Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule gliali molto più importanti di quanto si credeva

Le cellule gliali (nel disegno a sinistra - da Wikipedia), che prendono il nome dalla parola greca per "colla", tengono insieme i neuroni del cervello e proteggono le cellule che determinano i nostri pensieri e comportamenti, ma gli scienziati da tempo si chiedono qual è la loro importanza nelle attività del cervello dedicate all'apprendimento e alla memoria.

Adesso ricercatori della Tel Aviv University (TAU) dicono che le cellule gliali sono centrali per la plasticità del cervello: come il cervello si adatta, impara e memorizza le informazioni.

Secondo lo studente Maurizio De Pittà delle scuole di Fisica e Astronomia e di Ingegneria Elettrica della TAU, le cellule gliali fanno molto più che tenere insieme il cervello. Un meccanismo all'interno delle cellule gliali smista anche le informazioni ai fini dell'apprendimento, dice De Pittà.

"Le cellule gliali sono come supervisori del cervello. Regolando le sinapsi, controllano il trasferimento delle informazioni tra i neuroni, influenzando il modo in cui il cervello elabora le informazioni e impara".

La ricerca di De Pittà, guidato dal relatore Prof. Eshel Ben-Jacob della TAU, insieme a Vladislav Volman del Salk Institute e della University of California a San Diego e Hugues Berry dell'Université de Lyon in Francia, ha sviluppato il primo modello di computer che incorpora l'influenza delle cellule gliali nel trasferimento sinaptica le delle informazioni. Dettagliato nella rivista PLoS Computational Biology, il modello può anche essere implementato in tecnologie basate su reti cerebrali come microchip e software per computer, dice il Prof. Ben-Jacob, e aiutare nella ricerca sui disturbi del cervello come l'Alzheimer e l'epilessia.

La regolazione della "rete sociale" del cervello

Il cervello è costituito da due tipi principali di cellule: neuroni e cellule gliali. I neuroni fanno partire i segnali che determinano il modo in cui pensiamo e ci comportiamo, utilizzando le sinapsi per far passare il messaggio da un neurone all'altro, spiega De Pitta. Gli scienziati teorizzano che memoria e apprendimento sono dirette dall'attività sinaptica perché sono "plastiche", hanno la capacità di adattarsi a stimoli diversi.

Ma Ben-Jacob e i suoi colleghi hanno sospettato che le cellule gliali siano ancora più centrali nel funzionamento del cervello. Le cellule gliali sono abbondanti nell'ippocampo del cervello e nella corteccia, le due parti del cervello che hanno il massimo controllo sulle capacità del cervello di elaborare le informazioni, apprendere e memorizzare. In effetti, per ogni cellula neuronale, ci sono 2-5 cellule gliali. Tenendo conto dei precedenti dati sperimentali, i ricercatori sono stati in grado di costruire un modello che potrebbe risolvere il puzzle.

Il cervello è come una rete sociale, dice il Prof. Ben-Jacob. I messaggi possono provenire dai neuroni, che utilizzano le sinapsi come sistema di trasporto, ma le gliali servono come moderatore generale, regolando quali messaggi vengono inviati e quando. Queste cellule possono velocizzare il trasferimento di informazioni, o rellentare l'attività se le sinapsi sono sempre iperattive. Questo rende le cellule gliali i guardiani dei nostri processi di apprendimento e memoria, egli osserva, orchestrando la trasmissione di informazioni per il funzionamento ottimale del cervello.

Nuove tecnologie e terapie ispirate dal cervello

Le scoperte del team potrebbero avere importanti implicazioni per una serie di disturbi cerebrali. Quasi tutte le malattie neurodegenerative sono patologie correlate alle gliali, nota il Prof. Ben-Jacob. Nella crisi epilettica, ad esempio, l'attività dei neuroni in un punto del cervello si propaga e supera la normale attività in altri luoghi. Questo può accadere quando le cellule gliali non riescono a regolare correttamente la trasmissione sinaptica. Al contrario, quando l'attività cerebrale è bassa, le cellule gliali sollecitano la trasmissione di informazioni, mantenendo "vive" le connessioni tra i neuroni.

Il modello fornisce una "nuova visione" delle funzioni cerebrale. Mentre lo studio era in corso di stampa, sono apparse due opere sperimentali che hanno sostenuto le previsioni del modello. "Un numero crescente di scienziati sta iniziando a riconoscere il fatto che è necessario che le cellule gliali svolgano delle attività che i neuroni da soli non possono realizzare in modo efficiente", dice De Pittà. Il modello fornirà un nuovo strumento per iniziare a rivedere le teorie di neuroscienza computazionale e portare ad algoritmi e microchip più realistici, ispirati dal cervello, progettati per simulare le reti neuronali.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale della American Friends of Tel Aviv University

Riferimento: Maurizio De Pittà, Vladislav Volman, Hugues Berry, Eshel Ben-Jacob. A Tale of Two Stories: Astrocyte Regulation of Synaptic Depression and Facilitation. PLoS Computational Biology , 2011; 7 (12): e1002293 DOI: 10.1371/journal.pcbi.1002293.

Pubblicato in ScienceDaily il 29 dicembre 2011- Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.