Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stimolazione cerebrale profonda: scoperti nuovi benefici per la demenza

Stimolazione cerbrale profonda: nuovi benefici per la demenza.

Spingendo in avanti le nuove frontiere della ricerca sulla demenza, scienziati della Nanyang Technological University di Singapore (NTU) hanno trovato un nuovo modo di trattare la demenza, inviando impulsi elettrici verso aree specifiche del cervello, aumentando la crescita di nuove cellule cerebrali.


Conosciuta come «stimolazione cerebrale profonda», è una procedura terapeutica già usata in alcune parti del mondo per trattare varie condizioni neurologiche come tremori o distonia, che è caratterizzata da contrazioni muscolari involontarie e spasmi.


Gli scienziati della NTU hanno scoperto che la stimolazione cerebrale profonda potrebbe essere usata anche per migliorare la crescita delle cellule cerebrali, per mitigare gli effetti nocivi delle condizioni legate alla demenza e per migliorare la memoria a breve e lungo termine.


La ricerca ha dimostrato che si possono formare nuove cellule cerebrali (neuroni) stimolando la parte anteriore del cervello che è coinvolta nella conservazione della memoria, attraverso piccole quantità di energia elettrica. L'aumento delle cellule cerebrali riduce l'ansia e la depressione, promuove un migliore apprendimento, e aumenta la formazione e la conservazione della memoria nell'insieme.


I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista eLife, aprono nuove opportunità per lo sviluppo di soluzioni innovative di trattamenti per i pazienti che soffrono di perdita di memoria dovuta alle condizioni legate alla demenza, come l'Alzheimer e persino il Parkinson.


L'assistente professore Ajai Vyas dalla Scuola di Scienze Biologiche della NTU ha detto: "I risultati della ricerca mostrano chiaramente il potenziale di miglioramento della crescita delle cellule cerebrali derivante dalla stimolazione cerebrale profonda. Circa il 60 per cento dei pazienti non rispondono ai trattamenti anti-depressivi regolari e la nostra ricerca apre nuove porte per opzioni di trattamento più efficaci".


Il Dr. Lim Lee Wei, professore associato dell'Università Sunway in Malesia, che ha lavorato al progetto di ricerca mentre era alla NTU, ha detto che la stimolazione cerebrale profonda porta molteplici benefici. "Non è stato riferito alcun effetto negativo in tale stimolazione della corteccia prefrontale nell'uomo e gli studi hanno dimostrato che la stimolazione produce anche effetti anti-depressivi e riduce l'ansia. La perdita di memoria degli anziani non è solo un problema grave e diffuso, ma costituisce un sintomo chiave di demenza. Almeno una persona ogni 10 over-60 di Singapore soffre di demenza e questa scoperta potrebbe aprire la strada al miglioramento dei trattamenti per i pazienti".

 


Far crescere nuove cellule cerebrali

Da decenni gli scienziati stanno cercando il modo di generare cellule cerebrali per aumentare la memoria e l'apprendimento, ma ancora più importante, per trattare anche traumi cerebrali e lesioni, e le malattie legate all'età come la demenza.


Nell'ambito del ciclo naturale, le cellule cerebrali muoiono continuamente e vengono sostituite da quelle nuove. L'area del cervello che genera le nuove cellule cerebrali è l'ippocampo, che è coinvolto anche nella formazione, organizzazione e ritenzione della memoria. Stimolando la parte anteriore del cervello chiamata corteccia prefrontale, si formano nuove cellule cerebrali nell'ippocampo, anche se non è stimolato direttamente.


La ricerca è stata condotta su ratti di mezza età, nel cervello dei quali sono stati impiantati elettrodi che inviano micro-impulsi elettrici al cervello. I ratti sono stati sottoposti ad alcuni test di memoria prima e dopo la stimolazione, e hanno esibito risultati positivi nella conservazione della memoria, anche dopo 24 ore.


"Studi approfonditi hanno dimostrato che il cervello e i sistemi di memoria dei ratti sono molto simili a quelli degli esseri umani", ha detto il prof Ajai che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento Nanyang Assistant Professorship della NTU. "Gli elettrodi sono innocui per i ratti, perché continuano a vivere normalmente e a completare il loro ciclo di vita regolare (adulto) di circa 22 mesi".


La ricerca è stata finanziata dal Lee Kuan Yew Research Fellowship che sostiene e promuove ricercatori giovani ed eccellenti nelle rispettive aree di specializzazione.

 

 

 

 

 


Fonte: Nanyang Technological University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Albert Liu, Neeraj Jain, Ajai Vyas, Lee Wei Lim. Ventromedial prefrontal cortex stimulation enhances memory and hippocampal neurogenesis in the middle-aged rats. eLife, 2015; 4 DOI: 10.7554/eLife.04803

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)