Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'approccio olistico ai pranzi potrebbe aiutare le persone con demenza

Mangiare insieme e dare supporto sociale e interazione durante i pasti, potrebbe aiutare le persone con demenza ad evitare la disidratazione e la malnutrizione, secondo una nuova ricerca eseguita alla University of East Anglia.


I risultati pubblicati ieri dimostrano che, anche se nessuno degli interventi è stato un successo inequivocabile, quelli più promettenti si sono concentrati su un approccio olistico ai pasti. Il team ha scoperto che i pasti in stile familiare con caregiver, l'ascolto di musica, e l'impegno in esercizi multisensoriali, potrebbero tutti insieme aiutare a potenziare la nutrizione, l'idratazione e la qualità della vita delle persone con demenza.


Il Dr Lee Hooper, ricercatore dell'UEA, ha dichiarato: "I rischi di disidratazione e malnutrizione sono alti nelle persone anziane, ma ancora di più per quelle con demenza. La malnutrizione è associata a una scarsa qualità della vita, per cui capire come aiutare le persone a mangiare e bere bene è molto importante per supportare la salute e la qualità della vita delle persone con demenza. Volevamo scoprire cosa possono fare famiglie o caregiver per aiutare le persone con demenza a mangiare bene e bere a sufficienza".


Il team ha rivisto sistematicamente la ricerca da tutto il mondo e ha valutato l'efficacia di 56 interventi, tutti finalizzati a migliorare, mantenere o facilitare l'assunzione di cibo o bevande, tra più di 2.200 persone con demenza. Gli interventi testati comprendevano il cambio del colore dei piatti, l'aumento dell'esercizio fisico, il servizio con cameriera, la riproduzione di diversi tipi di musica, il canto, il tai-chi, un ambiente familiare per il pranzo, gli integratori alimentari, e il rafforzamento dell'aspetto sociale a pranzo.


E' stato inoltre esaminato quale aiuto potrebbe derivare da una migliore informazione e formazione dei caregiver formali o informali, così come dagli interventi comportamentali, come l'incoraggiamento a mangiare. Il gruppo di ricerca ha valutato se questi interventi migliorano lo stato di idratazione e il peso corporeo, e se l'intervento aiuta gli anziani a godere dell'esperienza di mangiare o bere, e se migliora la loro qualità di vita.


Il Dr Hooper ha detto:

"Abbiamo trovato un certo numero di interventi promettenti, che comprendono i pasti assieme ai caregiver, i pasti in stile famigliare, l'interazione sociale durante i pasti, pasti più lunghi, la musica rilassante a pasto, gli esercizi multisensoriali e degli snack sempre accessibili. Anche la formazione e il supporto per i caregiver formali e informali si è rivelata promettente.

"Ma uno dei problemi di questa ricerca è che molti degli studi che abbiamo esaminato erano troppo piccoli per trarre conclusioni definitive; quindi nessun intervento deve essere chiaramente dominante o escluso e sono necessarie ulteriori ricerche in questo campo.

"E' probabile che per il benessere nutrizionale e per la qualità della vita delle persone con demenza non sia importante solo ciò che mangiano e bevono, ma un mix olistico di dove mangiano e bevono, dell'atmosfera, del supporto fisico e sociale offerto, della comprensione dei caregiver formali, e del livello di attività fisica".

 

**********
La ricerca è stata svolta in collaborazione con AgeUK Norfolk, NorseCare, Università di Hertfordshire, Norfolk and Norwich University Hospital, Norfolk and Suffolk NHS Foundation Trust, e King College Hospital NHS Foundation Trust. E' stata finanziata dal National Institute for Health Research (NIHR) e dalla NIHR East of England Collaboration for Leadership in Applied Health Research and Care (CLAHRC).

 

 

 


Fonte: University of East Anglia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Diane K. Bunn, Asmaa Abdelhamid, Maddie Copley, Vicky Cowap, Angela Dickinson, Amanda Howe, Anne Killett, Fiona Poland, John F. Potter, Kate Richardson, David Smithard, Chris Fox, Lee Hooper. Effectiveness of interventions to indirectly support food and drink intake in people with dementia: Eating and Drinking Well IN dementiA (EDWINA) systematic review. BMC Geriatrics, 2016; 16 (1) DOI: 10.1186/s12877-016-0256-8

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.