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Demenza: il diritto alla 'riabilitazione cognitiva'

Per le persone con demenza la riabilitazione è importante quanto lo è per quelle che hanno una disabilità fisica, secondo uno dei maggiori esperti di demenza.


Linda Clare, docente di Psicologia Clinica dell'Invecchiamento e di Demenza all'Università di Exeter, ha detto che le persone con demenza hanno il diritto alla riabilitazione cognitiva, che per loro è rilevante come la riabilitazione fisica per le persone con disabilità fisiche.


Scrivendo sulla rivista PLoS Medicine, la prof.ssa Clare ha detto che entrambi [i tipi di riabilitazione] condividono l'obiettivo di consentire alle persone di partecipare alla vita di tutti i giorni, nelle loro famiglie e comunità, in un modo significativo per loro.


La prof.ssa Clare ha detto: "Tendiamo a pensare alla riabilitazione in termini di menomazione fisica a seguito di un infortunio, ma è altrettanto importante per le persone con decadimento cognitivo. Come società, ora riconosciamo di più che le persone con disabilità fisiche hanno il diritto di accedere ai servizi e alle opportunità, ma c'è ancora una lunga strada da percorrere per le persone con disabilità 'nascoste' come la demenza, in un panorama in cui si prevede che il numero di persone colpite dalla demenza possa salire dai 44 milioni del 2015 ai 117 milioni del 2050".


La prof.ssa Clare sovrintende l'esperimento GREAT, che sta valutando il successo della riabilitazione cognitiva in più di 500 persone su 8 siti del Regno Unito. Il test si concentra su soluzioni su misura per singoli problemi specifici incontrati dalle persone nelle diverse fasi della demenza. Esempi possono includere persone che vogliono usare la posta elettronica per rimanere in contatto con familiari e amici, guadagnare fiducia per uscire, o gestire meglio le attività quotidiane. Per le persone nelle fasi più avanzate della demenza, gli approcci possono concentrarsi sulla capacità di vestirsi in modo indipendente o di impegnarsi in attività piacevoli.


La prof.ssa Clare ritiene che l'approccio riabilitativo positivo possa essere finanziato parzialmente dalla ri-allocazione di alcune delle spesa per la demenza, dalla prevenzione delle difficoltà fisiche, dalla limitazione dei costi di gestione dei sintomi dolorosi, e dal ritardo dell'istituzionalizzazione. E sottolinea la necessità di sviluppare sistemi di servizio che addestrino il personale e coinvolgano le famiglie.

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Clare L (2017) Rehabilitation for people living with dementia: A practical framework of positive support. PLoS Med 14(3): e1002245. doi:10.1371/journal.pmed.1002245

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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