Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Featured

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Alzheimer?

Un legame tra proteina punta a una possibile cura futura per l'AlzheimerImmagine 3D di neuroni umani in un piatto. Fonte: Steve Moore, Livesey group, Gurdon Institute, University of CambridgeDei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell'Alzheimer, in un percorso che ne controlla la progressione, e che farmaci che puntano questo percorso possono essere un potenziale nuovo modo di trattare la malattia.


I risultati sono stati pubblicati il 23 aprile sulla rivista Cell Reports.


Gli scienziati dell'Università di Cambridge hanno scoperto che, quando la «proteina precursore dell'amiloide» (APP) è suddivisa in frammenti di proteine tossiche amiloidi-beta, essa provoca cambiamenti nel comportamento di un'altra proteina chiave, la tau.


Sebbene i collegamenti tra queste proteine siano stati descritti da precedenti lavori, questa ricerca ha identificato una nuova associazione tra di loro, e ha scoperto che la manipolazione del tasso con il quale viene rotta l'APP è direttamente collegata ai livelli di tau.


Anche se non si sa esattamente la causa dell'Alzheimer, sappiamo che l'amiloide-beta e la tau si accumulano nel cervello, formando "placche" e "grovigli" che disturbano le connessioni tra i neuroni, e alla fine uccidendoli. Non ci sono trattamenti per fermare o invertire la progressione della malattia, anche se i ricercatori stanno iniziando a comprendere i meccanismi che ne causano il progredire.


La maggior parte delle persone che sviluppano l'Alzheimer iniziano a mostrare i sintomi in età avanzata, in genere dopo i 60 o i 70 anni. Tuttavia, tra l'uno e il cinque per cento delle persone con Alzheimer hanno una versione genetica della malattia che si tramanda nella famiglia, con una insorgenza variabile di solito dai 30 ai 40 anni di età.


I ricercatori di Cambridge hanno usato cellule della pelle di individui con la forma genetica dell'Alzheimer e le hanno riprogrammate per diventare cellule staminali pluripotenti indotte, che possono diventare qualsiasi tipo di cellule del corpo. Le cellule staminali sono state poi istruite a diventare neuroni con tutte le caratteristiche dell'Alzheimer.


Lavorando con questi gruppi di neuroni umani, in sostanza dei «mini cervelli», i ricercatori hanno usato tre classi di farmaci per manipolare il tasso al quale è «masticata» l'APP, inibendo gli enzimi secretasi che sono responsabili della rottura in frammenti di amiloide-beta. Con farmaci che aumentano o diminuiscono la velocità di taglio dell'APP, hanno osservato che pure i livelli di tau possono essere alterati.


Ricerche precedenti, che avevano esaminato il legame tra amiloide-beta e tau, avevano scoperto che una volta che l'APP è scissa, un pezzo di amiloide-beta esce fuori della cellula, innescando una maggiore produzione di tau. "Quello che abbiamo visto è che c'è una seconda via, e che l'amiloide-beta non deve essere fuori della cellula per modificare i livelli di tau; in sostanza, la cellula lo fa da se stessa", ha detto il dottor Rick Livesey di la Wellcome Trust/Cancer Research UK Gurdon Institute, che ha guidato la ricerca.


Anche se i ricercatori hanno identificato questo percorso in neuroni con la forma familiare molto più rara dell'Alzheimer, hanno scoperto che la stessa via esiste nei neuroni sani, indicando la possibilità che puntare la stessa via nella forma di Alzheimer a tarda insorgenza possa essere un modo di trattare la malattia.


Il Dr Simon Ridley, responsabile della ricerca di Alzheimer's Research UK, ha dichiarato: "Siamo lieti di vedere che il nostro investimento in questa innovativa ricerca che usa la tecnologia delle cellule staminali sta potenziando la nostra comprensione dei meccanismi dell'Alzheimer. Alzheimer's Research UK si è impegnata a finanziare la ricerca pionieristica e attraverso il nostro Stem Cell Research Center all'Università di Cambridge speriamo di svelare i cambiamenti molecolari che causano la demenza, e, soprattutto, testare nuovi farmaci che fermano la progressione della malattia. Con 850.000 persone che vivono con demenza in questo paese, è fondamentale investire nella ricerca per trovare nuovi trattamenti".


La ricerca sottolinea anche la crescente importanza delle cellule staminali umane nel settore della ricerca medica. "La domanda è: perché questo percorso non è stato identificato finora, dato che l'Alzheimer è così ben studiato?", ha detto Livesey. "La risposta è che i topi non sviluppano l'Alzheimer, e non rispondono a questi farmaci; i neuroni umani lo fanno. E' qualcosa che possiamo fare solo cercando nei veri neuroni umani". (*)

 

*****
La ricerca è stata finanziata da Alzheimer's Research UK e dal Wellcome Trust.

 

(*) Ndt: Era ora!!! Finalmente qualcuno che osa dire che la ricerca sui topi è pressochè inutile!!!

 

 

 


Fonte: University of Cambridge (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Il testo di questo articolo è dato in licenza nei termini di una Creative Commons Attribution 4.0 International License.

Riferimenti: Steven Moore, Lewis D.B. Evans, Therese Andersson, Erik Portelius, James Smith, Tatyana B. Dias, Nathalie Saurat, Amelia McGlade, Peter Kirwan, Kaj Blennow, John Hardy, Henrik Zetterberg, Frederick J. Livesey. APP Metabolism Regulates Tau Proteostasis in Human Cerebral Cortex Neurons. Cell Reports, 2015; DOI: 10.1016/j.celrep.2015.03.068

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.