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Pazienti con Alzheimer e demenza hanno rischio doppio di morte dopo terapia intensiva

Uno studio apparso sull'American Journal of Critical Care ha scoperto che gli anziani con Alzheimer o altra demenza avevano molte meno probabilità di essere dimessi dopo la terapia intensiva e avevano quasi il doppio del rischio di morte nello stesso mese di calendario della dimissione e nei 12 mesi successivi.

ADRD patients discharged post ICU

I pazienti anziani con Morbo di Alzheimer (MA) o una Demenza Correlata (MADC) hanno quasi il doppio del rischio di morire subito dopo che sono stati dimessi da un'unità di terapia intensiva (ICU) ed entro i 12 mesi successivi, secondo la nuova ricerca.


Lo studio ha esaminato i dati di un ampio campione geograficamente diversificato di pazienti iscritti a Medicare Advantage. Gli autori ritengono che sia l'unico studio pubblicato ad esaminare gli esiti della terapia intensiva in questa popolazione con MADC e uno dei pochi a concentrarsi sui pazienti con MADC coperti dai piani Medicare Advantage.


Lo studio ha scoperto che gli anziani con MADC che erano stati ricoverati in terapia intensiva avevano molte meno probabilità di essere dimessi a casa e hanno di fronte quasi il doppio del rischio di morte nello stesso mese di calendario della dimissione e dei 12 mesi dopo la dimissione, rispetto ai pazienti che non avevano una diagnosi di MADC.


La prima autrice Mary Lynn Davis-Ajami PhD/FNP/RN, è una ricercatrice di servizi sanitari con competenze sull'uso di database nazionali per analizzare costi ed esiti di qualità nelle malattie croniche complesse, spesso con implicazioni politiche. Attualmente sta per passare alla facoltà di infermieristica della Michigan State di East Lansing, come decana associata per gli affari accademici. Ha lavorato con colleghi dell'Università dell'Indiana e di altre istituzioni per condurre questo studio.


"I pazienti con ADRD hanno spesso un'aspettativa di vita limitata, che può essere ulteriormente ridotta dopo un ricovero in terapia intensiva o un altro evento acuto", ha detto. "I nostri risultati sollevano domande sulle strategie proattive per ridurre la probabilità di un'ammissione in terapia intensiva o sulle prime discussioni con famiglie e caregiver sulle cure palliative".


Oltre alla mortalità a breve e lungo termine, l'analisi ha rivelato che poco più di un terzo (37,6%) dei pazienti con MADC è tornato a casa dopo la dimissione ospedaliera, rispetto a oltre i due terzi (68,6%) di pazienti non-MADC. Essere idonei sia per Medicare che per Medicaid ha ulteriormente aumentato il rischio dei pazienti di non essere dimessi dalla terapia intensiva, nonché di morire nello stesso mese di calendario dopo la dimissione ed entro 12 mesi.


Lo studio osservazionale ha usato il Clinformatics Data Mart Database version 8.1 di Optum con dati de-identificati, che copre il periodo dal 2016 al 2019. L'analisi includeva over-67 anni con copertura Medicare Advantage continua che sono stati ammessi per la prima volta in una terapia intensiva nel 2018. MADC e le condizioni di comorbilità sono state identificate dalle richieste di rimborso.


Dopo aver applicato i criteri di esclusione, la popolazione dello studio finale includeva 145.342 pazienti ammessi per la prima volta in una terapia intensiva nel 2018 e che sono stati dimessi dall'ICU. Tra questo gruppo, il 10,5% (15.289 persone) aveva una diagnosi di MADC.


L'analisi non ha esaminato le ragioni dell'ammissione iniziale in terapia intensiva e le cause della morte, né ha distinto i tipi di demenza o tra demenza lieve e grave e altri elementi che potrebbero influenzare gli esiti.

 

 

 


Fonte: AACN-American Association of Critical-Care Nurses via NewsWise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: ML Davis-Ajami, [+7], K Simon. Mortality and Discharge Location of Intensive Care Patients With Alzheimer Disease and Related Dementia. Am J Crit Care, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

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