Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il richiamo del ricordo è potenziato dal ritorno nel contesto dove si è formato: perché?

engram cells red in dentate gyrusIn rosso cellule engram del giro dentato che esprimono il canale Kir2.1 esogeno. In blu DAPI un marcatore nucleare.

Sia che si tratti della piacevole esperienza del ritorno alla casa dell'infanzia durante le vacanze o del disagio di rivedere un sito che si è provato spiacevole, spesso scopriamo che quando torniamo nel contesto in cui è accaduto un episodio per la prima volta, possiamo venire inondati di ricordi specifici e vividi.


In un nuovo studio apparso su Neuron, gli scienziati del Picower Institute for Learning and Memory del MIT riferiscono la scoperta di un meccanismo che usa il cervello per far accadere questo fenomeno.


"Supponiamo che tu stia tornando a casa verso sera e incontri un bellissimo crepuscolo arancione nel cielo, che ti ricorda la bella vacanza che hai trascorso qualche estate fa in un'isola tropicale", ha detto l'autore senior dello studio Susumu Tonegawa, professore di Neuroscienze al MIT. "Questo richiamo iniziale potrebbe essere un richiamo generale della vacanza. Ma pochi istanti dopo, potresti ricordare i dettagli di alcuni eventi o situazioni specifici che si sono verificati durante la vacanza, a cui non stavi pensando".


Al centro di quel secondo stadio di richiamo, dove diventano disponibili improvvisamente dettagli specifici, c'è un cambiamento nell'eccitabilità elettrica delle 'cellule engram', il gruppo di neuroni che codificano insieme un ricordo, attraverso il modello specifico della loro connessione.


Nel nuovo studio, il laboratorio di Tonegawa, guidato dal postdottorato Michele Pignatelli e dall'ex membro Tomas Ryan, ora al Trinity College di Dublino, ha dimostrato che, dopo che i topi hanno formato un ricordo in un contesto, le cellule engram che codificano quel ricordo in una regione del cervello chiamata ippocampo diventano temporaneamente molto più eccitabili elettricamente quando i topi vengono rimessi nello stesso contesto.


Ad esempio, se un giorno ricevono un piccolo shock in un contesto specifico, le cellule engram saranno molto più eccitabili per circa un'ora dopo che sono rimessi nello stesso contesto il giorno successivo.


Il cambiamento specifico nelle proprietà elettriche delle cellule engram ha alcune implicazioni dirette per l'apprendimento e il comportamento che finora non erano state capite. È importante sottolineare che durante quell'ora dopo il ritorno al contesto iniziale, a causa dell'elevata eccitabilità delle engram, i topi dimostrano una maggiore capacità di imparare da uno shock in quel contesto, e di essere più bravi a distinguere tra questo e contesti distinti, anche condividendo spunti simili.


L'aumento di eccitabilità ha quindi permesso loro sia di imparare a evitare luoghi in cui di recente c'era un pericolo, sia di continuare a funzionare normalmente in luoghi che hanno qualche somiglianza irrilevante. E poiché l'effetto è di breve durata, non li obbliga a rimanere troppo sintonizzati per molto tempo.


"La riattivazione a breve termine aumenta la capacità di riconoscimento futuro di segnali specifici", ha scritto il gruppo di Pignatelli e Tonegawa. "L'eccitabilità delle cellule engram può essere cruciale per la sopravvivenza, facilitando un rapido comportamento adattivo senza alterare in modo permanente a lungo termine la natura fondamentale dell'engram".


Tonegawa ha aggiunto che "mentre l'interpretazione di sopravvivenza può essere un'origine evolutiva di questo richiamo di memoria episodico a più fasi", probabilmente si applica altrettanto bene ai ricordi episodici positivi, come l'esperienza del tramonto in vacanza.

[...]

 

 

 


Fonte: Picower Institute at MIT (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michele Pignatelli, Tomás J. Ryan, Dheeraj S. Roy, Chanel Lovett, Lillian M. Smith, Shruti Muralidhar, Susumu Tonegawa. Engram Cell Excitability State Determines the Efficacy of Memory Retrieval. Neuron, 2018; DOI: 10.1016/j.neuron.2018.11.029

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)