Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Presenza di amiloide, ma non di tau, può indicare una patologia anche diversa dall'Alzheimer

Uno studio rivoluzionario offre nuove intuizioni sulla progressione dell'Alzheimer: la ricerca rivela differenze critiche nella progressione della perdita di memoria in base alla presenza di proteine ​​specifiche nel cervello.

Biomarkers to diagnose alzheimer KarolinskaI biomarcatori ci consentiranno di fornire una gestione più personalizzata del paziente, adattata alla prognosi o al trattamento di altri fattori che possono contribuire ai sintomi. Fonte: Karolinska

Il morbo di Alzheimer (MA) è la forma più comune di demenza, caratterizzata dall'accumulo di proteine amiloide-beta (Aβ) e ​​tau nel cervello, che porta al declino cognitivo. Tradizionalmente, le cliniche di memoria si sono affidate alla tomografia a emissione di positroni (PET) per rilevare l'accumulo di Aβ. Tuttavia, progressi recenti ora consentono anche di rilevare l'accumulo di proteine ​​tau.

 

Risultati chiave

Uno studio eseguito al Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicato su Molecular Psychiatry, evidenzia che gli individui con sintomi di perdita di memoria e livelli alti di proteina tau (positività tau) presentano anche livelli alti di Aβ (positività Aβ). Questa combinazione è associata a una progressione maligna della perdita di memoria dovuta al MA. Invece, gli individui che sono Aβ-positivi ma tau-negativi possono avere una progressione più benigna dei sintomi.


“Se un individuo è positivo all'Aβ ma negativo alla tau, è probabile che la progressione dei sintomi sia benigna. Se i sintomi sono maligni, è possibile che la causa non sia esclusivamente il MA, ma possano esserci anche altre condizioni mediche che contribuiscono alla perdita di memoria. Se mancano sia Aβ che tau, la causa della perdita di memoria è probabilmente un'altra condizione medica piuttosto che il MA”, spiega Konstantinos Ioannou, dottorando del Dipartimento di Neurobiologia, Scienze dell'Assistenza e Società. "Questa distinzione è cruciale per la diagnosi accurata e la pianificazione del trattamento".

 

Significato dei risultati

La presenza di livelli alti di proteina tau è fortemente legata al declino cognitivo derivante da MA. Per gli individui con livelli alti di Aβ ma bassi di tau, la perdita di memoria può derivare da varie condizioni mediche. Nell'era dei farmaci emergenti che possono rimuovere l'Aβ, identificare la causa primaria della perdita di memoria è essenziale per determinare il trattamento più efficace per ciascun paziente.


"Sviluppare gruppi di biomarcatori che misurano contemporaneamente più proteine ​​ci aiuterà a comprendere la complessità di ciascun paziente", afferma Ioannou, primo autore dello studio. "Questo approccio consentirà una gestione più personalizzata, tagliata sulla prognosi o sul trattamento degli altri fattori che contribuiscono".

 

Metodologia

Il team di ricerca ha utilizzato la PET per misurare i livelli di proteine Aβ e tau, nonché la funzione cerebrale, sia in individui sani che in pazienti. Ha quindi applicato la modellazione statistica per valutare la progressione della perdita di memoria in tutti i partecipanti. Infine, ha confrontato le storie mediche dei pazienti con diversi livelli di proteina tau.

 

Direzioni future

Guardando al futuro, i ricercatori prevedono di misurare i livelli di Aβ e tau nei campioni di sangue e liquido cerebrospinale. Ciò potrebbe potenzialmente consentire test clinici più facili per identificare le persone per i quali il MA è la causa principale della perdita di memoria. Sono inoltre pianificati ulteriori studi, comprese scansioni MRI e dati cerebrali di individui deceduti, per confermare questi risultati prima di introdurre la misurazione della proteina tau nella pratica clinica.


Questo studio segna un significativo passo avanti nella comprensione del MA e nel miglioramento della cura dei pazienti attraverso strumenti diagnostici più precisi e piani di trattamento personalizzati.

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Ioannou, [+4], K Chiotis. Tau PET positivity predicts clinically relevant cognitive decline driven by Alzheimer’s disease compared to comorbid cases; proof of concept in the ADNI study. Molecular Psychiatry, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.