Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il ritmo della memoria è fissato dall'inibizione dei neuroni

Il ritmo della memoria è fissato dall'inibizione dei neuroniL'ippocampo è essenziale per la memoria e l'apprendimento. Questa immagine mostra la sua forma caratteristica. Gli interneuroni sono evidenziati in verde, mentre il 'corno di Ammon' (CA3), altro nome dell'ippocampo e il giro dentato (DG) sono delineati in bianco. (Fonte: University of Freiburg)

Più sappiamo circa i miliardi di cellule nervose del nostro cervello, meno appare spontanea e casuale la loro interazione. L'armonia che sta sotto l'elaborazione dei contenuti della memoria è stata ora rivelata dal gruppo di lavoro della Prof. Dr. Marlene Bartos dell'Istituto di Fisiologia I dell'Università di Friburgo in Germania.


In uno studio eseguito con un collega dell'Istituto di Scienza e Tecnologia Austria e pubblicato nella rivista Nature Communications, lei sottolinea il ruolo dei circuiti inibitori nella creazione di onde cerebrali ad alta frequenza nell'ippocampo. Con il suo lavoro, il team, a cui partecipa anche il BrainLinks-BrainTools Cluster of Excellence e il Bernstein Center Freiburg, mostra come il cervello elabora le informazioni rilevanti per la memoria.


"I ricercatori sospettano da molto tempo che sono le frequenze oltre i 30 Hertz a coordinare la cooperazione sincronizzata di varie reti cellulari del cervello. È anche noto che l'attività in questa gamma di frequenze è notevolmente ridotta nei pazienti con Alzheimer, ad esempio", spiega la Bartos, riassumendo l'idea sottostante alla sua ricerca. Ma come nascono questi segnali, chiamati 'onde gamma', in più luoghi contemporaneamente? E cosa significa questo per la memoria umana in termini reali?


Come esperti nel campo dei collegamenti sinaptici, la Bartos e il suo team hanno studiato intensamente la comunicazione tra i cosiddetti interneuroni nell'ippocampo di topi. Situato tra due o più neuroni, un interneurone è un tipo di cellule con protuberanze particolarmente corte, che possono trasmettere alle cellule vicine degli impulsi inibenti, in modo rapido ed efficiente. "Come i gruppi di strumenti di un'orchestra, ci sono dei piccoli circuiti in cui gli interneuroni inibitori hanno un ruolo importante", spiega la Bartos. "Si può immaginare che il loro ruolo sia come quello del conduttore d'orchestra, che fa ritirare i corni in sottofondo in certi momenti, per farli rientrare come protagonisti di nuovo in un momento successivo".


L'osservazione più importante dello studio è che, quando vengono richiamate dal riposo, le cellule circostanti sono ricettive a certe informazioni. Quindi vengono stimolate a sviluppare un potenziale di azione comune, in modo che un segnale possa essere trasmesso ad altri neuroni. Questo a sua volta può essere misurato elettrofisiologicamente come scarica di onde gamma.


"L'aspetto interessante di questo è che i microcircuiti non interferiscono l'uno con l'altro, ma possono memorizzare o accedere a varie informazioni in parallelo, ad esempio la forma dell'attributo e il colore di un oggetto. Ciò consente l'elaborazione simultanea e parallela e la memorizzazione di informazioni. Crediamo che sia così che sono fissate le tracce iniziali della memoria", dice la Bartos.


Tuttavia, per poter individuare realmente cosa produce la memoria, è necessaria una ricerca ancora più approfondita. La Bartos e la sua squadra stanno lavorando alla massima velocità per rendere usabili le loro scoperte per trattare le malattie neurodegenerative entro pochi anni.

 

 

 


Fonte: University of Freiburg (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael Strüber, Jonas-Frederic Sauer, Peter Jonas & Marlene Bartos. Distance-dependent inhibition facilitates focality of gamma oscillations in the dentate gyrus. Nature Communications, Article number: 758 (2017) Published online: 02 October 2017. doi:10.1038/s41467-017-00936-3

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.