Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il microscopico 'toxoplasma gondii' ha un ruolo nell'Alzheimer?

Il microscopico 'toxoplasma gondii' ha un ruolo nell'Alzheimer?Il parassita T. gondii mentre si divide (Fonte: Wikipedia) Da bambina, invece di essere divertita da principesse e unicorni, ero una grande fan di qualsiasi film o serie che mostrava strane creature, come Visitors o Aliens, i film horror SciFi.


Ben presto mi sono resa conto che, sfortunatamente, gli alieni non esistono (per quanto ne sappiamo), ma ho imparato che non avevo bisogno di andare nello spazio per trovare creature ugualmente affascinanti (e mortali).


Questi organismi hanno dimostrato di essere egoisti, non fanno alcun bene a chi dà loro riparo e alcuni di essi mostrano un notevole gusto per il nostro sistema nervoso. Sono i parassiti.


Esiste una lunga lista di parassiti che possono potenzialmente accamparsi nel nostro cervello e/o nel midollo spinale, causando danni considerevoli, se non trattati. Alcuni di questi sono considerati dai CDC (Centers for Disease Control) responsabili di "Infezioni parassitarie trascurate" negli Stati Uniti, che hanno effetti noti sul sistema nervoso umano.


Il toxoplasma gondii (T. gondii) è uno di quei parassiti. Secondo i CDC, 60 milioni di persone, solo negli Stati Uniti, potrebbero essere infettate da questo parassita. Una persona con un sistema immunitario sano potrebbe non notare l'infezione, ma le pazienti in gravidanza o gli immunodepressi devono prestare particolare attenzione poiché gli effetti del T. gondii possono essere molto gravi.

 

Il manipolatore

Il T. gondii, è un parassita intracellulare responsabile della toxoplasmosi. Questo parassita è in grado di manipolare il comportamento dell'ospitante.


Ad esempio, i topi di norma sono respinti dall'urina del gatto, un meccanismo biologico di difesa; tuttavia, i ratti infettati da T. gondii sembrano diventare suicidi e sono invece attratti dal profumo delle urine di gatto. Questo fa vagare i topi infetti nel territorio di un gatto, mettendosi a rischio di essere divorati dal loro predatore. Questa manipolazione del comportamento del topo, un ospitante intermedio, è una strategia del T. gondii per arrivare al suo ospitante definitivo, il gatto. È lì, dentro il gatto, che il T. gondii può completare il suo ciclo vitale.


Ma come fa il T. gondii a operare questo tipo di manipolazione? Apparentemente, questo parassita microscopico produce una proteina che sintetizza il precursore della dopamina, aumentando così i livelli di questo neurotrasmettitore nel cervello e compromettendo i circuiti normali che terrebbero il ratto lontano dai gatti.


Il T. gondii è stato legato ai cambiamenti di personalità negli esseri umani, dal momento che alcuni studi mostrano che le persone infette diventano più estroverse, fino all'incoscienza; sembrano anche essere coinvolte in più incidenti stradali. Tuttavia, i modi in cui il T. gondii influenza i loro ospitanti sembrano dipendere dalla durata dell'infezione (più a lungo i parassiti vivono nel suo ospitante umano, più gravi sono i cambiamenti di personalità) e dal sesso dell'ospitante (donne e uomini mostrano cambiamenti di personalità quasi opposti se infetti dal parassita).


L'infezione da T. gondii è stata correlata alla schizofrenia, una malattia neurologica con molteplici fattori concomitanti: genetici, ambientali e infettivi. Sebbene siano state fatte molte ricerche, non è ancora chiaro se il T. gondii aumenta il ​​rischio di soffrire di schizofrenia, o se i pazienti schizofrenici siano più predisposti ad essere infettati dal T. gondii. Ad ogni modo, è molto probabile che il T. gondii non sia l'unica chiave per risolvere i meccanismi alla base della schizofrenia.


Tuttavia, la teoria secondo cui il T. gondii può manipolare il comportamento umano sembra essere controversa, poiché alcuni studi hanno messo in dubbio che questo parassita sia in grado di influenzare gli umani, come fa nei roditori.


Uno studio molto recente ha anche dimostrato che il T. gondii può indurre due segni distintivi dell'Alzheimer nei roditori: iperfosforilazione della proteina Tau e accumulo della proteina amiloide-beta. Questo potenzialmente predispone l'ospite a soffrire di questa malattia.

Anche questi risultati sono controversi, poiché molti altri gruppi di ricerca non hanno trovato alcuna correlazione tra l'infezione e una maggiore incidenza di Alzheimer.

 

Non tutto riguarda il comportamento

Il T. gondii infetta gli esseri umani che mangiano qualsiasi cosa contaminata dalle uova di T. gondii, o che semplicemente entrano in contatto con le feci di roditori o gatti che sono infetti. Non rappresenta una minaccia per le persone con un sistema immunitario sano, oltre ai sopra citati possibili effetti sul comportamento. Tuttavia, possono essere catastrofiche le conseguenze dell'infezione da T. gondii nei pazienti immunodepressi (ad esempio chi soffre di AIDS o è sottoposto a chemioterapia) o in gravidanza.


Dopo essere entrato nel corpo dell'ospitante (la fase acuta dell'infezione), se il tuo sistema immunitario è a punto, il parassita viene rapidamente eradicato. Se il parassita raggiunge il sistema nervoso centrale prima che possa essere distrutto, forma dei cisti nei neuroni.


Se l'ospitante è immunosoppresso, il suo sistema immunitario non è in grado di distruggere il parassita e la rottura della cisti causerà la riattivazione dell'infezione e il conseguente danno tissutale. Può causare microcefalia, un collasso del cervello dovuto alla perdita di liquido cerebrospinale, atrofia corticale (disfunzione dello strato esterno del cervello) e calcificazione amorfa (depositi di calcio nel cervello, che formano "calcoli cerebrali").


L'infezione in una donna incinta potrebbe finire con l'aborto, il parto morto o prematuro. Se si infetta il bambino, l'elenco delle condizioni passa da microcefalia a difetti respiratori, renali e dell'udito, oltre a molti altri che potrebbero interessare il cuore, il sistema nervoso, la pelle, gli occhi e persino il sangue.


In conclusione, cambiamenti comportamentali o meno, l'infezione da T. gondii può essere seria, quindi meglio essere a posto la prossima volta che cambi la lettiera del gatto.


Fonte: Elena Blanco-Suarez PhD, dottorato in biochimica, lavora nel campo delle neuroscienze dal 2010; collabora a diversi progetti di comunicazione ed educazione scientifica.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Pathology of CNS parasitic infections. Pittella JE. Handb Clin Neurol. 2013;114:65-88. doi: 10.1016/B978-0-444-53490-3.00005-4. Review.
  2. Fatal attraction in Toxoplasma-infected rats: a case of parasite manipulation of its mammalian host. Berdoy, M., Webster, J. P. and Macdonald, D. W. (2000). Proc. R. Soc. B 267, 1591-1594.
  3. The neurotropic parasite Toxoplasma gondii increases dopamine metabolism. Prandovszky E1, Gaskell E, Martin H, Dubey JP, Webster JP, McConkey GA. PLoS One. 2011;6(9):e23866. doi: 10.1371/journal.pone.0023866. Epub 2011 Sep 21.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.