Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ferite lievi da scoppio provocano modifiche molecolari di tipo Alzheimer nel cervello

 

Uno studio multicentrico condotto da scienziati della School of Medicine dell'Università di Pittsburgh (Pitt) dimostra che una lieve lesione cerebrale traumatica da esplosione produce infiammazione, stress ossidativo e modelli di attivazione genica simili ai disturbi di elaborazione della memoria, come nell'Alzheimer.

La scoperta è stata pubblicata recentemente nella versione online del Journal of Neurotrauma.


Il trauma cranico indotto da esplosione (TBI) è diventato una materia importante nell'assistenza alle ferite da combattimento, scrive il ricercatore senior Patrick Kochanek, MD, professore e vice presidente di medicina dell'assistenza critica e direttore del Centro Safar per la Ricerca nella Rianimazione della Pitt. In molti casi di trauma cranico lieve, la risonanza magnetica e altre tecnologie di imaging convenzionale non mostrano danni palesi al cervello.


"La nostra ricerca rivela che, nonostante la mancanza di vasta ed evidente morte neuronale, dopo l'esposizione a una esplosione insorge molta follia molecolare nel cervello", conferma il dottor Kochanek. "Anche le lesioni lievi comportano alterazioni significative nella chimica del cervello".


Il team di ricerca ha sviluppato un modello di topo per esaminare se l'esposizione ad uno scoppio leggero in un dispositivo chiamato tubo d'urto, causasse eventuali cambiamenti nel cervello, anche senza segni di morte cellulare diretta, come i sanguinamenti. Sono stati testati 2 ore e 24 ore dopo l'infortunio iI tessuti cerebrali dei ratti esposti ad uno scoppio e ad una procedura simulata.


Gli schemi di attività dei geni, che si scambiavano nel tempo, assomigliano a quelli presenti nelle malattie neurodegenerative, in particolare nell'Alzheimer, nota il dottor Kochanek. Diventano elevati i marcatori di infiammazione e di stress ossidativo, fatto che riflette le interruzioni della segnalazione cellulare, ma non c'è alcuna indicazione di guasto energetico che dovrebbe insorgere dalla scarsa ossigenazione dei tessuti.

"Sembra che, anche se i neuroni non muoiono dopo un infortunio lieve, essi subiscono un danno", ha detto. "Resta da vedere cosa provocano al cervello nel lungo termine le esposizioni multiple (commozioni cerebrali ripetute)".


Hanno collaborato altri ricercatori del Centro Safar di Ricerca nella Rianimazione e della Facoltà di Medicina dell'Università di Pittsburgh, della University of California di San Diego, della ORA Inc. di Fredericksburg in Virginia; del Walter Reed Army Institute di Research; della Dyn FX-Consulting Ltd di Amherstburg in Ontario; della Uniformed Services; della Università delle Scienze della Salute di Bethesda in Maryland; e della Integrated Services Group, Inc. di Potomac in Maryland.

 

 

 

 


Fonte: University of Pittsburgh Schools of the Health Sciences.

Riferimento: Patrick M. Kochanek, C. Edward Dixon, David K. Shellington, Samuel S. Shin, Hulya Bayir, Edwin Jackson, Valerian Kagan, Hong Qu Yan, Peter V Swauger, Steven Parks, David V. Ritzel, Richard A Bauman, Robert Clark, Robert H. Garman, Faris Bandak, Geoffrey SF Ling, Larry W. Jenkins. Screening of Biochemical and Molecular Mechanisms of Secondary Injury and Repair in the Brain after Experimental Blast-Induced Traumatic Brain Injury in Rats. Journal of Neurotrauma, 2013; : 130317122119004 DOI: 10.1089/neu.2013.2862.

Pubblicato in Science Daily il 24 Aprile 2013 (click for the English version) - Traduzione di Franco Pellizzari

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)