Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di suicidio quasi 7 volte più alto dopo diagnosi di demenza a insorgenza precoce

Uno studio su quasi 600.000 persone in Inghilterra mostra che il rischio di suicidio nei primi tre mesi dopo una diagnosi di demenza per i pazienti sotto i 65 anni è quasi 7 volte superiore rispetto ai pazienti senza demenza.

Nel Regno Unito, circa 850.000 persone hanno attualmente la demenza, che è la causa principale di morte. Circa 70.800 di questi hanno una demenza a insorgenza giovanile. Solo circa i due terzi di coloro che hanno la demenza hanno avuto la diagnosi, e migliorare l'accesso a una diagnosi di demenza tempestiva e accurata è una delle principali priorità del servizio sanitario nazionale.


Tuttavia, l'espansione delle cliniche della memoria nelle diagnosi di demenza non sempre è stata accompagnata da risorse aggiuntive per supportare i pazienti nel periodo difficile dopo che hanno ricevuto la diagnosi.


I ricercatori della Queen Mary University di Londra e dell'Università di Nottingham hanno intrapreso uno studio di controllo dei casi, nella popolazione, partendo dalle cartelle cliniche del periodo 2001-2019 per determinare se c'era un legame tra diagnosi di demenza e rischio di suicidio.


I ricercatori hanno scoperto che quasi il 2% dei pazienti con diagnosi di demenza è morto per suicidio. I risultati hanno mostrato che i pazienti erano ad alto rischio di suicidio dopo una diagnosi di demenza se avevano meno di 65 anni, nei primi tre mesi dopo una diagnosi o se avevano una malattia psichiatrica conosciuta.


Il riconoscimento precoce e una diagnosi tempestiva di demenza, combinata con il supporto specialistico, sono fattori estremamente importanti nel ridurre l'angoscia causata da una diagnosi di esordio giovanile.


Il dott. Charles Marshall, autore senior, docente senior clinico e neurologo consulente onorario del Wolfson Institute of Population Health della Queen Mary, ha dichiarato:

“Migliorare l'accesso a una diagnosi di demenza è una priorità sanitaria importante. Però quella diagnosi può essere devastante e il nostro lavoro mostra che dobbiamo anche garantire che i servizi abbiano le risorse per fornire un supporto adeguato dopo la diagnosi".


La dott.ssa Danah Alothman, prima autrice e ricercatrice dell'Università di Nottingham, ha dichiarato:

“Questi risultati suggeriscono che le cliniche della memoria dovrebbero puntare in particolare alla valutazione del rischio di suicidio per i pazienti con demenza ad insorgenza giovanile, i pazienti nei primi mesi dopo la diagnosi della demenza e quelli di cui si conoscono già problemi psichiatrici".

 

 

 


Fonte: Queen Mary University of London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: D Alothman, ...[+4], CR Marshall. Risk of Suicide After Dementia Diagnosis. JAMA Neurol., 3 Oct 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)