Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cambi drastici di peso in vecchiaia alzano del 25% il rischio di demenza

La ricerca suggerisce che sia il guadagno che la perdita di peso in vecchiaia aumentano il rischio di demenza. Uno studio ha rilevato che gli over-60 che hanno incrementato o perso più del 10% del proprio Indice di Massa Corporea (IMC) in due anni hanno avuto il 20% in più di probabilità di sviluppare il disturbo della memoria.


L'obesità è collegata all'infiammazione, che può innescare il declino cognitivo, secondo i ricercatori. E la perdita di peso può essere un segno di un'altra condizione sottostante che ha un suo legame con la demenza, come le malattie cardiache o il cancro, aggiungono. La ricerca è stata condotta alla Kyungpook National University in Corea del Sud e guidata dal professor Jin-Won Kwon, della facoltà di farmacia.


"Sia l'aumento  che la perdita di peso possono essere fattori di rischio significativi associati alla demenza", hanno scritto i ricercatori sulla rivista BMJ Open. "I nostri risultati suggeriscono che il controllo continuo del peso, la gestione delle malattie e il mantenimento di uno stile di vita sano sono utili per prevenire la demenza, anche in età avanzata".


La demenza è una preoccupazione per la salute globale che è destinata a peggiorare visto che continuiamo a vivere più a lungo. Circa 46,8 milioni di persone in tutto il mondo avevano questa diagnosi nel 2015, con un costo di circa € 732 miliardi solo quell'anno. Nel frattempo, la prevalenza globale dell'obesità è aumentata di oltre il 100% negli ultimi quattro decenni.


Poiché la demenza è una condizione irreversibile e progressiva, gli studi si sono concentrati su come prevenirla, e molti puntano all'IMC. L'obesità nella mezza età è stata collegata al declino cognitivo, e tuttavia gli studi che mostrano come l'eccesso di peso può causare demenza sono stati finora incoerenti.


Per scoprire come il cambiamento di peso in età avanzata influenza il rischio di demenza di una persona, i ricercatori hanno analizzato 67.219 persone di età compresa tra 60 e 79 anni. I partecipanti sono stati selezionati in modo casuale dalla coorte Health Screening del National Health Insurance Service (NHIS-HEALS), che è composta da quasi il 10% dei coreani del sud. Dopo una media di cinque anni, 4.887 uomini e 6.685 donne avevano sviluppato la demenza.


I risultati hanno rivelato che gli uomini che hanno guadagnato più del 10% del loro indice di massa corporea avevano il 25% in più di rischio di disturbi della memoria, mentre le probabilità delle donne sono aumentate del 17%. E gli uomini e le donne che hanno perso più del 10% del loro indice di massa corporea avevano il 26% e il 15% in più di probabilità di sviluppare la demenza, rispettivamente.


La perdita di peso può essere un sintomo di demenza che appare prima di altri sintomi, sostengono i ricercatori. Il dott. James Pickett, responsabile della ricerca dell'Alzheimer's Society, ha dichiarato: "Sebbene questa ricerca suggerisca che cambiamenti rapidi nel nostro peso più avanti nella vita potrebbero aumentare il rischio di demenza, è difficile distinguere tra causa ed effetto. Le persone con demenza precoce possono spesso riportare cambiamenti nell'appetito e nella dieta".


Il commento del dott. Pickett suggerisce che le persone possono perdere o aumentare di peso a causa di un cambiamento nelle abitudini alimentari causate dal danno cerebrale, e che il cambiamento di peso può essere un sintomo piuttosto che una causa.


I risultati hanno inoltre rivelato che l'IMC di un partecipante all'inizio dello studio non influenzava il rischio di demenza, con l'eccezione degli uomini sottopeso. Al contrario, è il cambio di peso ad essere importante. Il rapido aumento di peso aumenta la quantità di grassi che si accumulano negli anziani, che è associato a marcatori più alti di infiammazione. Tuttavia, il nostro indice di massa corporea non sempre riflette accuratamente la distribuzione dei grassi.


Oltre al cambio di peso, anche il colesterolo alto e la pressione alta erano associati all'esordio della demenza. Ciò può essere dovuto al fatto che essi limitano il flusso nei vasi sanguigni, il che potrebbe comportare una riduzione dell'afflusso di sangue al cervello. Questo a sua volta potrebbe portare a lesioni, piccole aree di tessuto morto e a degenerazione cellulare nell'organo vitale.


Anche le abitudini di vita non salutari, come il fumo, erano associate ad un aumento del rischio di demenza, mentre esercitarsi almeno 3 volte alla settimana diminuiva le probabilità. I diabetici con livelli alti di zucchero nel sangue a digiuno avevano fino al 60% in più di probabilità di sviluppare la condizione che ruba la memoria.


Forse sorprendentemente, bere [alcol] almeno tre volte alla settimana aumentava il rischio dei partecipanti maschi. I ricercatori sostengono che studi futuri dovrebbero esaminare in che modo il tipo, la frequenza e la quantità di alcolici influiscono sul rischio di demenza di una persona.


Hanno anche chiesto un programma che spieghi come possiamo ridurre il nostro rischio di demenza.

 

 

 


Fonte: Alexandra Thompson in Mailonline (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Susan Park, Soo-Min Jeon, Sun-Young Jung, Jinseub Hwang, Jin-Won Kwon. Effect of late-life weight change on dementia incidence: a 10-year cohort study using claim data in Korea. BMJ Open, 10 May 2019, DOI: 10.1136/bmjopen-2018-021739

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.