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Perché la mamma fruga dappertutto in casa mia?

Alexander Hugo Bakker Korff De lappenmand

Se ha appena iniziato a stare con te, allora potrebbe essere alla ricerca di qualcosa di familiare, qualcosa che le offra un po' di sicurezza e senso di comfort.


Frugare è molto comune nelle persone con morbo di Alzheimer (MA) e demenza. L'individuo è facilmente disorientato, quindi la pratica di frugare diventa un meccanismo per far fronte, un mezzo di rassicurazione e per cercare di soddisfare un bisogno.


L'individuo può iniziare a cercare in cassetti, armadi, mobiletti o altre aree di stoccaggio, forse alla ricerca di qualcosa di specifico. Anche se la mamma potrebbe non essere in grado di comunicare ciò che sta cercando, tu tenta di discernere ciò che sta causando questo tipo di comportamento.


È annoiata? Le manca qualcosa di cui sente di avere bisogno? C'è qualcosa con cui ha un attaccamento emotivo e che potrebbe cercare? Sta nascondendo qualcosa che intende proteggere dagli altri?


Rovistare, anche se è un'attività che potrebbe tenere la madre occupata, spesso può essere pericolosa per le persone colpite dal MA. Per esempio, i prodotti tossici e quelli potenzialmente pericolosi sotto i lavelli da cucina o in bagno dovrebbero essere rinchiusi e collocati fuori dalla vista dell'individuo, in quanto potrebbero vederli come bevande o qualcosa da consumare.


Analogamente, i cibi guasti o scaduti in frigorifero o nella dispensa devono essere rimossi poiché quelli con demenza mancano del giudizio o del senso del gusto per capire che sono rovinati.


Inoltre, è una buona idea mantenere coperti i bidoni della spazzatura in casa, perché spesso il contenitore sembra attraente e l'individuo non riesce a distinguere il suo uso, e così fruga nella spazzatura o la usa come nascondiglio per le cose che vuole nascondere. Per quanto riguarda queste ultime, controlla sempre i bidoni della spazzatura prima di svuotarli perché potrebbero essere posti seducenti in cui 'nascondere' le cose (come le  protesi e gli apparecchi acustici).


Qualcosa innesca il comportamento di frugare di tua madre? Inizia questo comportamento a una certa ora del giorno? Si sentiva annoiata, agitata o irrequieta? Cerca di attenerti il più possibile a una routine strutturata con la mamma perché la routine e il ritmo del giorno possono ridurre l'ansia che la spinge a iniziare a rovistare.


Dal momento che rovistare può avvenire in tutta la casa, potresti chiudere le porte delle stanze non usate per fissare dei limiti e tenere la mamma in certe aree. Sarebbe una buona idea creare uno 'spazio personale per rovistare',  dedicando un grande baule, un grande contenitore o anche una vecchia scatola di giocattoli perché la mamma possa rovistare liberamente.


Puoi inserire in esso oggetti familiari, come vestiti, asciugamani, album di foto, sciarpe, vecchie chiavi, borse e oggetti duplicati di cose che continua a perdere. Questo non solo limiterà il suo rovistare a una zona, ma le darà anche qualcosa da fare.


Può sentirsi utile nel piegare asciugamani o vestiti o godere a guardare le foto, rovistare in vecchie borse o semplicemente ammirare gli oggetti nella scatola. Vedere e toccare gli oggetti offre un'esperienza sensoriale e una connessione a qualcosa, che può darle grande sicurezza e comfort.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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