Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mancanza di diagnosi crea rischi aggiuntivi per chi ha una demenza

Mancanza di diagnosi crea rischi aggiuntivi per chi ha una demenza
Uno studio della Johns Hopkins University su dati provenienti da più di 7.000 anziani americani ha scoperto che coloro che mostrano segni di probabile demenza, ma che sono senza una diagnosi formale, hanno una probabilità quasi doppia (di quelli che l'hanno avuta) di impegnarsi in attività potenzialmente pericolose, come guidare, cucinare, e gestire finanze e farmaci.


I risultati, riportati nel numero di giugno del Journal of the American Geriatrics Society, sottolineano la necessità, dicono gli investigatori, di rendere esplicitamente consapevoli i pazienti e le loro famiglie del disturbo della memoria, in modo che i medici e propri cari possano adottare delle misure di protezione.


"Quando i pazienti ricevono una diagnosi formale di demenza, le loro famiglie sono in genere consapevoli del fatto che, prima o dopo, i loro cari non saranno più in grado di guidare o che avranno bisogno di più aiuto nel prendere le medicine", dice il primo autore dello studio Halima Amjad MD/MPH della Divisione di Medicina Geriatrica e Gerontologia alla Johns Hopkins University. "Ma se manca la diagnosi, la famiglia e gli amici possono ignorare o non essere consapevoli dei problemi funzionali che già esistono".


Studi precedenti avevano documentato chiaramente i problemi di sicurezza per i pazienti affetti da demenza, nota la Amjad, ma si erano in gran parte concentrati su questioni singole in piccoli campioni di pazienti. Per avere una visione più ampia, lei e i suoi colleghi hanno usato i dati di 7.609 persone del National Health and Aging Trends Study, uno studio continuo della Johns Hopkins iniziato nel 2011 che raccoglie informazioni sanitarie su beneficiari over-65 di Medicare a livello nazionale. I soggetti vengono periodicamente intervistati e sostengono esami cognitivi e fisici per valutare la loro salute mentre invecchiano.


Per il nuovo studio, il team della Amjad ha diviso i volontari in 4 gruppi:

  1. demenza diagnosticata - se avevano avuto, essi stessi o un compagno, una diagnosi formale da parte di un medico;
  2. demenza probabile ma non diagnosticata - se non avevano una diagnosi formale, ma avevano ottenuto un punteggio sotto di una certa soglia nei test cognitivi o interviste con un caregiver che rispondeva per loro conto;
  3. demenza possibile;
  4. senza demenza.

A tutti i partecipanti sono state chieste informazioni sull'attività o le condizioni di vita che sono potenzialmente non sicure nella demenza, tra cui assistere un'altra persona, guidare, preparare pasti caldi, gestire le finanze, gestire i farmaci e andare da soli alle visite dei medici. Inoltre, essi hanno risposto a domande sui bisogni insoddisfatti: se erano mai stati senza mangiare, senza fare il bagno, senza biancheria pulita e generi alimentari, o se erano rimasti in casa o a letto perché non avevano aiuto insufficiente.


L'analisi ha dimostrato che quelli con demenza, sia diagnosticata che non diagnosticata, si impegnano con meno frequenza in attività potenzialmente pericolose rispetto a quelli con possibile, o senza, demenza. Ad esempio, circa il 23 per cento degli anziani con probabile demenza guidavano, rispetto al 59 per cento con possibile demenza e all'84 per cento di quelli senza demenza. Tra gli anziani con probabile demenza, il 37 per cento gestiva i propri farmaci, almeno qualche volta, rispetto al 93 per cento di quelli senza demenza. "Questa di per sé è una buona notizia, anche se i numeri sono ancora importanti dal punto di vista della salute e della sicurezza pubblica", dice la Amjad. "In entrambi i casi i pazienti stessi o i loro familiari si auto-regolano e fanno queste attività meno frequentemente mentre la loro malattia progredisce".


Tuttavia, dice, i risultati hanno rivelato che coloro la cui demenza non era stata diagnosticata avevano una probabilità significativamente maggiore di prendere parte ad attività non sicure, rispetto a quelli con una diagnosi formale di demenza. Per esempio, mentre circa il 17 per cento dei volontari con demenza diagnosticata stavano ancora guidando, quasi il 28 per cento di quelli con demenza non diagnosticata lo stavano facendo.


Allo stesso modo, circa il 12 per cento di quelli con demenza diagnosticata stavano ancora gestendo le loro finanze, ma circa il 29 per cento di quelli con demenza non diagnosticata lo facevano. Nel complesso, circa il 17 per cento di quelli con demenza diagnosticata stavano ancora preparando pasti caldi per se stessi, ma circa il 42 per cento di quelli con demenza non diagnosticata lo facevano. E quasi il 22 per cento di quelli diagnosticati gestivano ancora i propri farmaci, contro circa il 50 per cento di quelli con demenza non diagnosticata.


"Ci sono un paio di domande importanti che nascono da questa ricerca", dice David Roth PhD, direttore del Centro Invecchiamento e Salute della Johns Hopkins e professore di medicina. "La prima: quelli con demenza ricevono cure mediche adeguate, comprese diagnosi accurate e aggiornate? La seconda: le diagnosi di demenza sono comunicate adeguatamente ai pazienti e alle loro famiglie?"


I risultati dovrebbero costituire un campanello d'allarme per i medici che si prendono cura degli anziani e dei familiari i cui cari potrebbero avere una demenza in fase di sviluppo, dice la Amjad: "Se i pazienti anziani hanno difficoltà con le attività, potrebbero trarre benefici da uno screening formale per la demenza. Ma in realtà sono le famiglie ad essere in prima linea nel riconoscere quando qualcuno non deve più guidare o ha bisogno di più aiuto con i farmaci. Questo significa essere vigili e consapevoli quando i propri cari invecchiano e la demenza diventa più probabile".


Si stima che circa 5 milioni di persone negli Stati Uniti abbiano una qualche forma di demenza, compreso l'Alzheimer, e si prevede che la prevalenza che sarà quasi il triplo entro il 2050. Diversi studi hanno suggerito che circa la metà di quelli con demenza non hanno la diagnosi.

 

 

 


Fonte: The Johns Hopkins University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Halima Amjad, David L. Roth, Quincy M. Samus, Sevil Yasar, Jennifer L. Wolff. Potentially Unsafe Activities and Living Conditions of Older Adults with Dementia. Journal of the American Geriatrics Society, 2016; DOI: 10.1111/jgs.14164

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)