Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La solitudine è nel territorio del caregiving, ma non deve esserlo

Tra le molte risposte che ho ricevuto in questa rubrica sul caregiving, ci sono due parole che sembrano dominare la mia casella di posta: "unico" e "solo".


"Sono stata l'unica caregiver di mio marito per nove anni mentre combattevamo il cancro alla prostata ..." ha scritto una donna. "Ci sono così tante volte durante il viaggio in cui il caregiver si sente solo". E un'altra: "Mio marito ha la demenza e come unico caregiver non mi sono mai sentita così sola in tutta la mia vita. Questa non è una strada facile".


Questa donna ha offerto parole di incoraggiamento: "Ho imparato le cose nel modo più duro e aiuterò molti a navigare nel sistema mentre si sentono spaventati, senza supporto e solitari". E ancora un'altra che ha riferito che suo marito è morto di recente da un tumore al cervello: "Questo è così difficile perché sono sola e perché è stato così veloce".


Nella mia breve esperienza da quando a mio marito è stato diagnosticato un cancro al cervello all'inizio di quest'anno, anch'io ho sentito la solitudine, anche se ero circondata da familiari e amici solidali. Quelle sensazioni sembrano venire con il territorio. Ma non siamo assolutamente soli.


Ci sono quasi 44 milioni di noi che negli ultimi 12 mesi hanno fornito assistenza ad un bambino o ad un adulto con una malattia o una disabilità, secondo il rapporto più recente dell'AARP e della National Alliance for Caregiving. La maggior parte di quel gruppo (circa 34 milioni di persone) fornisce assistenza a qualcuno di età superiore ai 50 anni. Quasi 16 milioni di persone si prendono cura di qualcuno con Alzheimer o demenza.


Molti di noi non si incontreranno mai. Ma c'è qualcosa di consolante nel sapere che così tanti di noi possono relazionarsi l'uno con l'altro. Secondo il rapporto, non è insolito per i caregiver segnalare stress emotivo o anche tensione fisica.


Ci sono i motivi per i sentimenti di solitudine. Non è solo nella testa del caregiver. Gli accademici hanno studiato questa roba. Spesso, ci sono alcuni eventi comuni. Alcuni amici e parenti potrebbero sparire dalla vista - almeno per un po' - non sicuri di come navigare nel nuovo mondo con una malattia o una ferita.


A volte, in particolare se la persona di cui ti prendi cura è la moglie, la relazione può cambiare. Potresti sentire come se stessi passando la maggior parte del tuo tempo sulla malattia, forse per necessità, invece delle piccole cose che ti piacevano. Può esserci un isolamento sociale che viene non per scelta, ma perché la persona che ami non può essere facilmente esposta a germi o camici, e quindi è difficile uscire e stare attorno ad altre persone.


Queste sensazioni sembrano essere abbastanza comuni. Dovrei dire qui che la sensazione di un caregiver di essere solo non dovrebbe essere presa come un'accusa ad altri familiari e amici. Forse altre persone stanno aiutando un po': forse cucinano o aiutano occasionalmente con il bucato. Ma i sentimenti di dolore e tristezza continueranno a gonfiarsi.


Durante il calvario della nostra famiglia, molte persone hanno chiesto: "Cosa posso fare per aiutare?" Anche quando non sapevo cosa rispondere, che succedeva spesso, ho trovato le offerte confortanti. E ho apprezzato le molte persone che hanno chiesto "Ma tu come stai? Il tu che è lì dentro, da qualche parte ... quello che esisteva prima che diventassi una esperta su dove trovare il miglior cibo in tre diversi ospedali". Questo è ciò di cui a volte i caregiver hanno bisogno. La convalida che possono e devono essere se stessi anche nel loro nuovo ruolo.


Ora, conoscendo le statistiche di cui sopra, non penso che sia azzardato dire che ci sono molte, molte persone che probabilmente si sentono in questo modo. Il caso della mia famiglia non è speciale. Purtroppo, è di questo che vale la pena parlare. Mentre i dettagli delle esperienze possono essere diversi, molti aspetti dell'esperienza del caregiving sono universali e sono ancora nell'ombra della vita quotidiana americana.


I caregiver passano molto del loro tempo a difendere le persone che amano, alle prese con malattie o disabilità. Alcune persone che ho incontrato lungo la strada mi hanno consigliato di fare una pausa, tirare un respiro profondo ed essere un sostenitore di me stesso.


Trova risorse che possono aiutarti; magari un assistente sociale con cui parlare o un gruppo di supporto in un ospedale locale. Questi sono buoni modi per connettersi con persone che sanno ciò che stai passando.


È normale sentirsi soli ogni tanto. Ma non devi farlo da solo.

 

 

 


Fonte: Beth Kassab in San Diego Union Tribune (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.