Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Orologio biologico misura l'età della maggior parte dei tessuti umani

Tutti noi invecchiamo, ma gli scienziati non capiscono perché. Ora uno studio dell'UCLA ha scoperto un orologio biologico incorporato nel nostro genoma che potrebbe far luce sul motivo per cui il nostro corpo invecchia e come possiamo rallentare il processo.


I risultati, pubblicati il 21 ottobre sulla rivista Genome Biology, potrebbero offrire spunti preziosi per dare benefici alla ricerca sul cancro e sulle cellule staminali.


Mentre gli orologi biologici in precedenza sono stati collegati a saliva, ormoni e telomeri, la nuova ricerca è la prima a provocare lo sviluppo di uno strumento predittivo dell'età che usa un meccanismo di rilevamento del tempo nel corpo, finora sconosciuto, per misurare con precisione l'età di diversi organi, tessuti e tipi di cellule.


Questo nuovo strumento ha dimostrato inaspettatamente che alcune parti anatomiche, come il tessuto mammario femminile, invecchiano più velocemente del resto del corpo.


"Per combattere l'invecchiamento, abbiamo bisogno prima di tutto di un modo oggettivo per misurarlo. Individuare una serie di biomarcatori che tengono conto del tempo in tutto il corpo è stata una sfida lunga quattro anni", ha dichiarato Steve Horvath, professore di genetica umana alla David Geffen School of Medicine dell'UCLA e professore di biostatistica alla Fielding School of Public Health dell'UCLA. "Il mio obiettivo nell'inventare questo strumento predittivo dell'invecchiamento è aiutare gli scienziati a capire meglio ciò che accelera e rallenta il processo di invecchiamento umano".


Per creare questo predittore dell'età, Horvath si é focalizzato su un processo naturale chiamato metilazione, la modificazione chimica di uno dei quattro blocchi che compongono il nostro DNA. Egli ha passato al setaccio 121 insiemi di dati raccolti in precedenza dai ricercatori che avevano studiato la metilazione in tessuti umani sani e cancerosi. Raccogliendo informazioni da quasi 8.000 campioni di 51 tipi di tessuti e cellule prelevati da tutto il corpo, Horvath ha registrato il modo in cui l'età influenza i livelli di metilazione del DNA dalla pre-nascita fino a 101 anni. Per trovare il predittore dell'età, si è concentrato su 353 marcatori legati alla metilazione che cambiano con l'età e sono presenti in tutto il corpo.


Horvath ha testato l'efficacia dello strumento predittivo confrontando l'età biologica di un tessuto con la sua età cronologica. Quando lo strumento si é dimostrato ripetutamente preciso nel far corrispondere l'età biologica a quella cronologica, lui é rimasto entusiasta, ma un po' stordito. "E' sorprendente poter sviluppare uno strumento di previsione che tiene conto attendibilmente del tempo in tutta l'anatomia umana", ha detto. "Il mio approccio ha confrontato realmente mele e arance, o in questo caso, parti molto diverse del corpo, compreso cervello, cuore, polmoni, fegato, rene e cartilagine".


Mentre l'età biologica della maggior parte dei campioni corrispondeva all'età cronologica, qualcuno si discostava in misura sensibile. Ad esempio, Horvath ha scoperto che il tessuto del seno di una donna invecchia più velocemente del resto del corpo. "Il tessuto mammario sano ha circa 2-3 anni in più rispetto al resto del corpo di una donna", ha detto. "Se una donna ha il cancro al seno, il tessuto sano vicino al tumore ha in media 12 anni in più rispetto al resto del suo corpo". I risultati possono spiegare perché il cancro al seno è il tumore più comune nelle donne. Dato che l'orologio classifica il tessuto tumorale con una media di 36 anni in più del tessuto sano, questo potrebbe anche spiegare perché l'età è un fattore di rischio per molti tipi di cancro in entrambi i sessi.


Successivamente Horvath ha esaminato le cellule staminali pluripotenti indotte, le cellule adulte riprogrammate ad uno stato simile alle cellule staminali embrionali, consentendo loro di formare qualsiasi tipo di cellula del corpo e di continuare a dividersi indefinitamente. "La mia ricerca dimostra che tutte le cellule staminali sono neonate", ha detto. "Ancora più importante, il processo di trasformazione delle cellule di una persona in cellule staminali pluripotenti azzera l'orologio delle cellule allo stato zero".


In linea di principio, la scoperta dimostra che gli scienziati possono riavvolgere indietro l'orologio biologico del corpo e riportarlo a zero. "La grande domanda è se l'orologio biologico sottostante possa controllare un processo che porta all'invecchiamento", ha detto Horvath. "Se fosse così, l'orologio diventerebbe un biomarcatore importante per lo studio di nuovi approcci terapeutici per mantenerci giovani".


Infine, Horvath ha scoperto che il ritmo dell'orologio accelera o rallenta a seconda dell'età della persona. "Il tasso di ticchettio della sveglia non è costante", ha spiegato. "Esso fa tic-tac molto più velocemente quando si nasce e si passa da bambini ad adolescenti, poi rallenta a una velocità costante quando si raggiungono i 20 anni".


La scoperta inaspettata é che le cellule dei bambini con progeria, una malattia genetica che causa l'invecchiamento precoce, sembrano normali, riflettendo la vera età cronologica.


Horvath ha osservato che ci vorranno ulteriori ricerche per analizzare il meccanismo molecolare o biochimico preciso nel corpo che rende possibile il suo predittore di età. L'UCLA ha depositato un brevetto provvisorio sullo strumento predittivo dell'età di Horvath. I suoi prossimi studi esamineranno se l'arresto dell'orologio del corpo ferma il processo di invecchiamento, e se un orologio simile esiste nei topi.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California, Los Angeles (UCLA), Health Sciences.

Riferimenti: Steve Horvath. DNA methylation age of human tissues and cell types. Genome Biology, 2013; 14 (10): R115 DOI: 10.1186/gb-2013-14-10-r115

Pubblicato da Elaine Schmidt in newsroom.ucla.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.