Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Crimini e demenza: qual'è il collegamento?

Un comportamento criminale e socialmente inadeguato si presenta più di frequente nelle persone con demenza frontotemporale rispetto al quelle con morbo di Alzheimer (MA), secondo quanto ha scoperto una revisione retrospettiva svedese.


Istanze di comportamento criminale - che comprendono furto, violazioni del traffico, minacce, piromania, atti vandalici e stalking - sono state riscontrate nel 42% dei pazienti con degenerazione lobare frontotemporale patologicamente verificata, ma solo nel 14,9% dei pazienti con MA, ha riferito Madeleine Liljegren MD/PhD, della Lund University e colleghi.


L'espressione di patologia non tau ha aumentato di un fattore di 9 le probabilità di comportamento criminale tra i pazienti con demenza frontotemporale, hanno scritto su JAMA Network Open.


"I pazienti con demenza frontotemporale hanno anche una maggiore ricorrenza di comportamenti criminali", ha detto la Liljegren a MedPage Today. "Quando abbiamo studiato la patologia proteica (tau) nei pazienti con demenza frontotemporale, c'era un sovrappeso di patologia non-tau (per lo più TDP-43) tra i pazienti che mostravano comportamenti criminali".


"I comportamenti criminali e socialmente impropri potrebbero essere segni di demenza", ha aggiunto la Liljegren. "Quando cittadini prima rispettosi della legge iniziano a comportarsi in modo strano o commettono reati, suggeriamo che vengano sottoposti a screening per i disturbi neurodegenerativi, il che potrebbe potenzialmente portare ad un tempo più breve dall'insorgenza dei sintomi alla diagnosi e quindi a un'adeguata cura nel tempo".


Ricerche precedenti hanno dimostrato che azioni inappropriate e comportamenti criminali erano legati alla demenza frontotemporale e al MA. Uno studio recente ha documentato che i pazienti con demenza frontotemporale interagivano con la polizia più frequentemente di altri pazienti con demenza, principalmente a causa di comportamenti criminali.


"Volevamo studiare una coorte relativamente ampia di MA verificata neuropatologicamente e di pazienti con demenza frontotemporale, che erano stati seguiti clinicamente da specialisti di medicina cognitiva o psichiatria geriatrica durante il periodo di malattia, per vedere se potevamo confermare i risultati di studi precedenti", ha detto la Liljegren. "Volevamo anche studiare le potenziali differenze riguardanti la patologia della proteina tau e il comportamento criminale nei pazienti con demenza frontotemporale, che a nostra conoscenza non era mai stato fatto prima".


In questo studio, la Liljegren e i colleghi hanno esaminato le note dei pazienti di 220 svedesi con una diagnosi neuropatologica post mortem di MA (n = 101) o degenerazione lobare frontotemporale (n = 119) dal 1967 al 2017. Nel complesso, il 58,2% dei pazienti era di sesso femminile. L'età media all'esordio della malattia era di 63 anni; l'età media alla morte era di 72 anni.


Istanze di comportamento criminale sono state trovate in 15 dei 101 pazienti con MA (14,9%) e 50 dei 119 pazienti con demenza frontotemporale (42,0%, P <0,001). Sono state riscontrate istanze di comportamento socialmente inappropriato in 57 pazienti (56,4%) con MA e 89 (74,8%) con demenza frontotemporale (P = 0,004). Nei pazienti con patologia frontotemporale che mostravano comportamenti criminali, l'espressione della patologia tau (n = 6) era meno comune rispetto all'espressione di patologie non-tau (n = 44).


La recidiva del comportamento criminale era significativamente più alta nel gruppo della demenza frontotemporale (89,0%) rispetto al gruppo MA (53,3%, P = 0,04). "Questo risultato non è sorprendente perché i pazienti con demenza frontotemporale hanno spesso danni ai loro lobi frontali, dove si trova il controllo degli impulsi (tra le altre funzioni)", hanno osservato i ricercatori. Diversi pazienti con demenza frontotemporale hanno affermato di sapere che il loro comportamento criminale era inappropriato.


"Sono necessari studi prospettici, incluse le scansioni, seguendo l'aspetto neuropatologico", ha detto la Liljegren. "Raccomandiamo che la ricerca includa esiti giudiziari per questi pazienti, dal momento che i pazienti con demenza frontotemporale a volte possono verbalizzare che le loro azioni sono sbagliate ma vanno avanti con i comportamenti criminali. Questo è particolarmente problematico quando i pazienti frontotemporali si trovano ad affrontare accuse criminali".


Questo studio ha diverse limitazioni, hanno notato gli autori. I risultati erano basati su registrazioni di pazienti; i ricercatori non hanno avuto accesso a casellari giudiziari o dettagli estesi sul comportamento criminale. È possibile che il numero di incidenti criminali sia stato più alto, ma i pazienti o le famiglie non li hanno segnalati. Inoltre, l'interpretazione dei ricercatori secondo cui il comportamento del paziente era criminale o socialmente inadeguato era basata su ciò che è legale o ritenuto appropriato in Svezia.

 

 

 


Fonte: Judy George in MedPage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Madeleine Liljegren, Maria Landqvist Waldö, Alexander Frizell Santillo, Susann Ullén, Robert Rydbeck, Bruce Miller, Elisabet Englund. Association of neuropathologically confirmed frontotemporal dementia and Alzheimer disease with criminal and socially inappropriate behavior in a Swedish cohort. JAMA Network Open, 29 Mar 2019, DOI: 10.1001/jamanetworkopen.2019.0261

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.