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Perché dovresti continuare a bere caffè: benefici per mente e corpo

Happy Senior Ladies taking Coffee

Il popolare scrittore Michael Pollan ha recentemente raccomandato di rinunciare al caffè. La sua principale preoccupazione è per i suoi effetti sul sonno. Il sig. Pollan è un narratore dotato e, tuttavia, potrebbe non avere pienamente considerato l'intera storia sul caffè.


Tutti hanno familiarità con il fatto che la caffeina nel caffè, tè o altra bibita, ritarda l'inizio del sonno e ne rompe gli schemi normali. Tuttavia, questo aspetto negativo non supera i molti vantaggi del caffè. Il mio suggerimento è che dovresti continuare a consumare caffè ogni giorno; tuttavia, il caffè non dovrebbe essere bevuto entro le 6-8 ore prima di andare a letto.


La maggior parte delle droghe, incluso il caffè, ha conseguenze non intenzionali sulla salute, sia positive che negative. Ecco una serie di studi pubblicati di recente che ti faranno desiderare di conservare l'abitudine di bere caffè.

 

I vantaggi del caffè

Come tutte le droghe presenti in natura, il caffè è una miscela complessa di composti biologicamente attivi. Per molti di loro sono già state scoperte proprietà favorevoli alla salute, in particolare per i sistemi nervosi cardiovascolari e centrali. Il caffè ha molti effetti positivi anche sul tratto digestivo, tipo i suoi popolari effetti pro-motilità sugli strati muscolari esterni dell'intestino.


Il caffè contiene anche sostanze chimiche che sono antiossidanti, antinfiammatorie e antiproliferative in termini di capacità di prevenire determinati tumori del cervello. Diamo un'occhiata alla recente letteratura sul caffè.

  • Uno studio sulla popolazione giapponese ha valutato una coorte di 106.324 soggetti (50.438 uomini e 55.886 donne) dal 1990 al 2013. Gli autori hanno riferito un'associazione significativa tra l'aumento del consumo di caffè e la riduzione del rischio di tumore del cervello. In particolare, il rischio di gliomi tendeva a diminuire con un maggiore consumo di caffè (maggiore di 3 tazze al giorno).

  • Numerosi studi durante gli ultimi quarant'anni hanno riferito una simile protezione dipendente dalla dose del caffè. Ad esempio, anche l'incidenza del Parkinson diminuisce con l'aumento del caffè fino a 5 tazze al giorno.

  • Un altro studio recente ha esaminato con la risonanza magnetica l'effetto del caffè sui cambiamenti nel cervello che sono associati alla demenza e a una prestazione cognitiva compromessa. Un gruppo di 2.914 partecipanti (età media: 59,3 anni, 55% donne), è stato valutato per il consumo di caffè e la funzione cognitiva generale e poi ha avuto una risonanza magnetica del cervello. Dopo cinque anni di consumo di caffè, la valutazione cognitiva è stata ripetuta. Questo studio ha scoperto che un maggiore consumo di caffè era associato a una prevalenza più bassa di piccoli infarti cerebrali collegati a ictus ischemici. In più, quei soggetti che bevevano più caffè al giorno hanno mostrato le migliori prestazioni sui test Letter Digit Substitution Task, Word Fluency e Stroop interference. È interessante notare che le prestazioni della memoria recente non miglioravano.

  • Uno studio correlato ha esaminato l'effetto dell'ingestione cronica di caffè sul comportamento cognitivo e sui cambiamenti nei vari sistemi antiossidanti nel cervello. Il caffè, o la caffeina da sola, hanno migliorato la memoria a lungo termine, ridotto la perossidazione lipidica delle membrane cerebrali, e aumentato la concentrazione del glutatione antiossidante nella sua forma ridotta. Pertanto, oltre a migliorare la funzione cognitiva, il consumo cronico di caffè migliora i sistemi antiossidanti endogeni nel cervello. Gli autori hanno ipotizzato che l'ingestione cronica di caffè può aiutare a prevenire il calo associato all'età della funzione cognitiva.

  • Il caffè produce anche benefici immediati sulle prestazioni cognitive. Uno studio recente ha riferito che la caffeina (del caffè o di un'altra bevanda contenente caffeina) migliora le prestazioni in una grande varietà di compiti cognitivi. Gli autori hanno dato il caffè e la caffeina attraverso due richiami dietetici su 24 ore. Lo studio ha esaminato 2.513 persone che avevano 60 anni o più. I risultati sono stati confrontati con persone che non avevano bevuto caffè o caffeina in qualsiasi forma. Il caffè ha migliorato le prestazioni sui test di fluidità verbale, di denominazione di Boston a 15-elementi, sul Mini-Mental State Examination standard eseguito in genere ai pazienti con Alzheimer, sul test di Apprendimento di una Lista di Parole di 10 elementi e sul test di Richiamo e Riconoscimento standard.

  • Ci sono sempre più prove che il caffè può ridurre il rischio di diabete di tipo 2, un fattore di rischio noto per l'Alzheimer e altre malattie neurologiche. Ne consegue, quindi il caffè può ridurre il rischio di Alzheimer e di demenze correlate. Il problema, tuttavia, è che la caffeina del caffè produce effetti collaterali cardiovascolari che limitano la sua utilità per gli anziani.

  • Uno studio recente ha riferito che le bevande del caffè decaffeinato attenuano significativamente lo sviluppo di deficit indotti dalla dieta ad alto contenuto di grassi nella risposta alla tolleranza al glucosio, migliorano il metabolismo energetico mitocondriale del cervello, e influenzano realmente in modo positivo una serie di geni nel cervello che hanno un ruolo nel metabolismo dell'energia cellulare.


Nel complesso, ci sono numerosi benefici del caffè sulla salute che superano di gran lunga qualsiasi effetto negativo. Se il caffè interferisce con il tuo sonno, non berlo a partire dal tardo pomeriggio. L'emivita della caffeina è solo di cinque ore. Pertanto, entro due emivite (circa dieci ore dopo) non c'è più abbastanza caffeina nel sangue da influenzare la funzione del cervello.


Gli scrittori di scienza spesso fanno girare buone storie, ma troppo spesso confondono la scienza. Non c'è semplicemente una buona ragione per rinunciare al tuo caffè.

 

 

 


Fonte: Gary L. Wenk PhD, professore di psicologia, neuroscienze, virologia molecolare, immunologia e genetica medica all'Ohio State University.

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:
  • Gary L. Wenk. Your Brain on Food. 3rd Ed, Oxford University Press, 2019
  • Dong X et al. Association of Coffee, Decaffeinated Coffee and Caffeine Intake from Coffee with Cognitive Performance in Older Adults: National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Nutrients, 2020, DOI
  • Iriondo-DeHond A et al. Effects of Coffee and Its Components on the Gastrointestinal Tract and the Brain-Gut Axis. Nutrients, 2021, DOI
  • Araujo LF et al. Association of Coffee Consumption with MRI Markers and Cognitive Function: A Population-Based Study. Journal of Alzheimer’s disease, 2016, DOI
  • Song Y et al. Association between tea and coffee consumption and brain cancer risk: an updated meta-analysis. World Journal of Surgical Oncology, 2019, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

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