Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il nesso tra declino soggettivo e oggettivo della memoria

Tra le persone che segnalano problemi di memoria e pensiero, alcuni non mostrano segni di difficoltà sui test standard, mentre altri hanno un calo sottile negli stessi test. Un nuovo studio, pubblicato su Neurology®, mostra che le persone che hanno problemi sottili con questi test possono avere un aumento del rischio di lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment), che può essere un precursore della demenza.


"Diversi studi hanno scoperto che le persone con declino cognitivo soggettivo hanno un rischio maggiore di demenza", ha affermato l'autore senior dello studio Michael Wagner PhD, del Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative di Bonn. “I nostri risultati ora suggeriscono che le persone con declino cognitivo soggettivo e con deficit minori ai test o segni precoci di problemi di memoria e di pensiero, ma che non hanno ancora raggiunto la diagnosi di MCI, potrebbero avere maggiori probabilità di progredire verso i disordini della memoria. Testare questi deficit nelle persone con un calo auto-riferito potrebbe aiutare a identificare le persone con un rischio più alto di progredire verso l'MCI".


Lo studio ha coinvolto 439 persone con declino cognitivo soggettivo con un'età media di 71 anni, senza demenza o MCI. I partecipanti hanno completato una serie di test per valutare le capacità di pensiero e memoria. I test includevano elenchi da memorizzare, copia di un disegno, l'identificazione corretta dei tempi e della località corrente. I deficit minori ai test sono stati definiti da un punteggio di almeno 0,5 deviazioni standard sotto il punteggio medio.


L'MCI è stata diagnosticato da un gruppo di ricercatori che hanno esaminato le prestazioni di ciascun partecipante in diversi test. Per una diagnosi di MCI era necessario un punteggio del test di almeno 1,5 deviazioni standard sotto la media. Tra quelli con declino cognitivo soggettivo, il 13% (55 persone) avevano deficit minori ai test all'inizio dello studio e l'87% (384 persone) non avevano deficit minori. Poi i partecipanti sono stati seguiti per una media di 3 anni per vedere chi sviluppava l'MCI.


Dopo aver aggiustato i dati per età e sesso, i ricercatori hanno scoperto che le persone con declino cognitivo soggettivo e lievi deficit ai test:

  • avevano una probabilità più che quadrupla di progredire all'MCI rispetto alle persone senza deficit minori: 58 persone (17%) che non avevano deficit minori e 24 (48%) che avevano deficit minori, sono passati all'MCI;
  • avevano una probabilità del 36% di sviluppare MCI entro 2 anni e dell'84% di svilupparlo entro 4 anni;
  • avevano livelli più elevati di biomarcatori che misuravano i cambiamenti delle proteine nel cervello caratteristici dell'Alzheimer, un segno di aumento del rischio per questa malattia.


"I nostri risultati hanno chiarito il legame tra declino soggettivo e oggettivo prima della diagnosi di demenza di Alzheimer", ha affermato Wagner. "La ricerca futura può aiutare i medici a misurare e comunicare il rischio individuale delle persone con declino cognitivo soggettivo".


Una limitazione dello studio era che includeva solo persone di origine europea, quindi potrebbe non essere generalizzabile ad altre popolazioni.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Stark, [+41], M Wagner. Relevance of Minor Neuropsychological Deficits in Patients With Subjective Cognitive Decline. Neurology, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)