Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovati altri fattori genetici che contribuiscono all'Alzheimer

Dei ricercatori hanno identificato diversi nuovi geni responsabili del morbo di Alzheimer (MA), compresi quelli che portano a cambiamenti funzionali e strutturali nel cervello e a livelli elevati di proteine ​​MA nel liquido cerebrospinale (CSF).


A differenza della ricerca tradizionale di MA, questo studio si è concentrato su singoli gruppi specifici dello spettro cognitivo: funzionamento cognitivo normale o controlli, lieve deterioramento cognitivo (MCI) e casi di MA.


A differenza del tipico disegno di studio che riunisce tutte queste persone in un singolo gruppo o si concentra solo su persone cognitivamente sane, questa ricerca ha identificato diverse nuove associazioni genetiche all'interno dei vari sottogruppi.


Secondo i ricercatori, queste associazioni non sono evidenti quando si confrontano i casi di MA con i controlli o all'interno dei casi di MA, il che suggerisce che questi segnali sottendono i processi prima dell'inizio dell'MA. In quanto tali, questi geni possono essere obiettivi più allettanti per lo sviluppo di farmaci perché ci si rende sempre più conto che i farmaci efficaci saranno quelli dati alle persone prima o subito dopo aver sviluppato un deterioramento cognitivo.


I ricercatori hanno testato l'associazione tra i valori della risonanza magnetica cerebrale legati all'MA, i punteggi dei test della memoria logica e i livelli nel CSF di due proteine ​M​D (amiloide-beta e tau), con diversi milioni di marcatori genetici (chiamati SNP) di tutto il genoma, in un campione di 1.189 partecipanti allo studio ADNI (Alzheimer Disease Neuroimaging Initiative). Hanno poi esaminato il significato biologico degli SNP con i punteggi più alti e dei geni, usando diversi set di dati contenenti informazioni sull'espressione genica nelle parti del cervello più colpite dall'MA.


SRRM4 e MTUS1, i due dei geni più significativi dell'intero studio, identificati nel normale gruppo di funzioni cognitive, sono coinvolti nella segnalazione, nello sviluppo e nella perdita neuronale. Un altro gene identificato in questo gruppo (GRIN2B), codifica la subunità di un recettore che ha ruoli nella resilienza dei neuroni e della memoria.


"Le nostre scoperte forniscono importanti informazioni sui meccanismi biologici che portano all'MA, soprattutto nelle fasi della malattia che precedono i sintomi", afferma l'autore senior Lindsay A. Farrer PhD, Professore di genetica e responsabile della genetica biomedica alla Boston University. "I nuovi geni che abbiamo identificato potrebbero essere potenziali bersagli per lo sviluppo di nuovi trattamenti che potrebbero ritardare o addirittura prevenire l'insorgenza dei sintomi di questa malattia insidiosa".


Questi risultati compaiono nella rivista Alzheimer's and Dementia.

 

 

 


Fonte: Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jaeyoon Chung, Xulong Wang, Toru Maruyama, Yiyi Ma, Xiaoling Zhang, Jesse Mez, Richard Sherva, Haruko Takeyama, The Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative, Kathryn L. Lunetta, Lindsay A. Farrer, Gyungah R. Jun. Genome-wide association study of Alzheimer's disease endophenotypes at prediagnosis stages. Alzheimer's & Dementia, in press, DOI: 10.1016/j.jalz.2017.11.006

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.