Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ridurre le calorie ci fa vivere più a lungo e più sani?

Gli scienziati del Gladstone Institutes hanno identificato un nuovo meccanismo attraverso il quale un tipo di dieta ipocalorica a basso contenuto di carboidrati - chiamata "dieta chetogenica" - potrebbe ritardare gli effetti dell'invecchiamento.

Questa scoperta fondamentale rivela come tale dieta potrebbe rallentare il processo di invecchiamento e un giorno potrebbe consentire agli scienziati di trattare meglio o prevenire malattie legate all'età, come le malattie cardiache, l'Alzheimer e molte forme di cancro.


Con l'invecchiamento crescente della popolazione, le malattie legate all'età diventano sempre più comuni. Già ora negli Stati Uniti, quasi una 1 persona ogni 6 ha più di 65 anni. Le malattie cardiache continuano ad essere il killer numero uno del paese, con cancro e Alzheimer che seguono da vicino. Tali malattie pesano tremendamente sui pazienti, le famiglie e il nostro sistema sanitario.


Eric Verdin, MDMa ora, i ricercatori del laboratorio di Eric Verdin (foto), MD, del Gladstone hanno identificato il ruolo nel processo di invecchiamento di un composto chimico nel corpo umano, e che può essere la chiave per nuove terapie per il trattamento o la prevenzione di una vasta gamma di malattie legate all'età.


Nell'ultimo numero della rivista Science, disponibile on-line dal 6 Dicembre, il dottor Verdin e il suo team hanno esaminato il ruolo del composto β-idrossibutirrato (βOHB), un cosiddetto "corpo chetone", che è prodotto durante un prolungato periodo di dieta a basso contenuto calorico o chetogenica. Anche se i corpi chetonici come il βOHB possono essere tossici se presenti a concentrazioni molto elevate in persone con malattie come il diabete di tipo I, il Dr. Verdin e colleghi hanno trovato che a concentrazioni inferiori, il βOHB aiuta a proteggere le cellule dallo "stress ossidativo", che si verifica quando alcune molecole si accumulano fino a livelli tossici nel corpo e contribuisce al processo di invecchiamento.


"Nel corso degli anni, gli studi hanno scoperto che limitare le calorie rallenta l'invecchiamento e aumenta la longevità, e tuttavia il meccanismo di questo effetto non era chiaro" dice il Dott. Verdin, autore responsabile dello studio, direttore del Centro per l'HIV & l'Invecchiamento del Gladstone, ed anche professore alla University of California di San Francisco, alla quale è affiliato il Gladstone. "Ora scopriamo che il βOHB, la fonte principale di energia del corpo durante l'esercizio fisico o il digiuno, blocca una classe di enzimi che altrimenti promuoverebbero lo stress ossidativo, proteggendo così le cellule dall'invecchiamento".


Lo stress ossidativo avviene quando le cellule utilizzano ossigeno per produrre energia, ma questa attività rilascia anche altre molecole potenzialmente tossiche, note come radicali liberi. Invecchiando, le cellule diventano meno efficaci nell'eliminare i radicali liberi, provocando danno cellulare, stress ossidativo e effetti dell'invecchiamento.


Tuttavia, il dottor Verdin e il suo team hanno scoperto che il βOHB potrebbe realmente aiutare a ritardare questo processo. In una serie di esperimenti di laboratorio - prima in cellule umane in vitro e poi nei tessuti prelevati dai topi - il team ha monitorato i cambiamenti biochimici che si verificano quando il βOHB viene somministrato in una dieta ipocalorica prolungata. I ricercatori hanno scoperto che la restrizione calorica provoca la produzione di βOHB, che blocca l'attività di una classe di enzimi chiamati deacetilasi istone, o HDACs.


Di norma gli HDAC tengono spenta una coppia di geni, chiamati Foxo3a e MT2. Ma un livello maggiore di βOHB impedisce agli HDAC di farlo, e attiva in modo predefinito i due geni. Una volta attivati, questi geni mettono in moto un processo che aiuta le cellule a resistere allo stress ossidativo. Questa scoperta non solo identifica un ruolo innovativo di segnalazione del βOHB, ma potrebbe anche delineare un modo per rallentare gli effetti negativi dell'invecchiamento in tutte le cellule del corpo.


"Questo importante passo avanti fa anche progredire notevolmente la comprensione del meccanismo che sta dietro agli HDAC, di cui si sapeva già il coinvolgimento nel processo di invecchiamento e nelle malattie neurologiche", ha detto Katerina Akassoglou, PhD, ricercatrice del Gladstone, esperta in malattie neurologiche e uno dei co-autori dello studio. "I risultati potrebbero essere rilevanti per una vasta gamma di malattie neurologiche, come l'Alzheimer, il Parkinson, l'autismo e il trauma cranico, malattie che affliggono milioni di persone e per le quali ci sono poche opzioni di trattamento".


"L'identificazione del βOHB come collegamento tra la restrizione calorica e la protezione dallo stress ossidativo apre una serie di nuove strade ai ricercatori per la lotta contro le malattie", ha detto Tadahiro Shimazu, un collega post-dottorato del Gladstone e autore principale dello studio. "In futuro, continueremo a esplorare il ruolo del βOHB - soprattutto come influisce su altri organi del corpo, come il cuore o il cervello - per verificare se gli effetti protettivi del composto possono essere applicati a tutto il corpo".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Gladstone Institutes.

Riferimento:
Tadahiro Shimazu, Matthew D. Hirschey, John Newman, Wenjuan He, Kotaro Shirakawa, Natacha Le Moan, Carrie A. Grueter, Hyungwook Lim, Laura R. Saunders, Robert D. Stevens, Christopher B. Newgard, Robert V. Farese Jr., Rafael De Cabo, Scott Ulrich, Katerina Akassoglou, Eric Verdin. Suppression of Oxidative Stress by β-Hydroxybutyrate, an Endogenous Histone Deacetylase Inhibitor. Science, December 6, 2012 DOI: 10.1126/science.1227166.

Pubblicato in ScienceDaily il 6 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.