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*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Identificati nuovi geni associati a una longevità estrema

I centenari dimostrano di invecchiare bene quando rimangono attivi e vigili in età molto avanzata. Degli scienziati della Stanford University e dell'Università di Bologna hanno iniziato a svelare le basi della longevità trovando i loci genetici associati alla longevità estrema.


Il lavoro precedente aveva indicato che i centenari hanno abitudini di salute e di dieta simili alle persone medie, il che suggerisce che ci dovrebbero essere dei fattori nel loro patrimonio genetico a farli invecchiare meglio.


Tuttavia, gli studi genetici precedenti avevano identificato solo un singolo gene (APOE, coinvolto anche nell'Alzheimer), che era diverso nei centenari rispetto a quelli che invecchiano normalmente. I risultati di questo ultimo studio indicano anche che diverse varianti di malattie possono essere assenti nei centenari, rispetto alla popolazione generale.


Il rapporto sulla ricerca di Kristen Fortney e colleghi, pubblicato su PLoS Genetics, è un esempio di utilizzo di grandi basi di dati per raccogliere informazioni su una caratteristica estremamente complicata come la longevità. Per trovare i geni della longevità, gli autori hanno dapprima sviluppato ​​un nuovo metodo statistico chiamato 'informed GWAS' (iGWAS), che si avvale delle conoscenze su 14 malattie, per restringere i geni cercati associati alla longevità.


Attraverso il iGWAS, gli scienziati hanno trovato cinque loci della longevità che forniscono indizi sui meccanismi fisiologici dell'invecchiamento ben riuscito. Questi loci sono noti per essere coinvolti in diversi processi, che comprendono la senescenza cellulare, l'autoimmunità, la segnalazione cellulare, e anche l'Alzheimer.


L'incidenza di quasi tutte le malattie aumenta con l'età, e quindi conoscere i fattori genetici del buon invecchiamento potrebbe avere un grande impatto sulla salute. Il lavoro futuro può portare ad una migliore comprensione di come questi geni promuovono il buon invecchiamento e potrebbero anche identificare geni addizionali della longevità reclutando più centenari per l'analisi.

 

 

 


Fonte: PLOS via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kristen Fortney, Edgar Dobriban, Paolo Garagnani, Chiara Pirazzini, Daniela Monti, Daniela Mari, Gil Atzmon, Nir Barzilai, Claudio Franceschi, Art B. Owen, Stuart K. Kim. Genome-Wide Scan Informed by Age-Related Disease Identifies Loci for Exceptional Human Longevity. PLOS Genetics, 2015; 11 (12): e1005728 DOI: 10.1371/journal.pgen.1005728

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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