Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La dieta mediterranea può compensare il rischio genetico di Alzheimer

fresh vegetables olive oil mediterranean diet Image by jcomp on freepikImage by jcomp on freepik

Un nuovo studio condotto da investigatori del Mass General Brigham di Boston (USA), dell'Università di Harvard e del Broad Institute del MIT e di Harvard, suggerisce che una dieta in stile mediterraneo può aiutare a ridurre il rischio di demenza. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, ha scoperto che le persone a maggior rischio genetico di morbo di Alzheimer (MA) traggono più benefici da una dieta in stile mediterraneo, mostrando una maggiore riduzione del rischio di demenza rispetto a quelle a rischio genetico inferiore.


"Uno dei motivi per cui volevamo studiare la dieta mediterranea è perché è l'unico modello dietetico che è stato causalmente collegato a benefici cognitivi in ​​uno studio randomizzato", ha detto la prima autrice dello studio Yuxi Liu PhD, ricercatrice del Dipartimento di Medicina del Brigham and Women's Hospital. "Volevamo vedere se questo vantaggio potesse essere diverso nelle persone di contesti genetici diversi ed esaminare il ruolo dei metaboliti del sangue, le piccole molecole che riflettono il modo in cui il corpo elabora il cibo ed esegue funzioni normali".


Negli ultimi decenni, i ricercatori hanno imparato di più sulle basi genetiche e metaboliche del MA e delle demenze correlate. Queste sono tra le cause più comuni di declino cognitivo negli anziani. È noto che il MA ha una forte componente genetica, con una ereditarietà stimata fino all'80%. Un gene in particolare, l'apolipoproteina E (APOE), è emerso come il più forte fattore di rischio genetico per il MA sporadico, il tipo più comune che si sviluppa più avanti nella vita e non è direttamente ereditato in uno schema prevedibile.


I portatori di una copia della variante APOE4 hanno un rischio più alto da 3 a 4 volte di sviluppare il MA. Quelli con due copie (chiamati APOE4 omozigoti) hanno un rischio di MA più alto di 12 volte rispetto a quelli senza. Per capire come la dieta mediterranea può ridurre il rischio di demenza e influenzare i metaboliti del sangue legati alla salute cognitiva, il team ha analizzato i dati di 4.215 donne dello studio Nurses' Health, seguendo le partecipanti dal 1989 al 2023 (età media 57 al basale). Per convalidare i risultati, i ricercatori hanno analizzato dati simili di 1.490 uomini nello studio Health Professionals Follow-Up, seguiti dal 1993 al 2023.


I ricercatori hanno valutato i modelli dietetici a lungo termine usando questionari sulla frequenza alimentare e hanno esaminato i campioni di sangue dei partecipanti per una vasta gamma di metaboliti. Hanno usato I dati genetici per valutare il rischio di MA ereditato di ognuno dei partecipanti, che sono stati quindi seguiti nel tempo per individuare nuovi casi di demenza. Un sottoinsieme di 1.037 donne sono state sottoposte a test cognitivi regolari al telefono.


Hanno scoperto che le persone che seguono di più una dieta mediterranea avevano un rischio inferiore di sviluppare la demenza e hanno mostrato un declino cognitivo più lento. L'effetto protettivo della dieta è stato più forte nel gruppo ad alto rischio con due copie della variante del gene APOE4, suggerendo che la dieta può aiutare a compensare il rischio genetico.


"Questi risultati suggeriscono che le strategie dietetiche, in particolare la dieta mediterranea, potrebbero aiutare a ridurre il rischio di declino cognitivo ed evitare la demenza, influenzando ampiamente percorsi metabolici chiave", ha affermato Liu. "Questa raccomandazione si applica in generale, ma può essere ancora più importante per gli individui con un rischio genetico più elevato, come i portatori di due copie della variante genetica APOE4".


Una limitazione dello studio era che la coorte consisteva in individui ben istruiti di origine europea. Sono necessarie ulteriori ricerche in popolazioni diverse. Inoltre, sebbene lo studio rivelasse importanti associazioni, la genetica e la metabolomica non fanno ancora parte della maggior parte dei modelli di previsione del rischio clinico per il MA. Le persone spesso non conoscono la loro genetica APOE. È necessario più lavoro per tradurre questi risultati in pratica medica di routine.


"Con ulteriori ricerche, speriamo di esplorare se puntare metaboliti specifici attraverso la dieta o altri interventi potrebbe fornire un approccio più personalizzato per ridurre il rischio di demenza", ha affermato Liu.

 

 

 


Fonte: Mass General Brigham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Liu, [+18], DD Wang. Interplay of genetic predisposition, plasma metabolome and Med diet in ... Nat Med, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)