Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


No alluminio, no Alzheimer?

 Il re è nudo: no alluminio, no Alzheimer. Questa è la conclusione, forse inaspettata, di una nuova ricerca pubblicata nel Journal of Alzheimer's Disease Reports.


Mettendo la notizia nel contesto, ciò che viene effettivamente suggerito è che il contenuto cerebrale di alluminio è un catalizzatore per l'Alzheimer. In assenza di depositi patologicamente significativi di alluminio nel tessuto cerebrale non ci sarebbe alcuna malattia (acuta) di Alzheimer entro una normale durata di vita di circa 100 anni.


Il supporto a questa conclusione è cresciuto nell'ultimo decennio, più o meno, ed è stato ora messo in una posizione inequivocabilmente ferma da recenti ricerche che hanno dimostrato un contenuto estremamente alto di alluminio nel tessuto cerebrale di individui che sono morti con una diagnosi di Alzheimer familiare.


Gli individui con Alzheimer familiare hanno predisposizioni genetiche specifiche allo sviluppo precoce della malattia, forse già nel quarto o quinto decennio di vita. Tutte queste predisposizioni genetiche sono associate al modo in cui il corpo metabolizza la proteina precursore dell'amiloide (APP) e tuttavia non esiste una spiegazione inequivocabile di come l'APP e i suoi prodotti metabolici, come l'amiloide β, causino l'Alzheimer.


La disputa nella nuova ricerca è se queste mutazioni genetiche nel metabolismo e nell'elaborazione dell'APP concorrono contemporaneamente a predisporre la ritenzione dell'alluminio nei tessuti cerebrali. L'aumento dell'assorbimento di alluminio attraverso l'intestino, come si vede nell'Alzheimer a insorgenza tardiva e nella sindrome di Down, potrebbe contribuire ad aumentare la ritenzione di alluminio nel tessuto cerebrale.


Tuttavia, anche se non conosciamo il meccanismo che sta dietro a questo aumento di ritenzione, quello che sappiamo è che quando il contenuto di alluminio nel cervello è aumentato, e non a causa di mutazioni genetiche specifiche, ma a causa dell'esposizione ambientale o professionale all'alluminio, allora insorge una forma precoce di Alzheimer a insorgenza tarda o sporadica.


Ci sono chiaramente molti fattori contributivi potenziali nell'eziologia dell'Alzheimer, ma ciò che viene ora suggerito è che senza depositi patologicamente significativi concomitanti di alluminio non ci sarebbe alcuna malattia di Alzheimer.


È interessante notare che il primo caso segnalato della malattia, che si è verificato meno di 20 anni dopo l'avvento dell'età dell'alluminio, era in una donna di cinquanta anni e ora sappiamo che è stata anche il primo caso documentato di Alzheimer familiare. Ci potremmo aspettare che il suo cervello fosse caratterizzato da depositi patologicamente significativi di alluminio!

 

 

 


Fonte: Chris Exley, Professore di Chimica Bioinorganica alla Keele University, Professore Onorario al UHI Millennium Institute,
Leader di team al Laboratorio di Chimica Bioinorganica della Keele.

Pubblicato in Hyppocratic Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.