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Nuove intuizioni sull'infiammazione cerebrale nell'Alzheimer

Una nuova ricerca mostra che i ciuffi di proteina tau nell'Alzheimer innescano un basso livello di infiammazione persistente

Myddosomes by Dey et alLa formazione di myddosomi (giallo-verde) è innescata dagli aggregati Aβ (rosso) nei macrofagi. Fonte Arpan Dey.

L'infiammazione cerebrale, pur essendo una parte cruciale della risposta immunitaria del corpo, assume un ruolo dannoso nel morbo di Alzheimer (MA). A differenza dell'infiammazione acuta e di breve durata che combatte l'infezione, l'infiammazione associata al MA diventa cronica e persistente.


Degli scienziati hanno cercato di capire perché questo accade con una nuova ricerca presentata al 69° incontro annuale della Biophysical Society, tenuto a Los Angeles dal 15 al 9 febbraio scorso, che ha svelato le principali differenze nel modo in cui il sistema immunitario del cervello risponde alla malattia rispetto a un'infezione batterica.


Lo studio ha analizzato come le cellule immunitarie reagiscono alle placche di amiloide-beta (Aβ), un segno distintivo di MA e come questa risposta immunitaria differisce dalla reazione alle tossine batteriche.


"I batteri non possono entrare nel nostro cervello per merito della barriera emato-encefalica", ha affermato Arpan Dey PhD, post-dottorato nel laboratorio del professor David Klenerman all'Università di Cambridge in GB. "Ma piccole proteine ​​potrebbero agire come batteri nel nostro cervello e dare origine alla neuroinfiammazione, potendo così contribuire alla demenza".


Dey e colleghi hanno lavorato su un sistema modello di cellule immunitarie, che hanno esposto ad aggregati Aβ o a lipopolisaccaride (LPS), un componente delle pareti cellulari batteriche che innesca una forte risposta immunitaria. Si sono concentrati sulla formazione di strutture chiamate myddosomi, che sono cruciali per iniziare l'infiammazione.


Il team ha scoperto che i ciuffi più grandi di Aβ innescano una maggiore formazione di myddosomi nelle cellule immunitarie. I ciuffi più piccoli di Aβ, anche dopo un'esposizione più lunga, non sono riusciti a innescare questa risposta. Ciò suggerisce che la dimensione del ciuffo di Aβ è fondamentale per attivare il sistema immunitario nel MA.


Al contrario, l'LPS ha innescato una risposta dei myddosomi molto più veloce e più forte rispetto perfino ai grandi aggregati di Aβ. Questa differenza nei tempi e nell'intensità può spiegare perché l'infiammazione nel MA è cronica e prolungata, mentre la risposta a un'infezione batterica è in genere più acuta e si risolve più rapidamente.


"Le nostre scoperte rivelano una distinzione cruciale sul modo in cui il sistema immunitario del cervello reagisce a un'infezione batterica rispetto ai ciuffi Aβ", ha detto Dey. "L'attivazione immunitaria più lenta e più sostenuta da parte di grandi aggregati di Aβ può contribuire all'infiammazione cronica osservata nel MA".


Il prossimo passo della squadra è iniziare a esaminare i marcatori di myddosomi nei campioni di sangue di persone con demenza e nei campioni di cervello della UK Brain Bank. Comprendendo i meccanismi che guidano l'infiammazione nel MA, sperano di contribuire a sviluppare nuove terapie che possono colpire specificamente l'infiammazione cronica associata alla malattia, rallentando potenzialmente la sua progressione.


"Questo lavoro apre nuove strade per la scoperta di farmaci", ha detto Dey. "Comprendendo e puntando i percorsi coinvolti nella risposta infiammatoria, potremmo sviluppare trattamenti per il MA e altre malattie neurodegenerative".

 

 

 


Fonte: Biophysical Society (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: 69th Biophysical Society Annual Meeting, 15-19 February 2025, Los Angeles

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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