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Progettare una prigione o un'abitazione? Visione 'centrata sull'uomo' per la casa di cura

Concept of human centred aged care residence

La Royal Commission into Aged Care (Commissione Reale sull'Assistenza agli Anziani, Australia) ha lasciato a chiedersi come mettere in vigore le sue raccomandazioni le organizzazioni che forniscono alloggi per l'assistenza agli anziani. La maggior parte di queste raccomandazioni si riferiscono ai modelli di assistenza e ai livelli di personale nelle case di riposo. In altre parole, nei recinti architettonici per conigli che caratterizzano le strutture di assistenza agli anziani, non ci può mai essere abbastanza personale per gestire ogni angolo.


Anche i modelli di cura sono difficili da cambiare quando l'architettura è obsoleta. Eppure queste difficoltà non sono dettagliate nel rapporto, che menziona a malapena l'architettura. Solo due delle 148 raccomandazioni si riferiscono specificamente all'architettura: migliorare la progettazione di alloggi per la cura residenziale e fornire modelli di alloggio a 'piccole unità familiari'.


Ma non intenderlo male: l'architettura ha un profondo impatto su come viviamo la nostra vita, lavoriamo e rispondiamo socialmente.


Se gli architetti sono in grado di lavorare con alcune regole di progettazione di base (progettare una visione, con semplicità e un linguaggio progettuale non istituzionale) l'architettura può avere un ruolo per attuare la maggior parte delle raccomandazioni. Ma, se si trascura l'importanza del progetto, i modelli architettonici obsoleti minano i migliori sforzi per riformare i modelli di cura.

 

Possiamo progettare per rimuovere le costrizioni

L'architettura è l'elemento critico per "incorporare un approccio di assistenza basato sui diritti umani e centrato sull'uomo", si dice al capitolo 3 della relazione della Commissione reale. Per comprendere la relazione tra architettura e diritti umani, considera il modo in cui i diritti umani vengono rimossi: guarda le prigioni, i centri di detenzione, le strutture di salute mentale e persino le residenze in cui ci prendiamo cura dei nostri cittadini anziani. Invariabilmente, è un'architettura che soffoca la libertà di movimento, la dignità, la libertà di associazione, la scelta e altri diritti.


La Commissione stima che per il 25-50% di tutti i residenti delle strutture di assistenza intensiva siano usate soluzioni architettoniche di isolamento e altre forme di costrizione fisica. Queste restrizioni possono sembrare innocue, includono "far sedere gli ospiti in sedie con sedute profonde o a dondolo e reclinabili, dalle quali l'ospite non può alzarsi". Ma per i residenti che non possono alzarsi da soli, le sedute profonde limitano la libertà di movimento e la capacità di fare le proprie scelte, proprio come le manette ai polsi.


Le forme di costrizione (comprese quelle nelle strutture protette) sono sempre più mascherate, ma una porta bloccata rimane impenetrabile anche se è fatta di vetro trasparente. Insieme a recinzioni e pareti alte, tali caratteristiche sono progettate per mantenere dentro alcune persone e fuori altre.

 

Oppure possiamo progettare per la qualità di vita

Se le persone non riescono a vedere come la progettazione di una prigione è lo strumento primario per la prigionia, allora è anche difficile comprendere quanto una buona architettura migliori le circostanze e il benessere delle persone. Ma un edificio per l'assistenza agli anziani ben progettato è pieno di inviti sani a fare cose, come esplorare giardini, senza dare ai residenti rischi non dovuti.


A sua volta, trascorrere del tempo all'aperto aiuta a prevenire il sundowning, la sindrome del tramonto, quando le persone con demenza possono diventare più confuse, irrequiete o insicure nel tardo pomeriggio o prima serata. E migliora anche l'esperienza del residente (benessere personale e soddisfazione). Dati recenti non ancora pubblicati (in revisione) mostrano che il tempo all'aria aperta protegge anche da infezioni virali di tipo influenza.


E questo è solo un esempio dei benefici della buona progettazione. Tutte le buone scelte architettoniche hanno effetti positivi simili.

 

Tre principi per progetti per l'assistenza agli anziani centrati sull'uomo

Principio 1: I progetti sono guidati da una visione che mantiene e consente la dignità umana, anche per le persone con disabilità cognitiva.

Una visione include un concetto unico e ben articolato che non può essere respinto o ignorato. La visione crea una gerarchia in cui le cose importanti sono valutate più di ogni altra cosa. Una visione che rende una priorità la dignità umana garantisce che altre preoccupazioni funzionali o pragmatiche non portino a mettere in secondo piano i diritti umani.


Una buona visione non è fatta solo di parole o intenzioni. Implica decisioni concrete armate di coraggio e sincerità. Coraggio perché una buona visione aspira sempre ad andare oltre i riferimenti e le linee guida conosciute. Sincerità, perché una buona visione non è timida per dire la verità.


Il diagramma sopra l'articolo mostra l'esempio di una visione in cui le residenze di assistenza intensiva agli anziani sono state incorporate in un nuovo distretto per l'Università di Woolongong. La visione ha dato priorità alla centralità umana, un posto di lavoro attorno all'uomo, un ambiente di apprendimento centrato sugli studenti, residenze per anziani centrate sul paziente e un ambiente centrato sulla persona in generale.


In questo concetto, le strutture educative, residenziali (non destinate agli anziani) e sanitarie fanno da pareti naturali attorno a un villaggio condiviso. Strade senza traffico, caffè, negozi, terreni a parco e un impianto residenziale distribuito per l'assistenza agli anziani creano un ambiente piacevole e sicuro per tutti. Gli edifici esterni sono accessibili da entrambi i lati per studenti e personale, ma non per i residenti ad assistenza intensiva a meno che non siano accompagnati.

 

Principio 2: Mantieni tutto semplice.

Con il declino delle abilità cognitive, si riduce la capacità delle persone di affrontare la complessità. Quindi mantieni il progetto semplice, con destinazioni visibili e chiare.


Pensa a girare tutte le camere da letto verso l'interno per fornire accesso immediato a spazi, attività e giardini comuni. La reception, tutti gli uffici e i servizi commerciali possono guardare verso l'esterno, ed essere invisibili ai residenti.


Semplificare la disposizione aiuta anche il personale. Spazi nascosti e porte per luoghi non sicuri causano ansia ai residenti e al personale allo stesso modo, aggravando il carico del personale.


Progetto semplice non significa piatto. Significa tenere i piani semplici, specialmente per i residenti, che hanno immediatamente visibile tutto quello di cui potrebbero aver bisogno (e volere). Tutte le aree proibite sono nascoste.

 

Principio 3: Residenziale significa non istituzionale.

Proprio come aiutano con le routine di assistenza, le residenze sono residenze. Sono rovinate da postazioni del personale e da tocchi istituzionali come pavimenti in vinile, illuminazione a strisce e mobili allineati contro le pareti.


Le camere da letto dei residenti devono essere personalizzabili; il che significa che le persone dovrebbero essere in grado di appendere la propria arte, ascoltare la propria musica e avere i propri mobili e oggetti. Dopotutto, queste sono stanze dove vivono le persone. E in che modo le persone possono sentirsi a casa, se non sono autorizzate a sentirsi a proprio agio con quello che hanno intorno?

 

 

 

 


Fonte: Jan Golembiewski (ricercatore University of Technology Sydney) in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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