Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La terapia cellulare potrebbe migliorare la funzione cerebrale nell'Alzheimer

La terapia cellulare potrebbe migliorare la funzione cerebrale nell'Alzheimer

Come una grande orchestra, il tuo cervello si basa sulla perfetta coordinazione di molti elementi per funzionare correttamente. E se uno di questi elementi non è sincronizzato, ha effetti sull'intero ensemble. Nel morbo di Alzheimer (MA), ad esempio, il danno su neuroni specifici può alterare i ritmi delle onde cerebrali e causare una perdita di funzioni cognitive.


Un tipo di neurone, chiamato interneurone inibitorio, è particolarmente importante per la gestione dei ritmi cerebrali. È anche il centro della ricerca del laboratorio guidato da Jorge Palop PhD, assistente investigatore degli Istituti Gladstone. In uno studio pubblicato su Neuron, Palop e i suoi collaboratori hanno scoperto i benefici terapeutici del miglioramento genetico di questi interneuroni e del loro trapianto nel cervello di un topo modello di MA.


Gli interneuroni controllano reti complesse tra i neuroni, consentendo loro di inviarsi segnali l'un l'altro in modo armonizzato. Puoi pensare agli interneuroni inibitori come a dei direttori d'orchestra. Creano ritmi nel cervello per dire agli orchestrali - i neuroni eccitatori - quando suonare e quando fermarsi. Uno squilibrio tra questi due tipi di neuroni crea disarmonia ed è presente in molteplici disturbi neurologici e psichiatrici, tra cui il MA, l'epilessia, la schizofrenia e l'autismo.

 

Un cervello senza conduttore

Studi precedenti di Palop avevano dimostrato che, nei topi modello di MA, gli interneuroni inibitori non funzionano correttamente. Quindi, i ritmi che organizzano le cellule eccitatorie sono disturbati e non funzionano armoniosamente, causando uno squilibrio nelle reti cerebrali. Questo, a sua volta, influisce sulla formazione della memoria e può portare all'attività epilettica, che è spesso osservata nei pazienti con MA.


La sua squadra ha trovato un modo per riprogettare gli interneuroni inibitori e migliorare la loro funzione. Hanno dimostrato che questi interneuroni potenziati, quando trapiantati nel cervello anormale dei topi di MA, possono controllare correttamente l'attività delle cellule eccitatorie e ripristinare i ritmi cerebrali.


"Abbiamo approfittato del fatto che gli interneuroni trapiantati possono integrarsi molto bene nei nuovi tessuti cerebrali e che ogni interneurone può controllare migliaia di neuroni eccitatori", ha detto Palop, che è anche assistente professore di neurologia all'Università della California di San Francisco. "Queste proprietà rendono gli interneuroni un bersaglio terapeutico promettente per i disturbi cognitivi associati alle anomalie del ritmo cerebrale e all'attività epilettica".


Innanzitutto, gli scienziati hanno dovuto superare una sfida significativa. Quando trapiantavano gli interneuroni regolari, non vedevano effetti benefici, presumibilmente perché il MA crea un ambiente tossico nel cervello. Essi hanno quindi potenziato geneticamente l'attività degli interneuroni inibitori aggiungendo una proteina chiamata Nav1.1.


Hanno scoperto che gli interneuroni con funzione potenziata erano in grado di superare l'ambiente della malattia tossica e ripristinare la funzione cerebrale. "Questi neuroni ottimizzati sono come i conduttori d'orchestra", ha detto Palop. "Anche con un'orchestra in declino, possono ripristinare i ritmi e l'armonia necessari per le funzioni cognitive".

 

Conduttori progettati per l'Alzheimer

I risultati potrebbero alla fine portare allo sviluppo di nuove opzioni di trattamento per i pazienti con MA.


"Oltre alle applicazioni che questo approccio di ingegneria cellulare e trapianto può trovare nella medicina rigenerativa, i nostri risultati supportano il concetto più ampio che, migliorando la funzione degli interneuroni, si possono contrastare degli aspetti chiave dell'Alzheimer", ha detto Lennart Mucke MD, direttore del Gladstone Institute of Neurological Disease.


Oltre a esaminare se la terapia cellulare può essere trasferita dai topi agli umani, Palop e il suo team stanno lavorando per identificare dei farmaci potenziali, come modo alternativo per migliorare la funzione degli interneuroni inibitori.

 

 

 


Fonte: Julie Langelier in Gladstone Institutes (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Magdalena Martinez-Losa, Tara E. Tracy, Keran Ma, Laure Verret, Alexandra Clemente-Perez, Abdullah S. Khan, Inma Cobos, Kaitlyn Ho, Li Gan, Lennart Mucke, Manuel Alvarez-Dolado, Jorge J. Palop. Nav1.1-Overexpressing Interneuron Transplants Restore Brain Rhythms and Cognition in a Mouse Model of Alzheimer's Disease. Neuron, Published: 15 Mar 2018, DOI: 10.1016/j.neuron.2018.02.029

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.