Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come aiutare le persone con demenza a mantenere il potere di scelta

man choosing between two pair of shoes

Il deterioramento nella capacità di produrre discorsi complessi o capire cosa chiede la gente, può rendere difficile per le persone con demenza compiere scelte nei modi convenzionali. Possono essere cose semplici come decidere quali vestiti indossare, o cosa mangiare per cena.


Ma quando una persona è nelle fasi più avanzate della demenza e magari non riesce più a parlare, può essere difficile per chi si prende cura di lei capire quali sono le sue preferenze.


Per aiutare le circa 280.000 persone con demenza che vivono nelle case di cura del Regno Unito, ai familiari viene spesso chiesto cosa preferirebbero i loro cari e il personale prende appunti. Ma sappiamo che le preferenze delle persone possono cambiare, a volte giorno dopo giorno, e sono difficili da prevedere anche da persone che le conoscono molto bene.


Prendi l'esempio della signora Jones. Gli operatori sanitari sanno che le piacciono sia il tè che il caffè, ma che preferisce il tè. Se la signora Jones ha difficoltà a dire loro cosa vuole, come faranno a sapere che oggi è il giorno in cui la signora Jones cerca un caffè?


I ricercatori comportamentali hanno scoperto che un modo per capire che cosa vorrebbe una persona è misurare il modo in cui risponde quando le sono date diverse opzioni allo stesso tempo. Ad esempio, per scoprire se una persona preferisce un biscotto o una focaccina, le due leccornie sono presentate insieme per la scelta dalla persona.


Poiché la persona che effettua la scelta non è in grado di parlare, si osservano i comportamenti fisici come indicare, toccare e prendere l'oggetto per scoprire quale desidera. Gli studi che usano questo metodo sono di solito eseguiti con persone con demenza nella loro casa di cura, e su misura per l'individuo che ne prende parte.


Mentre i ricercatori possono scoprire cosa funziona meglio, anche le persone con demenza traggono benefici direttamente dal prendere parte allo studio. Al personale viene inoltre mostrato come scoprire le preferenze, portando a miglioramenti immediati nelle cure.


Anche se sembra una cosa semplice da mettere in pratica, questo metodo di "scelta" non fa parte attualmente del sistema di cura del Regno Unito. Tuttavia, l'abbiamo testato per vedere se può essere usato in tutte le case di cura, per dare a tutti coloro che hanno una demenza più scelta in un luogo in cui è di solito limitata.


Osservando ciò che le persone fanno, piuttosto che ciò che dicono, il personale di assistenza può farsi un'idea più obiettiva di ciò che piace loro, misurare le preferenze quotidianamente, tenere traccia di come cambiano e, soprattutto, dare più voce alle persone con demenza e con problemi di comunicazione nella loro vita quotidiana.


Il nostro lavoro fa parte del primo progetto britannico nel suo genere nel campo della gerontologia comportamentale. La ricerca sulle preferenze fa parte di una serie di studi incentrati sull'uso dell'analisi comportamentale per migliorare la qualità di vita nella demenza. Inoltre, gli studenti del programma di analisi comportamentale applicata della Bangor University sono formati per specializzarsi in questo approccio con gli anziani.


Sebbene il progetto stesso debba continuare per un altro anno, abbiamo già confermato i risultati precedenti degli studi di assistenza domiciliare negli Stati Uniti, che hanno dimostrato che le persone con demenza preferiscono le attività rispetto ai cibi quando hanno la possibilità di scegliere. Ad esempio, abbiamo scoperto che le persone sceglievano attività come puzzle, cruciverba e uncinetto, alle prelibatezze come torte alla crema e torte di maiale.


Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che un rischio per le persone con demenza nell'assistenza a lungo termine è che possono trascorrere molto tempo senza essere coinvolti. È difficile trovare molte attività significative negli ambienti di assistenza e le opportunità di conversazione possono essere ridotte.


Quindi le attività diventano più preziose perché danno alle persone qualcosa da fare e parlare con altre persone, mentre il cibo potrebbe diventare meno prezioso a causa dei cambiamenti sensoriali associati alla demenza, come i cambiamenti nella capacità di gustare e deglutire.


Mettendo questo in pratica, ora sappiamo che se a una persona con demenza devono essere offerte sia scelte alimentari che di attività, dovrebbero essere fatte separatamente (piuttosto che allo stesso tempo, come l'esempio di biscotti e focaccine da tè) perché la preferenza a prendere parte a un'attività potrebbe oscurare la scelta del cibo. A lungo termine, questo significa anche che il personale non impara quali sono le preferenze alimentari delle persone.


Per la prossima fase della nostra ricerca, lavoreremo con persone con disabilità dello sviluppo (ad esempio, Sindrome di Down) che sviluppano la demenza. Le persone con disabilità dello sviluppo spesso sviluppano demenza in giovane età e hanno maggiori probabilità di svilupparla rispetto a quelle che non hanno una disabilità dello sviluppo. Spesso vengono anche diagnosticati in ritardo, a causa di una 'sovra-ombreggiatura diagnostica', per cui i cambiamenti nel comportamento sono attribuiti alla loro disabilità piuttosto che alla demenza.


Una ricerca precedente ha scoperto che le persone con disabilità dello sviluppo spesso scelgono il cibo rispetto alle attività quando viene offerta una scelta tra i due (l'opposto delle persone con demenza). Tuttavia, nessuno ha ancora capito se questa preferenza si inverte quando le persone con disabilità dello sviluppo sviluppano la demenza. Se capissimo come cambiano le preferenze, potremmo garantire che gli ambienti di assistenza personalizzino il loro supporto.


Apprezziamo tutti le nostre possibilità di scelta, e il nostro lavoro si concentra sulla valutazione e sullo sviluppo dei modi per garantire che le persone con demenza e disabilità dello sviluppo continuino ad avere delle scelte, anche nel più piccolo dei modi.

 

 

 


Fonte: Rebecca Sharp (Docente di Psicologia) e Zoe Lucock (dottorato di ricerca) della Bangor University.

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.