Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ogni ora del giorno davanti alla TV aumenta il rischio di diabete del 3,4%

Ogni ora del giorno passata a guardare la TV aumenta il rischio di sviluppare il diabete del 3,4%: questa la conclusione di uno studio pubblicato in Diabetologia (la rivista scientifica della Associazione Europea per lo Studio del Diabete).


Lo studio degli effetti del tempo sedentario o «seduto» sul rischio di diabete è stato eseguito dal Dr. Bonny Rockette-Wagner (autore principale) e dalla dott.ssa Andrea Kriska (autrice senior) dell'Università di Pittsburgh in Pennsylvania, con i loro colleghi.


In questa nuova ricerca, gli autori hanno usato i dati dei partecipanti allo studio «Diabetes Prevention Program» (DPP), pubblicato nel 2002 e finanziato dal National Institute of Digestive and Diabetes and Kidney Diseases [NIDDK] dei National Institutes of Health [NIH ]. Questo studio aveva arruolato 3.234 adulti statunitensi sovrappeso (dal 1996 al 1999) di almeno 25 anni di età, con l'obiettivo di ritardare o prevenire il diabete di tipo 2 nei soggetti ad alto rischio, con un farmaco metformina o con interventi allo stile di vita.


Il lavoro precedente aveva già suggerito che l'intervento allo stile di vita riesce a ridurre l'incidenza del diabete, e raggiunge gli obiettivi di perdere il 7% del peso e di fare 150 minuti alla settimana di attività fisica di intensità moderata (come camminare a ritmo sostenuto).


Ciò che non si sapeva era se questo sforzo di intervento allo stile di vita ha un qualsiasi impatto sul tempo trascorso da seduti (essere sedentari). I risultati precedenti non suggerivano con chiarezza se gli interventi incentrati sull'aumento dell'attività fisica riducono anche il tempo trascorso da seduti.


Questo nuovo studio ha esaminato se l'intervento sullo stile di vita del DPP, che ha dimostrato di essere efficace per aumentare l'attività fisica, ha diminuito anche il tempo auto-riferito come seduto. È stato esaminato anche l'effetto del comportamento sedentario sullo sviluppo del diabete.


Prima dell'intervento, il tempo totale trascorso a guardare la TV non era significativamente diverso tra i gruppi del DPP con placebo, metformina o stile di vita (circa 140 minuti al giorno in tutti e tre i gruppi). Il totale giornaliero di tempo trascorso da seduti al lavoro, più la TV, non era significativamente diverso tra i gruppi (tra 410 e 423 minuti al giorno) quando è iniziato lo studio.


Per i partecipanti al gruppo di intervento sullo stile di vita, è stata osservata una riduzione del tempo riportato di TV durante il corso dello studio per tutti i sottogruppi di partecipanti (età, sesso, stato di lavoro, razza/etnia, stato di obesità), o per quelli che hanno raggiunto gli obiettivi di peso e/o attività. Allo stesso modo, il gruppo stile di vita ha avuto la più grande riduzione del tempo medio combinato tra TV e lavoro durante lo studio: 9 min/giorno per il gruppo placebo, 6 per quello metformina e 37 per quello di stile di vita.


Gli autori hanno poi studiato l'impatto del comportamento sedentario sull'incidenza del diabete nel tempo. Per i partecipanti a tutti i tipi di trattamento, il rischio di diabete è aumentato di circa il 3,4% per ogni ora trascorsa a guardare la TV dopo l'aggiustamento per età, sesso, tipo di trattamento e attività fisica ricreativa proporzionale al tempo.


Questa associazione si è ridotta quando è stato aggiunto al modello il peso in funzione del tempo (è diventata un aumento del rischio del 2,1% di diabete per ora di TV, che non è statisticamente significativo), suggerendo che le successive variazioni del peso corporeo possono spiegare alcuni dei rapporti tra cambiamenti del comportamento sedentario e lo sviluppo del diabete.


"Questi risultati sono particolarmente significativi perché è insorto un calo del tempo da seduti nonostante l'assenza di obiettivi del programma volti a ridurre la sedentarietà", ha detto l'autrice senior dott.ssa Kriska. "E' probabile che un programma di intervento sullo stile di vita che incorpora l'obiettivo specifico di ridurre il tempo da seduti possa tradursi in maggiori cambiamenti nel tempo da seduti e probabilmente nei maggiori miglioramenti alla salute che si sono qui dimostrati. Infine, questi risultati dovrebbero informare i futuri sforzi di intervento che già si concentrano sugli obiettivi di aumentare l'attività e di ridurre il peso, considerando anche di enfatizzare la riduzione della sedentarietà".

 

 

 

 

 


Fonte: Diabetologia via EurelAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bonny Rockette-Wagner et al. The impact of lifestyle intervention on sedentary time in individuals at high risk of diabetes. Diabetologia, April 2015 DOI: 10.1007/s00125-015-3565-0

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)