscere gli oggetti e usarli correttamente, sono coinvolti in specifici disturbi alimentari comuni tra i pazienti che soffrono di demenza. Lo dice una ricerca del Laboratorio della prof.ssa Raffaella Rumiati della SISSA di Trieste appena pubblicata sulla rivista Journal of Neuropsychology.


I disturbi alimentari esibiti dai pazienti con demenza sono caratterizzati da una vasta gamma di comportamenti che vanno dalla preferenza per i cibi zuccherati, alle abbuffate, all’aumento di appetito, ai cambiamenti nelle maniere a tavola o nelle preferenze alimentari, come il passaggio a un’alimentazione gravemente selettiva nella scelta dei cibi e, dunque, squilibrata.


Questo nuovo studio conferma l’ipotesi che bruschi cambiamenti nelle preferenze e nelle abitudini dipendano, almeno in parte, da una degenerazione di questo tipo di memoria, aprendo interessanti prospettive nel campo della ricerca e per la messa a punto di efficaci strategie per contrastare questi comportamenti nei pazienti.

 

 

Test, questionari e misure cerebrali: così è stato fatto lo studio

Lo studio della SISSA, condotto in collaborazione con l’ambulatorio per i disturbi di memoria e cognitive dell’Ospedale di Cattinara diretto dal Professor Paolo Manganotti, ha coinvolto pazienti con malattie neurodegenerative, alcuni con demenza frontotemporale, altri affetti da morbo di Alzheimer. Pazienti con questi profili possono esibire sia disturbi alimentari, sia disturbi di memoria semantica.


A questi pazienti e a un gruppo di controlli sani della stessa età, sono stati somministrati test di memoria semantica e un questionario sui disturbi alimentari progettato specificamente per studiare tali disturbi nelle demenze. I punteggi ai test semantici e i punteggi patologici al questionario sono stati poi messi in relazione con specifici dati raccolti sugli stessi partecipanti, come il volume della corteccia cerebrale e il volume di specifiche porzioni della sostanza bianca.


La sostanza bianca, che nel cervello si trova sotto la corteccia, è costituita da fasci di fibre nervose che mettono in comunicazione le diverse parti del cervello e mettono in comunicazione il cervello con il midollo spinale.


Miriam Vignando, prima autrice della ricerca e Marilena Aiello, supervisore dello studio, spiegano:

“Così facendo, abbiamo scoperto, innanzitutto, che gli errori nei test di memoria semantica e i punteggi patologici al questionario sull'alimentazione relativi a cambiamenti in preferenze e abitudini, erano in relazione tra loro: tanto più alto era il punteggio patologico per un disturbo alimentare, tanto peggiore risultava la performance al test di memoria semantica.

"Inoltre, questi punteggi sono in relazione anche con il volume della corteccia nelle regioni che sono state implicate, nella letteratura scientifica, nella memoria semantica, come il polo temporale anteriore, e anche nelle regioni implicate nel comportamento alimentare, tra cui il giro fusiforme: quanto peggiore era la performance ai test semantici e quanto più patologico il comportamento alimentare, tanto più ridotto era il volume della corteccia, presumibilmente a causa dell’atrofia indotta dalla malattia, in queste regioni.

"Questo fa pensare che questi specifici disturbi alimentari dipendano, in qualche misura, dall’integrità della memoria semantica”.

 

 

Una base per studiare strategie riabilitative

Ma non è tutto, spiegano Vignando e Aiello:

“I tratti di sostanza bianca che mostravano un volume ridotto nei partecipanti con disturbi alimentari, sono tratti che mettono in comunicazione il lobo temporale con altre regioni cerebrali, il che ci suggerisce che i processi alla base di questi comportamenti sono complessi e comprendono l’interazione di diverse parti del cervello.

"I nostri risultati, ad esempio, suggeriscono che vi possa essere una disfunzione della comunicazione tra le aree visive e quelle semantiche: una volta esaminato visivamente l’oggetto, in questo caso il cibo, il passaggio dell’informazione al lobo temporale, centro della memoria semantica, risulta deficitario” .

"Questo è il primo risultato empirico che mostra che, in una certa misura, i deficit di memoria semantica sono coinvolti in specifici disturbi alimentari nelle demenze.

“È importante notare che questo schema era presente in entrambe le diagnosi sopracitate, poiché la memoria semantica è cruciale per agire correttamente sugli oggetti, indipendentemente dalla malattia che ne causa la compromissione”.


Questo risultato pone le basi per studiare strategie riabilitative del comportamento alimentare in pazienti con demenza, oltre ad aumentare la nostra conoscenza relativamente a questa gamma di sintomi che sempre più si profila come altamente multifattoriale.


I ricercatori ringraziano l’Università della Terza Età "Paolo Naliato" di Udine per l’aiuto fornito con il reclutamento dei volontari sani.

 

 

 


Fonte: Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Trieste  (> English text)

Riferimenti: Miriam Vignando, Raffaella Ida Rumiati, Paolo Manganotti, Tatiana Cattaruzza, Marilena Aiello. Establishing links between abnormal eating behaviours and semantic deficits in dementia. Journal of Neuropsychology, 16 Oct 2019, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.