Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il deficit di memoria è persistente nelle donne dopo una commozione cerebrale

Le donne hanno un deficit di memoria persistente dopo una commozione cerebraleIn risposta ad un aumento del carico della memoria di lavoro di maschi (male) e femmine (female), si nota una maggiore attivazione nelle aree frontali e parietali bilaterali, sia nei controlli sani che nei pazienti con MTBI.
A: Nei soggetti di controllo, il confronto visivo degli schemi di attivazione della memoria di lavoro mostra più attivazione nelle donne che negli uomini, in particolare nella regione frontale.
B: C’è un'evidente minore attivazione nei pazienti femmine con MTBI che nei controlli femmine, ed è evidente la maggiore attivazione nei pazienti maschi con MTBI che nei controlli maschi.
C: Dopo 6 settimane di studio, i pazienti femmine con MTBI hanno un modello di ipoattivazione persistente, mentre i pazienti maschi con MTBI hanno una iperattivazione regredita e sono tornati a livelli di attivazione simili a quelli dei controlli maschi. (Fonte: Radiological Society of North America)
Le donne possono avere più difficoltà degli uomini a recuperare da una commozione cerebrale, secondo un nuovo studio pubblicato online sulla rivista Radiology.


La commozione cerebrale, chiamata anche Lieve Lesione Cerebrale Traumatica (MTBI-mild traumatic brain injury), è un problema di salute comune che colpisce le funzioni cognitive e la qualità della vita di alcuni individui.


Nella maggior parte dei casi, i pazienti che soffrono di MTBI si riprendono completamente, di solito entro tre mesi.


Dal 10 al 15 per cento dei pazienti di MTBI continuano ad avere problemi invalidanti persistenti oltre i tre mesi, che possono includere mal di testa post-traumatico, disturbi del sonno, perdita di equilibrio, deterioramento della memoria e altri disturbi cognitivi, stanchezza, e disturbi dell'umore o affettivi.


Gli effetti duraturi della commozione cerebrale hanno ricevuto l'attenzione diffusa negli ultimi anni e sono causa di una crescente preoccupazione, soprattutto tra gli atleti dilettanti e professionisti e le organizzazioni sportive. Diversi studi hanno indicato che le atlete subiscono traumi ad un tasso superiore a quello degli atleti maschi che giocano sport simili.


"Nella pratica clinica, sono più le donne che gli uomini a cercare cure mediche a causa di sintomi persistenti dopo una MTBI, con un rapporto di quasi 2:1", ha detto l'autore principale dello studio, Chi-Jen Chen MD, del Dipartimento di Radiologia Diagnostica e del Centro Ricerca su Cervello e Coscienza del Shuang-Ho Hospital alla Taipei Medical University e sovrintendente del Chia-Yi Hospital di Taiwan. "Abbiamo iniziato a domandarci se ci possono essere delle differenze negli esiti della MTBI tra uomini e donne".


Il Dott. Chen e colleghi hanno cercato di valutare oggettivamente le differenze di genere nelle MTBI usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per analizzare gli schemi di attivazione cerebrale durante compiti di memoria di lavoro.


"Le difficoltà con la memoria di lavoro sono uno dei disturbi riferiti comunemente dopo una MTBI", ha detto il dottor Chen. "Poiché la memoria di lavoro è importante per una vasta gamma di capacità cognitive, la sua compromissione potrebbe avere effetti significativi sulla vita quotidiana".


I ricercatori hanno studiato 30 pazienti con MTBI e 30 pazienti di controllo. Entrambi i gruppi erano composti da un numero uguale di uomini e donne. I pazienti si sono sottoposti a un esame di fMRI un mese dopo l'infortunio e un esame di fMRI dopo 6 settimane dalla prima scansione. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a test neuropsicologici, tra cui il «Digit Span» e il «Test Continuo di Prestazione» (CPT). Il «Digit Span» è un test della memoria a breve termine che misura quanti numeri un partecipante può ricordare in sequenza. Il CPT misura l'attenzione e l'impulsività sostenuta e selettiva di una persona.


I primi risultati fMRI dei pazienti con MTBI hanno mostrato un aumento di attivazione dei circuiti cerebrali della memoria di lavoro negli uomini e una attivazione diminuita nelle donne, rispetto ai controlli. Al controllo successivo, gli uomini con MTBI sono tornati a un modello normale di attivazione, simile a quello dei controlli, mentre le donne hanno mostrato una ipoattivazione persistente, suggerendo la continuazione dei problemi della memoria di lavoro.


I risultati neuropsicologici hanno mostrato che, tra le donne, il punteggio totale Digit Span era più basso nel gruppo MTBI, rispetto al gruppo di controllo. "Questi risultati forniscono la prova che il sesso femminile può essere un fattore di rischio per i disturbi della memoria di lavoro dopo una MTBI", ha detto il dottor Chen. "In questo caso si dovrebbe iniziare una gestione più aggressiva una volta che viene diagnosticata una MTBI nei pazienti di sesso femminile".


Poiché la fMRI ha il potenziale di rilevare disturbi della memoria di lavoro, prevedere l'esito e monitorare l'effetto del trattamento, può essere opportuno in futuro incorporare la fMRI nel protocollo di trattamento delle MTBI, secondo il dottor Chen. Tuttavia, egli avverte che servono ulteriori studi per convalidare questi risultati preliminari.

 

 

 

 

 


Fonte: Radiological Society of North America via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hui-Ling Hsu, David Yen-Ting Chen, Ying-Chi Tseng, Ying-Sheng Kuo, Yen-Lin Huang, Wen-Ta Chiu, Feng-Xian Yan, Wei-Shuan Wang, Chi-Jen Chen. Sex Differences in Working Memory after Mild Traumatic Brain Injury: A Functional MR Imaging study. Radiology, April 2015 DOI: 10.1148/radiol.2015142549

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)