Iscriviti alla newsletter

Proteina di Alzheimer controlla il movimento [nei topi]

Schema di fuso neuromuscolareRicercatori di Berlino e Monaco di Baviera in Germania e di Oxford nel Regno Unito, hanno rivelato che una proteina, ben nota per il suo ruolo nell'Alzheimer, controlla lo sviluppo del fuso neuromuscolare e porta alterazione del movimento nei topi quando la stessa è assente o trattata con inibitori.


I risultati, pubblicati in The EMBO Journal, suggeriscono che i farmaci in fase di sviluppo che puntano la proteina beta-secretasi-1 (potenziali trattamenti per Alzheimer), potrebbero produrre effetti collaterali indesiderati legati al movimento difettoso.


L'Alzheimer è la forma più comune di demenza presente negli anziani. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 18 milioni di persone in tutto il mondo hanno il morbo, numero che può aumentare fino a 34 milioni entro il 2025. Gli scienziati sanno che la proteina beta-secretasi-1 o BACE1, un enzima proteasi che scompone le proteine ​​in molecole più piccole, è coinvolta nell'Alzheimer. Il BACE1 scinde la proteina precursore dell'amiloide e genera il peptide Abeta dannoso che si accumula in placche nel cervello, portando alla malattia.


Ora gli scienziati hanno rivelato in dettaglio come funziona il BACE1: "I nostri risultati mostrano che i topi che mancano di proteine BACE1, ​​o sono trattati con inibitori dell'enzima, hanno difficoltà di coordinamento e di camminare e mostrano anche una forza muscolare ridotta", sottolinea Carmen Birchmeier, uno degli autori dello studio, professore al Max-Delbrück-Center for Molecular Medicine di Berlino in Germania, e membro EMBO. "Inoltre siamo riusciti a  dimostrare che è necessaria l'attività combinata della BACE1 e di un'altra proteina (neuregulin-1 o Nrg1) per sostenere i fusi neuromuscolari nei topi e per mantenere la coordinazione motoria".


I fusi neuromuscolari sono organi sensoriali che si trovano in tutti i muscoli dei vertebrati. Essi sono in grado di rilevare come si allungano i muscoli e trasmettono la percezione della posizione del corpo al cervello. I ricercatori hanno usato analisi genetiche, studi biochimici e interferenze con inibitori farmacologici per studiare come funziona la BACE1 nei topi.


"Se la forza del segnale di una specifica forma di neuregulin-1, nota come IgNrg1, viene gradualmente ridotta, si osservano difetti sempre più gravi nella formazione e maturazione dei fusi muscolari dei topi. Inoltre, sembra che sia richiesta la BACE1 per la piena attività di IgNrg1. La perdita graduale di IgNrg1 implica crescenti difficoltà degli animali nell'attività di movimento e coordinazione"
, afferma Cyril Chéret, il primo autore del lavoro.


Gli sviluppatori di farmaci sono interessati a fermare la proteina BACE1 nel suo tragitto, perché rappresenta una soluzione promettente per trattare l'Alzheimer. Se la proteina fosse inibita, potrebbe interferire con la generazione delle proteine ​​più piccole e dannose che si accumulano nel cervello in placche amiloidi e pertanto fornirebbe un certo livello di protezione dagli effetti della malattia.


"I nostri dati indicano che un effetto collaterale indesiderato dell'inibizione a lungo termine della BACE1 potrebbe essere il blocco della produzione di fusi neuromuscolari e la compromissione del movimento. Questa scoperta è importante per gli scienziati che cercano il modo di sviluppare farmaci che puntano alle proteine ​​BACE1 e dovrebbe essere considerata", dice Birchmeier. Attualmente diversi inibitori della BACE1 per il trattamento dell'Alzheimer sono in test di fase clinica II e III.

 

 

 

 

 


Fonte: European Molecular Biology Organization, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimento: Cyril Cheret, Michael Willem, Florence R Fricker, Hagen Wende, Annika Wulf-Goldenberg, Sabina Tahirovic, Klaus-Armin Nave, Paul Saftig, Christian Haass, Alistair N Garratt, David L Bennett, Carmen Birchmeier. Bace1 and Neuregulin-1 cooperate to control formation and maintenance of muscle spindles. The EMBO Journal, 2013; DOI: 10.1038/emboj.2013.146

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

La demenza ci fa vivere con emozioni agrodolci

23.05.2023

Il detto è: dolce è la vita. E, anche se vorremmo momenti costantemente dolci, la vita s...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaci per il sonno: limitazioni e alternative

18.04.2023

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease è l'ultima ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.